sabato 10 gennaio 2009

Gaza, il Papa calibra la posizione vaticana (Vecchi)


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L'appello «Condanno la violenza da ogni parte essa provenga»

Il Papa calibra la posizione vaticana

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Benedetto XVI parla del «conflitto tra israeliani e palestinesi » e delle «immense sofferenze» delle «popolazioni civili», torna ad invocare una «tregua» a Gaza, auspica che nelle prossime «scadenze elettorali cruciali » possano «emergere dirigenti capaci» di puntare alla pace con «un approccio globale ai problemi di quei Paesi», e ripete che «l'opzione militare non è una soluzione » e «la violenza» va «condannata fermamente»: «da qualunque parte essa provenga» e «qualsiasi forma assuma».

Alla fine l'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Mordechai Lewy, sorride e spiega che le relazioni tra Santa Sede e Israele sono «buone » ed anzi «certamente migliori che negli scorsi decenni».

Se il cardinale Renato Martino paragonava Gaza a un campo di concentramento, «vuol dire che non ha mai visto un lager in vita sua» dice l'ambasciatore, e del resto «la sua è una posizione personale» e «non è lui a guidare la diplomazia vaticana ».

Incidente chiuso. Ieri ha parlato il Papa, un intervento vasto sui problemi del mondo (dagli «attacchi gravissimi ai cristiani» ai poveri della terra: «Per costruire la pace, occorre ridare loro speranza») davanti al corpo diplomatico accreditato in Vaticano. Un discorso calibratissimo, «realistico e concreto», ha riassunto l'Osservatore romano. Nessun cenno alle polemiche. Ma l'editoriale del direttore Giovanni Maria Vian è titolato: «La voce del vescovo di Roma». Benedetto XVI ha chiesto «l'impegno della comunità internazionale» per una tregua, e di rilanciare negoziati di pace «rinunciando all'odio, alle provocazioni e all'uso delle armi ». Tra l'altro ha parlato del suo viaggio in Africa ma non di quello in Israele. E aggiunto che occorre «un sostegno al dialogo tra Israele e Siria e, per il Libano, appoggiare il consolidarsi delle istituzioni». Quanto al-l'Iran, «non bisogna rinunciare a cercare una soluzione negoziata alla controversia sul programma nucleare».
Proprio ieri, intanto, la Cei ha diffuso un documento sul dialogo tra ebrei e cristiani in cui si dice che «facilmente l'antisemitismo si sposa con l'antisionismo» e che «sarebbe stato opportuno un cenno alla Shoah nella costituzione europea».

© Copyright Corriere della sera, 9 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

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