venerdì 13 novembre 2009

«Europa, difendi il Crocefisso» (Massimo Fazzi)


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In viaggio fra i Crocifissi d'Italia (Brambilla)

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Il Papa: Oggi c'è preoccupante emergenza educativa

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Il Papa alla LUMSA: "Oggi, come in passato, l’Università ha bisogno di veri maestri, che trasmettano, insieme a contenuti e saperi scientifici, un rigoroso metodo di ricerca e valori e motivazioni profonde" (Discorso)

L'ennesima figuraccia del religiosamente corretto (e della paura): Il film “apocalittico” distrugge il Vaticano e risparmia La Mecca (Maniaci)

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VISITA DEL SANTO PADRE A BRESCIA, CONCESIO E BOTTICINO SERA: TUTTI I VIDEO SU BENEDICT XVI.TV

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I vescovi francesi "sotto sorveglianza"

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E' presto per organizzare un incontro fra il Papa e il Patriarca di Mosca ma c'è la volontà e segnali positivi (Apcom)

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Il Papa: "Preghiamo perché tutti coloro che hanno a cuore un autentico umanesimo e il futuro dell’Europa sappiano riscoprire, apprezzare e difendere il ricco patrimonio culturale e religioso di questi secoli" (Catechesi)

Il Papa: Difendere ricco patrimonio religioso dell'Europa (Apcom)

La Francia ha perso una parte della sua influenza in Vaticano (Le Monde)

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SENTENZA LAICISTA SULLO SFRATTO DEL CROCIFISSO DALLE AULE: SPECIALE

«Europa, difendi il crocefisso»

di Massimo Fazzi

[13 novembre 2009]

Un «pronunciamento da parte degli organismi europei in merito alla questione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, che metta ordine in una situazione che va in una direzione sbagliata». È quanto auspica il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel corso del suo intervento conclusivo di ieri presso l'Assemblea generale della Cei riunita ad Assisi. Dopo la sentenza della Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che ha imposto al governo italiano di rimuovere il simbolo cristiano dai luoghi pubblici. Spero, ha detto il porporato, «che sia l'Europa, nei suoi organismi, a fare una riflessione seria, perché questo è un segnale che va in una direzione sbagliata. Spero in un pronunciamento da parte degli organismi europei preoposti, sul merito e sul metodo». La sentenza di Strasburgo, ha ribadito l'arcivescovo di Genova, «è surreale, ideologica, e mostra che chi ha sentenziato forse non conosce niente della nostra storia. Sentenziare in modo così avulso, non è buon servizio a quel cammino europeo in cui - con le debite differenze istituzionali - come Chiesa crediamo profondamente, ma che deve avere un'anima spirituale, perché la politica, l'economia e la finanza non possono costituire l'anima di un popolo, di una nazione o di un nuovo soggetto come può essere l'Europa». Ma il capo dei vescovi italiani ha voluto esprimere la sua opinione anche su un altro tema dominante, relativo all'insegnamento della religione nella scuola. Per monsignor Bagnasco, riguardo all'ora di islam «il problema non è quello della libertà religiosa, che è un diritto indiscutibile, ma la titolarità dell'ora di religione nella scuola laica di Stato. Le finalità quali sono? Il problema è questo: a che titolo si insegna religione all'interno di una scuola pubblica e laica». Infatti, spiega ancora il presule, l'ora di religione cattolica «è cosa diversa dal catechismo che si fa in parrocchia: è stato riconosciuta la presenza della religione cattolica nella nostra cultura e storia, il che significa che senza una conoscenza del fatto della religione cattolica è difficile comprendere la nostra stessa cultura italiana».
Quanto al fatto che, però, «gli insegnanti sono approvati dall'autorità ecclesiastica (nello specifico dal vescovo, come previsto dal Concordato), Bagnasco taglia corto: «Non si potrebbe garantire altrimenti che sia insegnata davvero la religione cattolica, richiesta dalle famiglie che liberamente se ne avvalgono, e non le diverse opinioni». Ma la conclusione dell'Assemblea generale, che ha riunito 250 vescovi in quattro giorni di intensi lavori, non delude neanche dal punto di vista politico. Commentando i sommovimenti nella scena italiana, Bagnasco ha chiarito che la Cei preferisce tenersi a distanza dalla grandi manovre per ricostruire un partito di centro: «I cattolici italiani possono servire il loro Paese, in qualunque partito politico militino, purché siano coerenti e in grado di esprimere i loro valori».
Il cardinale, di cui si ipotizza un trasferimento alla Congregazione per i vescovi al posto del cardinale Re - ha poi parlato di contatti tra la Chiesa e tutte le formazioni, Lega compresa, e, rispondendo ad una domanda sulle primarie del Pd, ha lodato «la partecipazione democratica avvenuta per eleggere il nuovo segretario». Bagnasco è anche tornato sul suo appello al "disarmo" nella politica italiana ed ha esortato i media «alla responsabilità: ciò non significa censurare le notizie, ma nemmeno affondare il coltello». E per quanto riguarda la nuova formazione politica di Francesco Rutelli ha aggiunto: «Non è compito nostro dare giudizi o valutazioni particolari di merito, ci sono dinamiche proprie della politica. Auspichiamo, ed esprimo il pensiero dei miei confratelli, che i cattolici là dove sono, ovunque siano, possano esprimere con libertà ed efficacia nel processo democratico le loro convinzioni e valori, per essere a servizio del Paese ovunque siano, con coerenza». Parlando più in generale dei lavori dell'Assemblea, il presidente ha detto: «Sono stati giorni intensi e molto belli, di grande fraternità episcopale e di preghiera, nel clima mariano e di S. Francesco». Rispetto alla logistica romana, ha concluso, «la stanzialità di Assisi ha immerso i vescovi in un'atmosfera di comunità. Siamo stati in grado di parlare di tutto: dal rito delle esequie al documento Chiesa e Mezzogiorno, dalla questione antropologica con il rapporto tra etica della vita e fino alla relazione tra il mondo dei media e la Chiesa».

© Copyright Liberal 13 novembre 2009 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,

a proposito del Crocifisso ti propongo questo articolo interessante in inglese:
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/8358027.stm

Angel