giovedì 5 novembre 2009
Scrittori israeliani assenti a incontro con il Papa? Ravasi: Mitologia (Apcom)
Vedi anche:
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Papa/ Scrittori israeliani assenti a incontro? Ravasi: Mitologia
Oz, Grossman e Yehoshua non presenti tra artisti 21 novembre
Gli scrittori israeliani Abraham Yehoshua, Amos Oz e David Grossman all'incontro del Papa con gli artisti, nella cappella Sistina il prossimo 21 novembre, non ci saranno.
Ma è sbagliato, secondo il 'ministro' della Cultura del Vaticano, mons. Gianfranco Ravasi, voler vedere la loro assenza come un gesto di ostilità nei confronti della Chiesa cattolica. "C'è una mitologia che si crea attorno a questo evento, che però vuole avere tutte le caratteristiche di una libertà assoluta di presenza e di dialogo", ha affermato l'arcivescovo rispondendo, in una conferenza stampa in Vaticano, alle domande dei giornalisti circa assenza quali quella dei letterati israeliani o quella del premio nobel Dario Fo. Caso diverso da quello di Oz, Grossman e Yehoshua è, secondo Ravasi, quello di "un artista che intenzionalmente vuole negare o presentarsi in maniera pittoresca". Ravasi ha precisato che Grossman non parteciperà per vicende personali, Oz ha preferito defilarsi perché sta fondando un partito politico, Yehoshua è impegnato lo stesso giorno in un evento a Parigi.
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Sempre piu' perplessa...
R.
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11 commenti:
Ottimo argomento per imbastire una polemica. Mah, ...
Alessia
non vorrei essere ripetitiva..ma..perchè sottoporre il Papa a tutto questo?
Faccio mia la domanda di Gemma.
Non si sentiva il bisogno di questa ennesima occasione per mettere il Papa in condizione di essere attaccato.
R.
Ravasi deve pur giustificare il suo incarico e Nanni Moretti basta e avanza. Eufemia
Sapete come si chiamerà l'ultimo film del re dei girotondini? Habemus Papam. C'è da ridere e piangere contemporaneamente.
Alessia
comunque, a parte le nostre umane e impulsive perplessità (e faccio io stessa mea culpa), direi che è meglio da parte nostra non alimentare le polemiche. Io un incontro di questo tipo, così organizzato, lo avrei evitato, lasciando per esempio agli artisti interessati che fossero loro a farsi avanti. Magari avremmo avuto sorprese da personalità impensabili non invitate, chissà, e avremmo evitato snobistiche scuse da parte di altri. Ormai è stato organizzato così, facciamocene una ragione ed evitiamo le liste di proscrizione sulla base di presunte pregresse dichiarazioni e interviste anti papa, modello "Sapienza" su Galileo, stile che non deve appartenerci
La nostra è legittima preoccupazione derivata dall'affetto per il nostro Papa. Saranno altri a alimentare e a bearsi delle eventuali polemiche. Comunque, sforziamoci di non essere pessimisti a priori e fidiamoci del fascino della parola del nostro Papa in grado di lasciare un segno in chiunque lo ascolti con animo aperto.
Alessia
Nessuna censura preventiva, per carità, però ci sia almeno consentito di stupirci un tantino della beata incoerenza di chi va da "questo Papa" quando c'è da far passerella per poi pagare il tributo al mediaticamente corretto dicendone peste e corna nei saloti buoni solo perché fa trendy.
Il Papa è un uomo che conosce e apprezza le forme dell'arte e credo che l'incontro con gli artisti non sia negativo a priori, ma piuttosto che il risultato dipenda da come il tutto verrà organizzato e gestito. Non è simpatico costringere Benedetto ad affrontare un tipo di evento che non gli è congeniale, con balli e ole in ricordo del predecessore, ma con un bel question time, ad esempio, non ci sarebbe trippa per gatti e il nostro Papa li lascerebbe tutti a bocca aperta.
Vorrei sapere che senso ha questo "Incontro" - come se il Papa o la chiesa avessero bisogno di una tale sceneggiata, sponsorizzata dalla "Martini & Rossi". No Martini no party? Questa faccende è grottesca. E dimostra anche un'altra cosa: lo spessore (o la mancanza di spessore) di Ravasi.
Ha ragione Gemma: perché esporre il Papa ad una cosa del genere?
sono d'accordo con Gemma. Polemiche ce ne saranno perchè di questi tempi sembra che non se ne possa fare a meno, ma noi non mettiamocene del nostro. Del resto è proprio invitando personalità lontane o problematiche
che, in teoria, si inizia il dialogo.Non credo che il Papa sia in pensiero per questo, l'ha già dimostrato.
Sugli scrittori israeliani può darsi che le spiegazioni di Ravasi siano solo diplomatiche, ma ecco, io direi: "pazienza".
ma al Papa questi incontri li impongono?
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