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DA ROMA
SALVATORE MAZZA
Assistendo alle gare degli ultimi mondiali di nuoto, «non è difficile rendersi conto di quanta potenzialità Iddio abbia dotato il corpo umano, e quali interessanti obiettivi di perfezione esso possa raggiungere» .
Davanti a Benedetto XVI, che nel pronunciare queste parole ricorda «lo stupore del salmista che, contemplando l’universo, canta la gloria di Dio e la gran- dezza dell’essere umano», una delegazione dei quattromila protagonisti dei Mondiali di Roma 2009 è stata ricevuta in udienza a Castel Gandolfo a poche ore dal termine delle competizioni. Attraverso le quali, osserva ancora papa Ratzinger, « offrite al mondo un avvincente spettacolo di disciplina e di umanità, di bellezza artistica e di tenace volontà. Mostrate a quali traguardi può condurre la vitalità della giovinezza, quando non si rifiuta la fatica di duri allenamenti e si accettano volentieri non pochi sacrifici e privazioni. Tutto questo costituisce anche per i vostri coetanei un’importante lezione di vita».
In prima fila, vicine a un’emozionatissima Federica Pellegrini («La visita dal Papa – racconterà alla fine – mi ha regalato un’emozione fortissima, lui mi ha detto che ha visto tutte le mie gare. Sono rimasta senza parole, gli ho detto solo grazie » ), le azzurre della pallanuoto Bosurgi e Gigli, il campione del mondo della 25 chilometri Valerio Cleri e il bronzo nella stessa distanza Federica Vitale; accanto Paul Biedermann (due ori nei 200 e 400 stile libero). Saranno loro, al termine dell’udienza, a consegnare al Pontefice la maglia e il cappello della nazionale italiana di nuoto, assieme a «Diva», la ranocchietta mascotte di Roma ’09 che papa Ratzinger sventolerà al congedo salutando i suoi ospiti; da parte di Biedermann, invece, una maglia della Germania autografata da tutti i nuotatori tedeschi: « È un’esperienza che si vive una sola volta – confesserà alla fine –. È dieci volte meglio della medaglia d’oro. Il Papa si è congratulato con me e mi ha detto di andare avanti così».
Dopo il saluto del presidente della Federazione mondiale nuoto (Fina), Julio Maglione, e di quello della Federazione italiana nuoto (Fin), Paolo Barelli, Benedetto XVI ha pronunciato il suo discorso in italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo, sottolineando come lo sport «praticato con passione e vigile senso etico, specialmente per la gioventù, diventa palestra di sano agonismo e di perfezionamento fisico, scuola di formazione ai valori umani e spirituali, mezzo privilegiato di crescita personale e di contatto con la società». Quindi la sottolineatura, ricordata all’inizio, dello 'stupore' di fronte al corpo umano, rispetto al quale «le discipline sportive, ognuna con modalità diverse, ci aiutano ad apprezzare questo dono che Iddio ci ha fatto». Per questo, ha osservato, «la Chiesa segue e si prende cura dello sport, praticato non come un fine a se stesso, ma come un mezzo, come strumento prezioso per la formazione perfetta ed equilibrata di tutta la persona».
«Con le vostre imprese – ha infine concluso Benedetto XVI, – siete un esempio di tenacia e disciplina per i vostri coetanei, anche nella vita di tutti i giorni. Vi auguro di nuotare verso orizzonti sempre più grandi».
Ricevuti a Castel Gandolfo i partecipanti ai campionati che oggi si chiudono nella capitale. «Ringraziamo il Signore per aver dotato il corpo di tanta perfezione, per averlo arricchito di bellezza e armonia»
© Copyright Avvenire, 2 agosto 2009
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