domenica 8 novembre 2009

La selva di croci sopra Strasburgo (Lorenzo Mondo)


Vedi anche:

Paolo e Benedetto, due Papi ed il filo che li lega (Ersilio Tonini)

Il solito Farinella: «Il crocifisso? È simbolo del fascismo. Togliamolo»

Il Papa a Brescia e Concesio: lo speciale di Avvenire

Il Papa oggi a Brescia (purtroppo sotto la pioggia)

Crocifissi cacciati, gli ebrei favorevoli alla sentenza di Strasburgo?

"Paolo VI. L'audacia di un Papa" di Andrea Tornielli: la recensione de "Il Foglio"

Ratzinger e Montini, nelle parole e nei gesti l’affinità tra due «maestri» (Roncalli)

«Caritas in veritate»: Paolo VI, Benedetto XVI e la matrice della dottrina sociale (Imbelli)

Domenica 8 novembre Benedetto XVI a Brescia e a Concesio, diciassettesima visita pastorale in Italia

Il rapporto di "Una Voce": "Summorum Pontificum: secondo anno - Analisi e Sintesi" (Messainlatino)

Chiesa e Anglicani: perché il no al sacerdozio delle donne è dottrina definitiva e infallibile (Messainlatino)

Le brutte chiese simbolo del nulla (Marco Respinti)

La battaglia di Benedetto contro il laicismo (Allen)

Il crocifisso? Non lo ricordo (Valli)

Il Crocifisso, simbolo di sofferenza che non può offendere nessuno (Claudio Magris)

Crocifisso sfrattato, quando si offende il senso comune (Piero Ostellino)

Come ridurre la Santa Romana Chiesa a un noiosissimo film progressista. Lo scisma di Chiaberge: pensa a una banalità, senz’altro c ’è (Crippa)

Il legame fra Benedetto XVI e Paolo VI (Lucio Brunelli)

Crocifissi, Così i giudici ci condannano a un uomo senza umanità (Veneziani)

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A BRESCIA E CONCESIO (8 NOVEMBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

SENTENZA LAICISTA SULLO SFRATTO DEL CROCIFISSO DALLE AULE: SPECIALE

La selva di croci sopra Strasburgo

LORENZO MONDO

Mi sembra distratta, avventata, e nella sostanza ingiusta (summum ius, summa iniuria) la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ritiene illegittima l’esposizione del Crocifisso nelle scuole italiane.
Nella dottrina e nella pratica corrente quell’icona non provoca conseguenze discriminatorie e persecutorie, come dimostra tra l’altro il fatto che sotto le sue braccia accoglienti sono cresciuti fior di anticlericali e laici catafratti.
Sono note le parole espresse a suo tempo, in un analogo contenzioso, dal presidente Ciampi a difesa del Crocifisso «come simbolo di valori che stanno alla base della nostra identità italiana»; e il caldo affetto manifestato da Natalia Ginzburg per «l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini, fino allora assente». Sono opinioni ragguardevoli, ma conta di più nella presente circostanza la volontà di genitori, scuole, comunità locali, a cui dovrebbe spettare sulla materia l’ultima parola.
I diritti della maggioranza, quando non siano affliggenti per nessuno dotato di raziocinio, non possono essere mortificati da altre convinzioni, oltreché dalle ubbìe e dai sofismi di dubbia caratura.
Ma qualche parola di comprensione va pure spesa per la famiglia che ha fatto ricorso alla Corte europea, in particolare per il giovane Sami Albertin che si sentiva ossessionato dagli occhi del Crocifisso inchiodato sul muro della sua classe.
Qualunque sia l’esito definitivo del ricorso e controricorso, dovrà infatti continuare a vedersela, occhi a parte, con una pubblica, e apprensiva, foresta di simboli.
Come eludere le croci che svettano sulle mille chiese d’Italia? Come evitare l’incontro non banale con i Crocifissi di Cimabue, Giotto, Masaccio? Dovrà ritrarsi schifato, e magari rinunciare a ogni soccorso, davanti ai furgoni della Croce Rossa? Sarà dura inoltre per lui staccare i fogli di un calendario, sostituendo mentalmente, alla data che ricorda la nascita di Cristo, quella di un presentabile nume dell’ateismo. A meno che mamma e papà non vogliano muovere guerra, di slancio, a tutte queste tormentose presenze. Chissà se a simili, eventuali istanze saprebbero rispondere, a norma di codicilli, i giudici di Strasburgo.

© Copyright La Stampa, 8 novembre 2009 consultabile online anche qui.

Nessun commento: