domenica 8 novembre 2009

Il Papa: “centrale” per la Chiesa il rapporto col modo secolarizzato (AsiaNews)


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Papa: “centrale” per la Chiesa il rapporto col modo secolarizzato

In visita a Brescia, a 30 anni dalla morte di Paolo VI, Benedetto XVI ricorda parole ed esempio di papa Montini. Una Chiesa “povera, e cioè libera” che, allora come oggi, deve avere e cercare "coscienza", "rinnovamento" e "dialogo". E : “tanti – disse – si aspettano dal Papa gesti clamorosi, interventi energici e decisivi. Il Papa non ritiene di dover seguire altra linea che non sia quella della confidenza in Gesù Cristo, a cui preme la sua Chiesa più che non a chiunque altro”.

Brescia (AsiaNews)

La “questione della Chiesa, della sua necessità nel disegno di salvezza e del suo rapporto con il mondo” è “assolutamente centrale”, come diceva papa Paolo VI, anzi è resa ancora più “radicale” oggi, a causa degli sviluppi della secolarizzazione e della globalizzazione, “nel confronto con l’oblio di Dio, da una parte, e con le religioni non cristiane, dall’altra”.
A 30 anni dalla morte di Paolo VI, Benedetto XVI, in visita a Brescia e Concesio, paese natale di papa Montini, che alla Chiesa “ha consacrato tutta la sua vita”, ha sottolineato le sfide che al mondo d’oggi la Chiesa, in tutte le sue componenti, si trova di fronte e l’importanza che essa ha “per la salvezza dell’umanità e, al tempo stesso, l’esigenza che tra la Comunità ecclesiale e la società si stabilisca un rapporto di mutua conoscenza e di amore”. Una Chiesa “povera, e cioè libera”, come la definì papa Montini, e che, allora come oggi, deve avere e cercare "coscienza", "rinnovamento" e "dialogo".
Alle quasi 15mila persone che sono riuscite ad avere posto in una piazza Paolo VI completamente piena, malgrado la pioggia, (nella foto) durante la messa Benedetto XVI - con voce un po' roca - ha, tra l’altro, citato alcuni passi del Pensiero alla morte dello scomparso papa, là dove dice: "E alla Chiesa, a cui tutto devo e che fu mia, che dirò? Le benedizioni di Dio siano sopra di te; abbi coscienza della tua natura e della tua missione; abbi il senso dei bisogni veri e profondi dell’umanità; e cammina povera, cioè libera, forte ed amorosa verso Cristo". “Che cosa si può aggiungere - ha proseguito Bemedetto XVI - a parole così alte ed intense? Soltanto vorrei sottolineare quest’ultima visione della Chiesa ‘povera e libera’, che richiama la figura evangelica della vedova. Così dev’essere la Comunità ecclesiale, per riuscire a parlare all’umanità contemporanea”. Ciò stava particolarmente a cuore a papa Montini, che “ha dedicato tutte le sue energie al servizio di una Chiesa il più possibile conforme al suo Signore Gesù Cristo, così che, incontrando lei, l’uomo contemporaneo possa incontrare Lui, perché di Lui ha assoluto bisogno. Questo è l’anelito di fondo del Concilio Vaticano II, a cui corrisponde la riflessione del Papa Paolo VI sulla Chiesa”.
“Cari amici – e mi rivolgo in modo speciale ai Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio –, come non vedere che la questione della Chiesa, della sua necessità nel disegno di salvezza e del suo rapporto con il mondo, rimane anche oggi assolutamente centrale? Che, anzi, gli sviluppi della secolarizzazione e della globalizzazione l’hanno resa ancora più radicale, nel confronto con l’oblio di Dio, da una parte, e con le religioni non cristiane, dall’altra? La riflessione di Papa Montini sulla Chiesa è più che mai attuale; e più ancora è prezioso l’esempio del suo amore per lei, inscindibile da quello per Cristo”.
Benedetto XVI, ha citato poi l’enciclica Ecclesiam suam "Il mistero della Chiesa – leggiamo – non è semplice oggetto di conoscenza teologica, dev’essere un fatto vissuto, in cui ancora prima di una sua chiara nozione l’anima fedele può avere quasi connaturata esperienza" (ibid., p 229, n. 178).
Questo presuppone una robusta vita interiore, che è "la grande sorgente della spiritualità della Chiesa, modo suo proprio di ricevere le irradiazioni dello Spirito di Cristo, espressione radicale e insostituibile della sua attività religiosa e sociale, inviolabile difesa e risorgente energia nel suo difficile contatto col mondo profano" (ibid., p. 231, n. 179)”.
“In questo Anno Sacerdotale - ha aggiunto - mi piace sottolineare come essa interessi e coinvolga in modo particolare i sacerdoti, ai quali Papa Montini riservò sempre un affetto e una sollecitudine speciali”. Ai sacerdoti e ai seminaristi, Benedetto XVI ricordando quanto papa Montini scrisse nell’enciclica sul celibato sacerdotale ha detto che “la verginità consacrata dei sacri ministri manifesta infatti l’amore verginale di Cristo per la Chiesa e la verginale e soprannaturale fecondità di questo connubio" (Sacerdotalis caelibatus, 26)”.
E, ancora, citando un discorso agli alunni del Seminario Lombardo del 7 dicembre 1968”, mentre le difficoltà del post-Concilio si sommavano con i fermenti del mondo giovanile: ‘Tanti – disse – si aspettano dal Papa gesti clamorosi, interventi energici e decisivi. Il Papa non ritiene di dover seguire altra linea che non sia quella della confidenza in Gesù Cristo, a cui preme la sua Chiesa più che non a chiunque altro.
Sarà Lui a sedare la tempesta… Non si tratta di un’attesa sterile o inerte: bensì di attesa vigile nella preghiera. È questa la condizione che Gesù ha scelto per noi, affinché Egli possa operare in pienezza. Anche il Papa ha bisogno di essere aiutato con la preghiera’ (Insegnamenti VI, [1968], 1189)”.
. Ai laici, poi, cui Paolo VI ha dedicato tanta parte del suo insegnamento, Benedetto XVI ha ricordato che si possono “trovare indicazioni sempre preziose per affrontare le sfide del presente, quali, soprattutto, la crisi economica, l'immigrazione, l'educazione dei giovani'
All’Angelus, infine, ancora dedicato alla figura di Paolo VI, Benedetto XVI ne ha sottolineato l’amore per Maria. “Via via che le sue responsabilità ecclesiali aumentavano – ha detto - egli andava infatti maturando una visione sempre più ampia ed organica del rapporto tra la Beata Vergine Maria e il mistero della Chiesa. In tale prospettiva, rimane memorabile il Discorso di chiusura del 3° Periodo del Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964. In quella sessione venne promulgata la Costituzione sulla Chiesa Lumen gentium, che – sono parole di Paolo VI – ‘ha come vertice e coronamento un intero capitolo dedicato alla Madonna’”. “In quel contesto proclamò Maria Santissima ‘Madre della Chiesa’, sottolineando, con viva sensibilità ecumenica, che ‘la devozione a Maria… è mezzo essenzialmente ordinato ad orientare le anime a Cristo e così congiungerle al Padre, nell’amore dello Spirito Santo’”.

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