mercoledì 21 ottobre 2009
Il Papa tende la mano agli Anglicani dissidenti (Acquaviva)
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COSTITUZIONE APOSTOLICA CIRCA GLI ORDINARIATI PERSONALI PER ANGLICANI CHE ENTRANO NELLA CHIESA CATTOLICA: LO SPECIALE DEL BLOG
«Saranno accolti» i tradizionalisti che hanno voltato le spalle alla Chiesa d'Inghilterra perché contrari all'ordinazione di donne e omosessuali
Il Papa tende la mano agli anglicani dissidenti
Diventeranno preti cattolici (anche quelli che sono sposati). Una Costituzione Apostolica ad hoc
Giorgio Acquaviva
Roma
La Chiesa cattolica ha deciso un passo ufficiale per accogliere quella parte di clero anglicano che lascia la Chiesa d'Inghilterra perché in dissenso con le decisioni degli ultimi decenni a proposito della ordinazione di donne e omosessuali.
La novità è che saranno accettati anche chierici sposati (e vescovi, che però saranno ammessi solo come sacerdoti). Una specifica Costituzione Apostolica è stata predisposta da Papa Benedetto XVI, secondo quanto annunciato ieri dal cardinale William Levada, che aveva preso il posto del cardinal Ratzinger alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede dopo l'elezione del teologo tedesco al soglio pontificio. Non è ancora sanato lo scisma che oltre 450 anni fa divise Roma e Canterbury, ma certo è la riaffermazione di uno spirito fraterno di comprensione reciproca e della continuazione del dialogo nonostante le tensioni riattizzatesi negli ultimi tempi.
Il Primate anglicano Williams ha dichiarato che questo passo di Roma «non è un elemento di rottura». Dalla Chiesa cattolica un'opportunità, «non un atto di proselitismo».
La Comunione Anglicana – presente in tutti i continenti – ha vissuto in tempi recenti grosse difficoltà, avanzate quando alcune realtà decisero la ordinazione di sacerdoti dichiaratamente gay e la benedizione di matrimoni omosessuali. Da qui la silenziosa "migrazione" nelle braccia della Chiesa di Roma. Occorreva però rendere "ordinata" questo rientro. E ora è stata trovata la soluzione, che potrebbe costituire in futuro un modello per "fare la pace" con altre comunità cristiane separate. Si è decisa la costituzione di "ordinariati personali", in tutto simili agli Ordinariati militari, ma dotati di regole proprie, che consentirà agli ex anglicani di non dipendere dal vescovo diocesano, mantenendo una parte delle tradizioni e dei riti non in contrasto con la Chiesa cattolica.
I sacerdoti anglicani sposati potranno diventare sacerdoti cattolici, ma non potranno diventare né vescovi né ordinari. Potranno aspirare a queste cariche i sacerdoti non sposati. I seminaristi potranno concludere gli studi in seminari cattolici e la loro ordinazione sarà decisa caso per caso; volendo, potranno sposarsi.
Il numero complessivo non è molto alto; si parla di meno di 50 vescovi coinvolti, mentre gli anglicani "tradizionalisti" sarebbero mezzo milione in tutto nel mondo. In effetti la questione di una "riunione senza assorbimento" della Chiesa Anglicana in quella Cattolica non è mai scomparsa dall'orizzonte. Se ne parlò nel XIX secolo e poi, nel secolo scorso, ci furono colloqui ufficiali sull'argomento. Il Concilio Ecumenico Vaticano II dichiarò chiaramente che «tra quelle comunioni nelle quali continuano a sussistere in parte le tradizioni e le strutture cattoliche, occupa un posto speciale la Comunione Anglicana», e la Commissione internazionale anglicano-cattolica ha negli anni prodotto una seriedi documenti e dichiarazioni in vista di una piena e visibile comunione. Nel 1982 Giovanni Paolo II autorizzò l'emanazione di un "provvedimento pastorale" per favorire il passaggio di clero sposato nella Chiesa cattolica.
Lo scisma voluto da un re... innamorato
La Chiesa d'Inghilterra tra il 1529 e il 1534 ruppe traumaticamente i rapporti con Roma quando re Enrico VIII, che aveva chiesto a Papa Clemente VII di annullare il matrimonio con Caterina d'Aragona per sposare la più giovane Anna Bolena e cercare di avere quell'erede maschio che la moglie non poteva più dargli, aggirò il rifiuto papale nel modo più drastico, distaccandosi dalla confessione cattolica. Una Chiesa della casa reale, quella anglicana, che ha come Governatore supremo il sovrano d'Inghilterra da quando Enrico VIII, nel 1534 fece votare al Parlamento inglese l'Atto di supremazia, con cui si proclamò «capo supremo» della Chiesa d'Inghilterra (la guida, in realtà, seppure "non ufficialmente", è l'arcivescovo di Canterbury, attualmente Rowan Williams). Lo scisma era cominciato cinque anni prima, quando papa Clemente VII negò l'annullamento del matrimonio tra il sovrano – che nel corso della sua vita ebbe sei mogli – e Caterina d'Aragona. Da allora, Enrico VIII, con l'aiuto del primo ministro Thomas Cromwell, promulgò una serie di leggi con cui sancì il distacco da Roma, riversando il suo astio sul clero cattolico inglese, a cui inflisse "sanzioni" d'ogni tipo. La ribellione del re aprì per i fedeli inglesi un periodo di grande confusione, sballottati tra la restaurazione papale operata dalla regina Maria I Tudor, figlia cattolica di Enrico VIII e Caterina d'Aragona e il ritorno al radicalismo anglicano sancito dalla successiva regina Elisabetta I che si proclamò «Governatore supremo» della Chiesa riformata, consolidandola come religione di Stato e andando incontro alla scomunica di papa Pio V. Per quasi cinque secoli lo scisma – che fu anche il riflesso della riforma protestante – non ha accennato ad assottigliarsi. Gli anglicani fanno tuttora riferimento ai 39 articoli del "Book of Common Prayer", uscito nel 1622, non considerano l'Immacolata concezione come un dogma, non riconoscono né la supremazia né l'infallibilità del papato.
© Copyright Gazzetta del sud, 21 ottobre 2009
Non cerchiamo subito di sminuire la portata storica del documento!
Potrebbero rientrare nella comunione anche solo dieci preti o vescovi, ma sarebbe sempre un atto straordinario e rivoluzionario.
R.
Non gradita, soprattutto da africani e asiatici, la scelta dell'arcivescovo di Canterbury
L'apertura ai gay ha sancito la definitiva spaccatura
Roma
Sono passati quasi 500 anni da quando Enrico VIII dichiarò l'indipendenza della Chiesa d'Inghilterra dall'autorità del Papa, ma è soltanto dopo l'ordinazione a sacerdoti e vescovi apertamente omosessuali e la benedizione di unioni matrimoniali tra persone dello stesso sesso, avvenuta negli ultimi decenni, che il solco già segnato è diventato una voragine, creando evidenti spaccature all'interno della stessa comunione anglicana.
A prendere le distanze sono stati soprattutto fedeli africani ed asiatici che nel tempo, a seguito dell'espansione dell'impero britannico e dell'apostolato missionario anglicano, avevano fatto della Chiesa riformata una realtà di dimensioni mondiali. Molti di loro, in tempi recenti, avrebbero scelto di tornare alla Chiesa cattolica, giudicata, a questo punto, più vicina alle culture autoctone. Un "ritorno" avvenuto per lo più a livello individuale ma che adesso il Papa vorrebbe aprire ad interi gruppi, regolamentandone le modalità. La Santa Sede ricorda, tuttavia, che «la questione della riunione tra anglicani e cattolici non è stata mai messa da parte». Nella metà del XIX secolo, il Movimento di Oxford,in Inghilterra, mostrò un rinnovato interesse per gli aspetti cattolici dell'anglicanesimo e all'inizio del XX secolo, un cardinale belga avviò un confronto con l'obiettivo di giungere a un anglicanesimo «riunito ma non assorbito» dalla Chiesa cattolica. La spinta all'ecumenismo emersa dal Concilio Vaticano II costituì un'altra occasione di apertura, in cui la Comunione anglicana ebbe un posto di riguardo. Una apposita commissione, la Anglican-Roman Catholic International Commission (Arcic) ha coltivato un costante, anche se non sempre facile, dialogo.
Dopo il Concilio, il primo «terremoto», con l'ordinazione di donne a sacerdoti e vescovi. «Più recentemente – osserva la Santa Sede – alcuni segmenti della Comunione Anglicana si sono allontanati dal comune insegnamento biblico circa la sessualità umana» conferendo gli ordini Sacri a preti apertamente omosessuali e benedicendo le unioni tra persone dello stesso sesso».
Una decisione mal digerita dalle frange più tradizionaliste. D'altra parte la diocesi anglicana di Amritsar, in India, e alcune singole parrocchie degli Stati Uniti sono già entrate nella Chiesa Cattolica nel quadro di un provvedimento pastorale voluto da Giovanni Paolo II nel 1982.
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Non riduciamo tutto sempre e solo all'ordinazione di omosessuali.
R.
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