giovedì 5 novembre 2009

Presentato l'incontro del Papa con gli artisti nella Cappella Sistina, il 21 novembre. Mons. Ravasi: la Chiesa cerca una "nuova allenza" con l'arte


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Presentato l'incontro del Papa con gli artisti nella Cappella Sistina, il 21 novembre. Mons. Ravasi: la Chiesa cerca una "nuova allenza" con l'arte

A 45 anni dal celebre discorso che Paolo VI tenne agli artisti nella Cappella Sistina - e a 10 anni dall’altrettanto celebre Lettera che nell’aprile del ’99 indirizzò agli artisti Giovanni Paolo II - Benedetto XVI si prepara a rivivere un analogo incontro il prossimo 21 novembre, sempre nella Cappella Sistina, con una rappresentanza internazionale di esponenti di ogni settore dell’arte. L’evento è stato presentato stamattina in Sala Stampa vaticana dall’arcivescovo Gianfranco Ravasi - presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che promuove l’incontro - e dal direttore dei Musei Vaticani, il prof. Antonio Paolucci. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Da tutto il mondo a Roma, in Vaticano, sotto gli affreschi della Sistina - che Paolo VI definì un “cenacolo” per gli artisti - per rilanciare, all’inizio del 21.mo secolo, un dialogo “globale” con tutti i settori dell’arte: dialogo che la Chiesa ha sempre avuto nei secoli e che da oltre 40 anni - prima con Paolo VI e quindi con Giovanni Paolo II - aveva ripreso attraverso incontri rimasti nella storia. Dietro l’appuntamento che il prossimo 21 novembre vedrà oltre 260 artisti rispondere all’invito del Pontificio Consiglio della Cultura per ascoltare le parole di Benedetto XVI c’è nella sua integrità, ha affermato mons. Ravasi, lo spirito che Papa Wojtyla dieci anni fa condensò nella sua Lettera agli artisti e che il presidente del dicastero ha ripetuto:

“Questa [l’arte], infatti, anche al di là delle sue espressioni più tipicamente religiose, quando è autentica, ha un'intima affinità con il mondo della fede, sicché, persino nelle condizioni di maggior distacco della cultura dalla Chiesa, proprio l'arte continua a costituire una sorta di ponte gettato verso l'esperienza religiosa. In quanto ricerca del bello, frutto di un'immaginazione che va al di là del quotidiano, essa è, per sua natura, una sorta di appello al Mistero. Persino quando scruta le profondità più oscure dell'anima o gli aspetti più sconvolgenti del male, l'artista si fa in qualche modo voce dell'universale attesa di redenzione”.

Il presule ha spiegato all’inizio della conferenza stampa che l’orizzonte entro il quale è stata condotta la selezione per gli inviti all’incontro col Papa è stato “il più vasto possibile”. Oltre 500 gli artisti contattati - un numero molto ampio nonostante le limitazioni di capienza imposte dalla Sistina - nessun rifiuto di tipo ideologico, solo una serie di defezioni dovute a impegni pregressi degli artisti impossibilitati a sottrarvisi. E soprattutto, nessuna limitazione di tipo religioso:

“I soggetti che sono invitati e che parteciperanno non appartengono soltanto al mondo cattolico, anche se il mondo cattolico evidentemente è rappresentato in maniera molto sostanziosa e sostanziale. Si tratta, infatti, anche in questo caso dell’orizzonte più esteso possibile: tutti coloro cioè che sono significativi all’interno della loro ricerca artistica, prescindendo quindi dalla confessione, prescindendo dal loro credo, dalle loro appartenenze nazionali o etniche o politiche”.

Pittura e scultura, architettura, letteratura e poesia, musica e canto, cinema, teatro, danza, fotografia. Queste le macro-categorie nelle quali sono stati raggruppati gli artisti. Con tutte loro, ha ribadito mons. Ravasi, la Chiesa intende ristabilire una “nuova alleanza”. Quell’alleanza tra due dimensioni che si confrontano entrambe con lo sforzo di rappresentare l’infinito. Mons. Ravasi ha riconosciuto che in passato questa alleanza si è “spezzata”:

“E’ accaduto, da una parte, che la Chiesa si è accontentata molto spesso del ricalco di modelli passati oppure si è accontentata semplicemente di luoghi comuni, di stereotipi, qualche volta anche semplicemente del pur nobile artigianato, senza interrogarsi sulla possibilità di uno stile che fosse espressione del proprio tempo. E dall’altra parte, l’arte, che ha tentato soprattutto sperimentazioni di linguaggio, ricerche stilistiche, elaborazioni autoreferenziali, provocazioni, cioè ha un po’ anch’essa dato le dimissioni nei confronti della sua sorgiva vocazione, quella di rappresentare questo mistero, questo senso ulteriore”.

Nel Novecento - ha spiegato il direttore dei Musei Vaticani, il prof. Antonio Paolucci - Paolo VI volle riannodare le fila di un rapporto quasi dimenticato della Chiesa col mondo artistico, ricordando appunto - in quel famoso incontro del 1964 nella Sistina - che la sfida dell’artista è quella di “carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità”. Una consapevolezza che per Papa Montini era frutto di una lunga maturazione:

“Quello che Benedetto XVI dirà agli artisti il prossimo 21 novembre viene dal cuore del ‘900, viene dagli articoli che sono rimasti memorabili, che Montini ancora giovane prete, nei primi anni ’30, scriveva su questo argomento. C’è un articolo, rimasto famoso, del 1931, quando Montini, trentenne, o poco meno o poco più, si domanda: 'Ma cosa sarà l’arte sacra del futuro? Possibile che dobbiamo andare avanti con queste bolse ripetizioni? Possibile che questo divorzio non sia recuperabile?'”.

L’obiettivo del prossimo incontro, ha ulteriormente precisato il presule, non ha il fine strumentale di indurre gli artisti a diventare “produttori di arte sacra, di arte liturgica” - anche se ciò, ha ipotizzato, potrebbe in qualche caso rappresentare un’evoluzione futura. Lo scopo, ha proposto mons. Ravasi, è quello di confrontarsi seguendo alcuni punti:

“Da una parte la Chiesa, che ripropone ancora i suoi grandi simboli, la sua enorme lettura della realtà, le sue narrazioni, le sue grandi figure, i suoi grandi temi, temi sconvolgenti anche. E l’artista non è evidentemente costretto apologeticamente a rappresentarli: li raccoglie e li fa fiorire attraverso questa potenzialità di eterno e di infinito che è in essere”.

A mons. Pasquale Iacobone, organizzatore dell’incontro per conto del dicastero pontificio, è spettato il compito di illustrare ai giornalisti le modalità dell’evento, che sarà preceduto - nel pomeriggio del 20 novembre - da una visita degli artisti alla Collezione di Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, realizzata da Paolo VI, e sarà concluso da un ricevimento offerto dallo sponsor unico dell’evento, la “Martini e Rossi”. Nella mattinata del 21 novembre, poi, l’atteso discorso del Papa gli artisti radunati nella Cappella Sistina. Due brevi interventi musicali, su musiche di Palestrina, apriranno e chiuderanno l’incontro. Dopo il commiato del Pontefice, ai partecipanti all’Incontro, si terrà, nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, un ricevimento conclusivo dell’evento, offerto sempre dalla “Martini e Rossi”, durante il quale mons. Ravasi offrirà agli artisti, a nome del Papa, una medaglia appositamente coniata per l’evento.

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1 commento:

sam ha detto...

Lo sponsor è azzeccatissimo!!!!

Meno male che c'è Palestrina.

Nel 1931 un giovane Montini si domandava: 'Ma cosa sarà l’arte sacra del futuro? Possibile che dobbiamo andare avanti con queste bolse ripetizioni?”

Forse era meglio che Fuksas, Frank Stella & C. avessero preso ripetizioni....