giovedì 6 novembre 2008
Forum cattolico-musulmano, Joseph Maila: "Abbiamo lavorato in spirito di umiltà evitando scetticismo e semplice buona volontà" (Sir)
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FORUM CATTOLICO-MUSULMANO: “LAVORI SVOLTI IN SPIRITO DI UMILTÀ”
“Abbiamo lavorato in spirito di umiltà evitando scetticismo e semplice buona volontà.
Abbiamo toccato punti anche controversi come l’islamofobia, atteggiamento negativo dell’Occidente, facendo delle differenze un punto di contatto”. Così Joseph Maila, docente dell’Istituto cattolico di Parigi, ha descritto lo spirito dei lavori del primo seminario del forum cattolico-musulmano che si è svolto a Roma su iniziativa del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e dei 138 musulmani firmatari della lettera “A common word”. “Le sfide che attendono il dialogo tra cattolici e musulmani - ha spiegato il docente francese - sono teologiche, non si tratta di uno scambio di convenevoli ma di credenze, etiche, si tratta di riconoscere l’altro nella sua dignità e quindi nei suoi diritti che sono dono di Dio, ed infine pratiche, legate alla necessità di evitare ogni discriminazione legata alla religione, l’islamofobia, la xenofobia e di garantire la libertà di coscienza”. Temi richiamati anche, dalla parte musulmana, da Ingrid Mary Mattson, presidente della Società islamica del Nord America (Isna).
“In questi giorni - ha detto la rappresentante islamica - abbiamo ascoltato la voce delle minoranze e visto nei volti anche la loro sofferenza”. Nel suo intervento ha inoltre invitato a superare le generalizzazioni intorno ai musulmani “che non sono tutti come vengono dipinti” evidenziando anche una parte moderata.
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FORUM ISLAMO CATTOLICO: NASR (ISLAM) AL PAPA, “IMPARARE QUALCOSA CIASCUNO DALL’ALTRO”
"Incontriamoci nell'amore di Dio": questo l’auspicio di Seyyed Hossein Nasr, professore di studi islamici alla George Washington University all’udienza concessa questa mattina dal Papa al Forum Islamo Cattolico. "Il fine della pace è comune tra le nostre due religioni e siamo qui proprio nella speranza di ottenere la pace tra Cristianità e Islam", ha dichiarato Nasr rivolgendosi a Benedetto XVI. Dopo aver sottolineato gli aspetti comuni delle religioni, Nasr ha riconosciuto che "entrambe le nostre storie sono state inframmezzate da periodi di violenza e quando la religione è stata forte nelle nostre società, diverse forze politiche hanno perpetrato la violenza nel suo nome e in taluni casi, questa violenza è stata legittimata dalle autorità religiosi. Certamente non possiamo affermare che la violenza sia stata prerogativa di una sola religione". Nasr ha evidenziato le diverse esperienze della Cristianità rispetto all'Islam relativamente all'umanesimo secolare e al razionalismo associato all'illuminismo, aggiungendo: "Forse possiamo imparare qualcosa ciascuno dall'altro". "Dovremmo unirci nella lotta alla desacralizzazione e alle forze antireligiose del mondo moderno e questo sforzo congiunto dovrebbe avvicinarci".
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3 commenti:
Leggendo quanto riportato in questo articolo, non posso che esprimere ottimismo per il lavoro svolto e quello che spero si continuerà a svolgere. Le premesse ci sono tutte da ambo le parti.
Ancora una volta, anche se giornaloni e telegiornaloni non ne danno notizie approfondite, Benedetto XVI, ha saputo fare passi da gigante in ambiti in cui la chiesa era recalcitrante e forse timorosa.
Il coraggio di parlare chiaro anche a costo di essere bollato come irresponsabile e guerrafondaio, ha premiato e sono sicura che se si seguirà la linea di azione impostata da benedetto XVI, il dialogo potrà andare avanti alla faccia di coloro che reputano a torto, il Pontefice come retrogrado ed amante del medio evo.
Islamofobia...e di cristianofobia se ne è parlato?
Si è parlato della persecuzione dei cristiani e dei musulmani converiti, condananti a morte?
In Europa i musulmani godono di tutti i diritti delle nostre democrazie, compreso quello di praticare liberamente la loro religione, che arrivano anche a imporre sempre più nella nostra società in diverse occasioni.
Io sono curiosa ora di vedere quale diffusione, quale applicazione pratica, questo testo avrà nei Paesi musulmani, perchè è lì che concretamente, giorno dopo giorno, i nostri fratelli cattolici soffrono.
Cara luisa, come sempre malgrado io condivida le tue osservazioni, noto, non solo, una nota polemica nei confronti di un avvenimento che anche se non porterà risultati immediati e comunque di portata storica ma, anche un sottilissimo e velato senso di disfattismo. Come tutti noi di questo blog, anche tu, converrai con me che senza il Discorso di Ratisbona, a questo punto non ci saremmo arrivati; certo non è una situazione che può cambiare in 5 minuti ma, non bisogna essere scettici perchè altrimenti dal mio punto di vista, sarebbe come dichiarare che Benedetto XVI ha lavorato e sta lavorando inutilmente.
E' una situazione complicata, complessa che non è mai stata affrontata per anni; dunque, lasciamo che questo dialogare continui seguendo la linea scomoda ma, efficace della verità e aspettiamo che maturino i frutti di questo lavoro.
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