giovedì 5 novembre 2009

Il Papa ricorda cardinali e vescovi defunti nel corso dell'anno: è la vita eterna a dare senso al nostro cammino terreno (Radio Vaticana)


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Il Papa: È doloroso il distacco dai propri cari, è un enigma carico di inquietudine l’evento della morte, ma, per i credenti, comunque esso avvenga, è sempre illuminato dalla "speranza dell’immortalità"

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Il Papa ricorda cardinali e vescovi defunti nel corso dell'anno: è la vita eterna a dare senso al nostro cammino terreno

“La vita deve essere una continua vigile attesa, un pellegrinaggio verso la vita eterna, compimento ultimo che dà senso e pienezza al nostro cammino terreno”: è quanto ha detto stamani Benedetto XVI nella Basilica Vaticana durante la Messa in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno. Ce ne parla Sergio Centofanti.

Il Papa ricorda i cardinali Avery Dulles, Pio Laghi, Stéphanos II Ghattas, Stephen Kim Sou-Hwan, Paul Joseph Pham Đình Tung, Umberto Betti, Jean Margéot, e i numerosi arcivescovi e vescovi scomparsi durante quest’ultimo anno. Li ricorda con affetto ringraziando Dio per questi testimoni del Vangelo che hanno servito con fedeltà la Chiesa, nella consapevolezza della “comunione, reale e misteriosa, che unisce noi pellegrini sulla terra a quanti ci hanno preceduti nell’aldilà, certi che la morte non spezza i vincoli di fraternità spirituale sigillati dai Sacramenti del Battesimo e dell’Ordine”. Quindi una riflessione sulla morte:

“È doloroso il distacco dai propri cari, è un enigma carico di inquietudine l’evento della morte, ma, per i credenti, comunque esso avvenga, è sempre illuminato dalla ‘speranza dell’immortalità’. La fede ci sostiene in questi momenti umanamente carichi di tristezza e di sconforto: ‘Ai tuoi occhi la vita non è tolta ma trasformata – ricorda la liturgia -; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel Cielo’”.

Certo – prosegue il Papa – “ci sono situazioni di sofferenza e di dolore, momenti difficili da comprendere e accettare. Tutto però acquista valore e significato se viene considerato nella prospettiva dell’eternità”:

“Ogni prova, infatti, accolta con perseverante pazienza ed offerta per il Regno di Dio, torna a nostro vantaggio spirituale già quaggiù e soprattutto nella vita futura, in Cielo. In questo mondo siamo di passaggio, saggiati nel crogiuolo come l’oro, afferma la Sacra Scrittura (cfr Sap 3,6). Misteriosamente associati alla passione di Cristo, possiamo fare della nostra esistenza un’offerta gradita al Signore, un volontario sacrificio di amore”.
Con San Pietro, il Papa esorta “a tener viva nel cuore la prospettiva della speranza” perché Gesù ha distrutto la morte donandoci la vita senza fine. E invoca l’aiuto della Madre di Dio:

“Aiuti la Vergine Maria anche noi, ancora viandanti sulla terra, a mantenere fisso lo sguardo verso la patria che ci attende; ci incoraggi a restare pronti ‘con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese’ per accogliere il Signore ‘quando arriva e bussa’ (Lc 12,35-36). A qualsiasi ora e in qualsiasi momento. Amen!”

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