mercoledì 21 ottobre 2009

Lo scisma sanato e il primato di Pietro (Rocco Buttiglione)


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Lo scisma sanato e il primato di Pietro

di Rocco Buttiglione

Passi avanti decisivi tra cattolici e anglicani, con la Costituzione apostolica che il Papa ha preparato. Più che ricomporre uno scisma, però, si traggono le conseguenze di un altro scisma, in questo caso a vantaggio della Chiesa cattolica anche se in accordo con la Comunità anglicana.
Vantaggio non solo perché si spalancano le porte al ritorno di milioni di fedeli con i loro sacerdoti, ma soprattutto perché si conferma che la linea vincente e coerente è quella seguita da Roma. La volontà di fare tutti i passi necessari per permettere agli anglicani di aderire al cattolicesimo ha in realtà una storia lunga, che risale addirittura all'Ottocento, con un gigante come il cardinal John Henry Newman.
Almeno da allora e dal suo "Movimento di Oxford", che affrontava i temi che ancora oggi sono centrali nella questione. Newman infatti contrastava l'ascesa del liberalesimo e dell'illuminismo all'interno della Chiesa anglicana, e voleva collocarla in una via intermedia fra quelli che riteneva gli eccessi del luteranesimo da un lato e del cattolicesimo dall'altro. Nel corso dell'approfondimento del suo pensiero, però, e in particolare con i suoi studi sulle origini del cristianesimo, il futuro cardinale scelse di abbracciare del tutto la fede romana divenendone un importante teologo e filosofo.
Newman in qualche modo anticipò i tempi, e forse per questo un vasto numero di anglicani che apprezzava le sue idee non se la sentì infine di fare il passo ultimo. Altri importanti personaggi han- no seguito nei decenni successivi lo stesso percorso, trattandosi perlopiù ancora di conversioni isolate.
Negli ultimi anni però si è mosso qualcosa di più, e la percezione che una grande quantità di anglicani potessero tornare alla Chiesa di Roma era sempre più forte, anche sotto la spinta di due elementi potenti e di natura opposta: da un lato il grande fascino esercitato dalla figura di Giovanni Paolo II e dalla sua dolce fermezza, dall'altra le crescenti pulsioni "moderniste" che attirano una minoranza ma allontanano molti fedeli. Arriva a proposito l'iniziativa del Vaticano, che con prudenza e senza fretta ha però lavorato per rimuovere gli ostacoli formali che ancora si frapponevano all'abbraccio. Storicamente nella Chiesa anglicana c'era una distinzione tra la cosiddetta High Church e la Low Church. La prima credeva nella gerarchia episcopale e nell'Eucaristia, e di fatto solo ragioni disciplinari la separavano dalla Chiesa cattolica. La Low Church invece era molto più sensibile alle influenze protestanti, anche in teologia. Questa stessa distinzione storica è stata però superata e sostituita soprattutto da una nuova distinzione interna alla Chiesa anglicana. Da una parte quei settori che hanno ceduto di schianto all'ondata secolarista, e hanno adottato un orizzonte trascendentale dell'uomo moderno all'interno del quale, a loro avviso, è il cristianesimo che va ripensato e aggiornato, e persino amputato di tutte quelle parti che non rientrano in questo orizzonte. Dall'altra parte chi invece pensava che è il cristianesimo a fondare la storia, e che è la fede a costituire l'umanità piena, cui l'uomo è naturalmente chiamato ad aderire. Per questi ultimi la Chiesa è depositaria della fede ultima, e non deve dunque modernizzarsi né seguire gli umori dei tempi, ma al contrario deve mantenere vivi e puri gli insegnamenti di Cristo. La linea che impropriamente diciamo modernista ha avuto i suoi inizi, come abbiamo visto, già nel diciannovesimo secolo, sull'onda dell'illuminismo e del liberalesimo. Ma ha poi avuto un impulso nuovo e trainante nel secondo dopoguerra, con la secolarizzazione avanzante sull'onda di rinnovate ideologie. Negli ultimi decenni gli elementi importanti che hanno penetrato quella parte di Chiesa anglicana ed episcopale che più ha adottato questo orizzonte sono stati prima il femminismo, poi l'avanzata del movimento omosessuale, tanto da arrivare all'ordinazione delle donne e ora dei gay. Questo che è sentito come un progresso da parte di alcuni anglicani, è invece una situazione fortemente avversata da un'altra parte dei fedeli e del clero. Possiamo anzi dire che è fermamente contraria a tali sviluppi la parte più viva della chiesa anglicana, che è quella nelle terre di missione, specialmente in Africa. Un esempio su tutti la Nigeria. D'altro canto la posizione più progressista pur godendo di migliore stampa in realtà ha la maggioranza sì negli Stati Uniti, ma non certo incontrastata. E ancora più esile è la maggioranza modernista in Gran Bretagna, dove anzi forse questa maggioranza proprio non esiste: mi sembra piuttosto che si affrontino due minoranze divise da una maggioranza ondeggiante e incerta tra la posizione modernista e quella tradizionale. Questi balzi in avanti di una parte della Chiesa anglicana e episcopale all'inseguimento dei temi più alla moda, per quanto riguarda donne, omosessuali ma anche altri temi ad esempio di bioetica, hanno provocato la reazione del resto dei fedeli, alcuni dei quali già sono passati individualmente ad altre confessioni, perlopiù quella cattolica. E negli ultimi anni più volte si è affacciata l'ipotesi di un grande scisma tra gli anglicani, uno scisma che di fatto già esiste specie tra le diverse chiese nazionali.
In questo contesto si inserisce la presa di posizione della Chiesa cattolica che spalanca le sue porte a chi voglia rimanere nell'alveo della tradizione cristiana, senza andare a fondare una ulteriore nuova confessione. Riunificazione resa possibile anche dalle scarse differenze originarie in ambito teologico. Fondamentale per questo è stata la figura di Giovanni Paolo II e la forza di attrazione della sua personalità, che è stata capace di mostrare un cuore grande, aperto al mondo e alla comprensione dei tempi di oggi senza cedere minimamente alle tendenze alla moda, mantenendosi saldamente fermo sulle posizioni storiche del cristianesimo in tutti i temi più sensibili. Giovanni Paolo II, e oggi Benedetto XVI, e la fermezza della Chiesa cattoli a sui princìpi, esercitano una grandissima attrazione sui cristiani nei Paesi in via di sviluppo ma anche negli Stati Uniti. Anche perché proprio negli Usa come in Europa è risultato evidente che la scelta della linea della secolarizzazione ha portato quasi all'estinzione quelle che vengono dette le Main Stream Churches, cioè le chiese protestanti originarie e principali, come i luterani, i metodisti, gli stessi episcopali. Quanto più hanno voluto adattare Dio al loro orizzonte trascendentale dell'uomo moderno tanto più si sono allontanate da Dio, e di conseguenza gli uomini si sono allontanati da loro. D'altro canto negli Stati Uniti per contrasto sono cresciuti enormemente i movimenti evangelici, i quali hanno reagito a questa linea di secolarizzazione. Una reazione probabilmente avvenuta in modo eccessivo, incentrata su un letteralismo biblico che a volte spinge agli eccessi opposti. Anche da questo dato di fatto della predilezione dei fedeli per gli evangelici alcuni anglicani e altri protestanti hanno cominciato a ripensare le loro scelte e hanno avviato una inversione di rotta, riportando la centro la fedeltà a Cristo come incontro e la tradizione della Chiesa. In tal senso segnalo tra i primi il mio amico luterano Richard John Neuhaves.
E a questo punto val la pena di segnalare un fenomeno parallelo a quello anglicano anche proprio fra quegli evangelici che pure non sono in crisi. Ciononostante anche loro hanno fortemente sentito il fascino di Giovanni Paolo II per la libertà e la grandezza con cui ha difeso la vita e la morale cristiana davanti all'ondata di secolarizzazione. Questa fermezza dal cuore aperto è la chiave attraverso cui la Chiesa può prepararsi ad accogliere il ritorno di molti fedeli, da "destra" e da "sinistra", e il lavoro con gli anglicani lo conferma. Opportuna e non nuova la scelta di creare un canale speciale con gli ordinariati personali, e potrebbe essere il caso di pensare a un rito anglicano apposito per i neoconvertiti, sul modello di quello che esiste per gli uniati e gli orientali: i fedeli riconoscono l'autorità papale, i dogmi e il catechismo cattolico, ma seguono alcune loro particolarità non fondamentali ai fini della fede, ad esempio nella liturgia oppure nell'accoglienza di sacerdoti anglicani sposati.

© Copyright Liberal, 21 ottobre 2009 consultabile online anche qui.

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo i seguenti commenti dell'onorevole Rocco Buttiglione:

Salve, trovo solo ora sul vostro blog una serie di commenti sorprendenti a un mio articolo su anglicani e cattolici dello scorso ottobre. Capisco che è un po' tardi, ma ci terrei a farvi sapere una cosa che a me pare ovvio: sono grande amico e pubblico sostenitore di Papa Benedetto XVI, e non capisco perché lo si voglia mettere in contrapposizione con Giovanni Paolo II. Avevo perciò tentato di postare questo commento ma senza successo. Lo giro a voi. Cordiali saluti e buon lavoro
Rocco Buttiglione

Qualcuno ha completamente frainteso il mio pensiero. Mi vanto di essere stato amico già del cardinal Ratzinger, di cui ho difeso già in antico molte posizioni pagando un prezzo, dai temi dell'omosessualità all'ultima visita in Africa, tra i tanti casi. Posso tutt'ora onorarmi dell'amicizia di Papa Benedetto XVI. Ho spesso evidenziato il rapporto di continuità e quasi di simbiosi tra i due ultimi pontefici. Nell'articolo, centrato non sul Papa ma sui rapporti tra cattolici e anglicani, ho evidenziato la continuità della Chiesa cattolica, addirittura fin dai tempi del cardinal Newman. Chi vi vuole leggere altro fraintende non solo il senso di quanto scritto, ma anche di tutto il mio pensiero e della mia esperienza, mostrando peraltro di essere poco informato sulle mie posizioni e le mie prese di posizione, sempre a totale e convinto sostegno dell'attuale Pontefice.
Rocco Buttiglione

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul Sole 24 Ore pag 8 intervista a Messori: A Londra regna il caos dottrinale.
Alessia

sam ha detto...

Ma che delusione Buttiglione...
Io amo Giovanni Paolo II, ma è veramente vergognoso che un grandissimo risultato di Benedetto XVI e della sua svolta a favore della Tradizione nell'ermeneutica della continuità venga completamene ignorato, mentre il merito del ritorno di molti Anglicani viene arbitrariamente ricondotto tutto alla figura carismatica di Giovanni Paolo II esaltata per ben 3 volte come causa ultima del movimento che ha motivato infine questa "iniziativa del Vaticano". (!)
Ripeto, che delusione, che schifo! Sembra che il gioco di demolire e sminuire l'immagine del grandissimo Papa che è Benedetto XVI arruoli tutti i potenti di questo mondo, cattolici compresi, molto nel mondo e molto del mondo.

Raffaella ha detto...

Non posso che concordare...
R.

mariateresa ha detto...

guardate che Buttiglione ha un debole per papa Benedetto quindi non cercherei malizie dove non possono essercene. Certo l'articolo può apparire sbilanciato ma credo che l'intenzione sia di stabilire una continuità tra i due pontificati mentre vedo alcuni commentatori sottolineare l'assoluta novità dell'iniziativa verso gli anglicani del nostro Benedetto.
Insomma non vi trovo malanimo.

Anonimo ha detto...

Saro dura e anche ingiusta, ma è sempre stato così, Raffa. Il card. Ratzinger regista e deus ex machina, Papa Wojtyla superstar a mietere allori. Un po' come i dati di affluenza, quelli di Ratzinger dati al ribasso, quelli di Wojtyla al rialzo. A uno fango, all'altro incenso.
Alessia

euge ha detto...

Cara Alessia hai centrato il problema!

Guando mai sentiremo o leggeremo di qualcuno che riconosca nel card. Ratzinger il collaboratore più proficuo, devoto e sincero che ha contribuito in modo determinante alla grandezza del Pontificato di Giovanni Paolo II?
Quando, si riconoscerà finalmente che Benedetto XVI è il Papa giusto per questo nostro momento storico basato sul relativismo estremo in ogni situazione?
Forse MAI!
Quanti dovrebbero fare MEA CULPA!

Anonimo ha detto...

Benedetto XVI sa bene che uno semina, un altro raccoglie, sono tutti operai nella vigna del Signore; solo Dio fa crescere!
Umilta' è sapere che "senza di Lui non siamo capaci di far niente" e che dobbiamo dire "non abbiamo fatto altro che il nostro dovere", dopo aver fatto ciò che ci era richiesto.
Allora questi discorsi stupidi dei meriti lasciamoli a quelli che pensano secondo i criteri del mondo!

Caterina63 ha detto...

Non sarei così severa con Buttiglione che è un affezionato di Ratzinger da quando frequentava Marcello Pera ^__^

Direi che Buttiglione ha postato la questioni in termini evolutivi ed onestamente è sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II che gli anglicani hanno cominciato a ritornare nella Grembo della Madre Chiesa...(in un colpo solo ne ritornarono 400 fra pastori e laici nell'84)
^__^

Diciamo pure che la comunità anglicana si è fatta un autogol incredibile con la scelta ultima di fare donne vescovo con poteri limitati...una assurdità del genere non la trovi neppure in Topolino ^__^
in più la scelta di creare fin anche una nuova liturgia per sposare le coppie dello stesso sesso è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso...

Benedetto XVI ha avuto semplicemente la prudenza di NON attendere il parere di Kasper e company, MA DI AGIRE DIRETTAMENTE ^__^
HA FATTO IL PAPA....finalmente ha agito da Papa...e non è un problema di meriti o meno, bensì finalmente il Papato (la Santa Sede) è tornato ad esistere al di sopra (come è giusto che sia) dei vari Pontifici e affini collegialità...
Il Papa è UNO solo, ed è quello VIVO, ...
san Giovanni Bosco per evitare che i suoi ragazzi fondassero il loro papismo sul Papa più simpatico o meno, evitava di fargli dire il nome, diceva: "DITE VIVA IL PAPA, E BASTA! IL PAPA E' UNO SOLO ED E' QUELLO LEGITTIMAMENTE IN VIGORE...."

Viva Benedetto XVI
^__^

sam ha detto...

Mah... io non disconosco, nè ho mai disconosciuto ed anzi ho più volte rimarcato anch'io su questo blog, gli indubbi meriti di Giovanni Paolo II e il discorso che è il Signore che fa crescere e che tra questi grandi Santi Papi c'è un legame consequenziale nello Spirito Santo. Sono cose che qui ho scritto spesso anch'io, ma non mi pare questo il punto, questa volta.
Leggendo l'articolo di Buttiglione obiettivamente non può sfuggire quanto sia - esso, non noi - sbilanciato da una parte soltanto, al punto di "dimenticare" completamente l'azione (pensiamo solo al difficile recupero della tradizione liturgica che tante lacrime e tradimenti costa a Bendetto - ricordate la lettera ai Vescovi - e che certo non è influente per gli Anglicani della TAC) e il conseguente grande risultato di QUESTO Pontificato, pur senza nulla togliere alle premesse gettate in quelli precedenti.
Guarda caso Buttiglione si spertica d'entusiamo e lodi verso il Papa, passato, verso cui è facile farlo e non spende una parola a favore del Papa presente, contro il quale è in atto un'ignobile campagna mediatica di demolizione d'immagine.
Certo noi - e ancor più il Santo Padre - dell'immagine e delle apparenze ce ne freghiamo, perchè quello che sta facendo Benedetto XVI è stratosferico e, quanto più osteggiato, tanto più sarà premiato in cielo. Ma ci piace lo stesso prendere appunti, perchè "dai nemici ci guardi Dio, che dagli amici....
Come se non avessimo già dovuto masticare amaro da parte di certuni "amici" del Papa!

sam ha detto...

Scusa Raffaella la fretta... l'aggettivo influente va corretto con ininfluente.
Grazie!

sam ha detto...

ti rimando subito tutto corretto, perchè anche il proverbio finale è invertito. Poi se puoi lascia solo il post giusto. Scusami ancora e grazie

sam ha detto...

Mah... io non disconosco, nè ho mai disconosciuto ed anzi ho più volte rimarcato anch'io su questo blog, gli indubbi meriti di Giovanni Paolo II e il discorso che è il Signore che fa crescere e che tra questi grandi Santi Papi c'è un legame consequenziale nello Spirito Santo. Sono cose che qui ho scritto spesso anch'io, ma non mi pare questo il punto, questa volta.
Leggendo l'articolo di Buttiglione obiettivamente non può sfuggire quanto sia - esso, non noi - sbilanciato da una parte soltanto, al punto di "dimenticare" completamente l'azione (pensiamo solo al difficile recupero della tradizione liturgica che tante lacrime e tradimenti costa a Bendetto - ricordate la lettera ai Vescovi - e che certo non è ininfluente per gli Anglicani della TAC) e il conseguente grande risultato di QUESTO Pontificato, pur senza nulla togliere alle premesse gettate in quelli precedenti.
Guarda caso Buttiglione si spertica d'entusiamo e lodi verso il Papa, passato, verso cui è facile farlo e non spende una parola a favore del Papa presente, contro il quale è in atto un'ignobile campagna mediatica di demolizione d'immagine.
Certo noi - e ancor più il Santo Padre - dell'immagine e delle apparenze ce ne freghiamo, perchè quello che sta facendo Benedetto XVI è stratosferico e, quanto più osteggiato, tanto più sarà premiato in cielo. Ma ci piace lo stesso prendere appunti, perchè "dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io!"
Come se in passato non avessimo già dovuto masticare amaro da parte di certuni "amici" del Papa!
Mi auguro che Buttiglione si ravveda e, come fa oggi il suo collega Volontè, sappia riconoscere anche a Benedetto quel che è di Benedetto.

euge ha detto...

Hai ragione sam.

Anonimo ha detto...

Sam, la frase è "dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io"...
Dio ha protetto il nostro caro Santo Padre dagli "amici" e l'ha ispirato a decidere senza perder tempo, nè tentomeno attendere il consiglio di certi "consiglieri"...
è vero, ha fatto il Papa!

Anonimo ha detto...

"Il Papa è UNO solo, ed è quello VIVO, ..."
Bravo!!! Frase vera!