domenica 8 novembre 2009
Il Papa: nell'Italia di oggi rifiuto della Verità ma sete di certezze (Izzo)
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Il Papa: "Viviamo in tempi nei quali si avverte una vera emergenza educativa"
Il Papa: "Si vanno diffondendo un’atmosfera, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona, del significato della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita. Eppure si avverte con forza una diffusa sete di certezze e di valori. Occorre allora trasmettere alle future generazioni qualcosa di valido, delle regole solide di comportamento, indicare alti obiettivi verso i quali orientare con decisione la propria esistenza" (Discorso)
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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
PAPA: IN ITALIA DI OGGI RIFIUTO VERITA' MA SETE DI CERTEZZE
Salvatore Izzo
(AGI) - Brescia, 8 nov.
Nell'Italia di oggi "si vanno diffondendo un'atmosfera, una mentalita' e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona, del significato della verita' e del bene, in ultima analisi della bonta' della vita.
Eppure - rileva Papa Ratzinger - si avverte con forza una diffusa sete di certezze e di valori".
E' un'analisi complessa della nostra societa' e delle difficolta' che incontra in essa un serio progetto educativo, quella proposta da Benedetto XVI nel discorso pronunciato all'"Istituto Paolo VI", del quale ha inaugurato nel corso della visita alla diocesi di Brescia la nuova sede a Concesio, sorta proprio accanto alla casa
natale di Giovanni Battista Montini. Un'occasione prestigiosa per il Pontefice teologo - che qui ha assistito al conferimento del "Premio Paolo VI", definito da Giovanni Paolo II il "nobel cattolico" - per riprendere la riflessione avviata, prima a livello della diocesi di Roma e poi con tutta la Chiesa Italiana, sulla "emergenza educativa". "Occorre trasmettere alle future generazioni - ha spiegato - qualcosa di valido, delle regole solide di comportamento, indicare alti obiettivi verso i quali orientare con decisione la propria esistenza. Aumenta la domanda di un'educazione capace di farsi carico delle attese della gioventu'; un'educazione che sia innanzitutto testimonianza e, per l'educatore cristiano, testimonianza di fede". In proposito, Papa Benedetto ha citato una "incisiva frase programmatica di Giovanni Battista Montini scritta nel 1931: 'Voglio che la mia vita sia una testimonianza alla verita'". E - smentendo un luogo comune sul pontificato montiniano - ha rilevato che per il suo predecessore bresciano "il cattolico non e' il tormentato da centomila problemi sia pure d'ordine spirituale. No, il cattolico e' colui che ha la fecondita' della sicurezza. Ed e' cosi' che, fedele alla sua fede, puo' guardare al mondo non come ad un abisso di perdizione, ma come a un campo di messe". "Coloro che non condividono le posizioni della Chiesa chiedono a noi estrema chiarezza di posizioni, per poter stabilire un dialogo costruttivo e leale", sono altre parole di Papa Montini citate oggi dal successore che ha espresso ammirazione intellettuale per "i numerosi suoi interventi dedicati alle nuove generazioni, in momenti burrascosi e travagliati, come il Sessantotto", nei quali questo grande Pontefice italiano "con coraggio, indico' la strada dell'incontro con Cristo come esperienza educativa liberante e unica vera risposta ai desideri e alle aspirazioni dei giovani, divenuti vittime dell'ideologia". Per Ratzinger, come per Montini, "il pluralismo culturale e il rispetto non debbono far mai perdere di vista al cristiano il suo dovere di servire la verita' nella carita', di seguire quella verita' di Cristo che, sola, da' la vera liberta'".
"L'educatore Montini, studente e sacerdote, vescovo e Papa, avverti' sempre - ha ricordato il Pontefice tedesco - la necessita' di una presenza cristiana qualificata nel mondo della cultura, dell'arte e del sociale, una presenza radicata nella verita' di Cristo, e, al tempo stesso, attenta all'uomo e alle sue esigenze vitali. Della cultura moderna - in molti discorsi e nel suo Magistero - sottolineava alcune caratteristiche negative, sia nel campo della conoscenza che in quello dell'azione, come il soggettivismo, l'individualismo e l'affermazione illimitata del soggetto. Allo stesso tempo, pero', riteneva necessario il dialogo a partire sempre da una solida formazione dottrinale, il cui principio unificante era la fede in Cristo; una 'coscienza' cristiana matura, dunque, capace di confronto con tutti, senza pero' cedere alle mode del tempo". Per Ratzinger, "l'attenzione al problema educativo, la formazione dei giovani, costituisce una costante nel pensiero e nell'azione di Montini, attenzione che gli deriva anche dall'ambiente familiare". Nato "in una famiglia
appartenente al cattolicesimo bresciano dell'epoca, impegnato e fervente in opere, e cresciuto alla scuola del padre Giorgio, protagonista di importanti battaglie per l'affermazione della liberta' dei cattolici nell'educazione", Giovanni Battista Montini rivendicava dal regime fascista, ha ricostruito il Papa di oggi, "un po' di liberta' per educare come vogliamo quella gioventu' che viene al cristianesimo attratta dalla bellezza della sua fede e delle sue tradizioni". E, ha quindi concluso, "generazioni di giovani universitari hanno trovato in lui, come assistente della FUCI, un punto di riferimento, un formatore di coscienze, capace di entusiasmare, di richiamare al compito di essere testimoni in ogni momento della vita, facendo trasparire la bellezza dell'esperienza cristiana".
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3 commenti:
A proposito del tema "emergenza educativa" connesso anche alla questione del Crocifisso nelle scuole superbo intervento di S.E. Card. Caffarra. Qui ampi stralci: http://paratisemper.blogspot.com/2009/11/i-barbari-sono-tornati-se-card-carlo.html#more
Un passaggio che fotografa la realta' italiana e un richiamo indiretto ad alcuni sempre pronti presentare le cose in modo edulcorato......
Bravissimo Izzo a mettere in luce, forse lui solo, queste affermazioni di Papa Montini citate da Benedetto, che non solo demoliscono la figura falsata di Paolo VI come Papa dei dubbi, ma sono anche tanto tanto attuali e riproponibili, soprattutto, direi, agli ultimi due successori di Montini a capo della Diocesi Milanese:
"il cattolico non e' il tormentato da centomila problemi sia pure d'ordine spirituale. No, il cattolico e' colui che ha la fecondita' della sicurezza. Ed e' cosi' che, fedele alla sua fede, puo' guardare al mondo non come ad un abisso di perdizione, ma come a un campo di messe". "Coloro che non condividono le posizioni della Chiesa chiedono a noi estrema chiarezza di posizioni, per poter stabilire un dialogo costruttivo e leale".
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