lunedì 15 giugno 2009
Il Papa e l’enciclica sulla crisi: servono regole etiche (Vecchi)
Vedi anche:
ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": ANTICIPAZIONI
Il Papa affida alle preghiere dei fedeli l'Anno Sacerdotale. Inizierà venerdì prossimo, 19 giugno (Zenit)
Martin Mosebach: «I nuovi iconoclasti hanno distrutto la fede». Si torni alla liturgia precedente al Concilio (Calabrò)
Vian: Comunismo e fratture ideologiche nel mondo cattolico spiegano la leggenda nera su Pio XII (Zenit)
Ottantamila giovani a piedi da Macerata a Loreto (Izzo)
Il Papa all'Onu: assicurare a tutti vita dignitosa
Il Papa: non siamo soli davanti alle difficoltà (Izzo)
Il Papa: non possiamo dimenticare i milioni che hanno fame. La crisi economica diventi opportunità (Izzo)
Il Papa ai fedeli: "Il Corpus Domini è una manifestazione di Dio, un’attestazione che Dio è amore...Affido alle vostre preghiere l'Anno Sacerdotale" (Angelus)
Economia e lavoro, pronta l'enciclica del Papa (Bobbio)
Il Papa: «Una libera economia per liberi uomini» (Tornielli)
Coscienza e verità: la recensione di Lucetta Scaraffia al libro "L'elogio della coscienza" di Joseph Ratzinger (Osservatore Romano)
Card. Caffarra: "E' stata la morte di Cristo che ha cambiato la nostra condizione umana"
Il Papa ha scritto alcune parti del secondo volume del libro su Gesù durante il viaggio in Terra Santa. "Guerra" editoriale fra la Rizzoli e la Herder
Benedetto XVI e l’economia «Da ripensare certi paradigmi che sono stati dominanti negli ultimi anni»
Il Papa e l’enciclica sulla crisi: servono regole etiche
G. G. V.
CITTA’ DEL VATICANO
L’essenziale è arrivare a «una visione dell’economia moderna rispettosa dei bisogni e dei diritti dei deboli».
Fra meno di un mese, ai primi di luglio, verrà pubblicata la terza enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate, «dedicata al vasto tema dell’economia e del lavoro».
Benedetto XVI ne ha accennato ieri nell’udienza alla Fondazione vaticana Centesimus Annus Pro Pontifice, che aveva appena concluso un convegno dedicato non a caso a «valori e regole per un nuovo modello di sviluppo». È ciò che chiede anche il Papa, valori e regole cui «il mondo economico dovrebbe attenersi per porre in essere un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della dignità umana».
Perché «la crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo, mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico- finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni». Nell’enciclica, così, «verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale ». Una prima bozza aspramente critica della globalizzazione, una seconda pronta dopo l’estate scorsa. Poi «si è scatenata la crisi e abbiamo ripreso il testo», ha spiegato il Papa a marzo: per rispondere in base «agli elementi reali».
Benedetto XVI ha consultato una quantità di persone, tra economisti e prelati, ma rispetto all’ultima bozza di aprile ha fatto la revisione definitiva da solo, parola per parola. Si racconta ne abbia portata una copia con sé pure nel viaggio in Terrasanta, il mese scorso.
Ora si stanno completando le traduzioni. Il testo è ampio, un centinaio di pagine, porta la data del 29 giugno (santi Pietro e Paolo) e parte dalla Populorum progressio di Paolo VI.
Lo sguardo è globale. Il punto centrale è che la crisi, per il Papa, è nata da un «deficit di etica nelle strutture economiche » e l’«economia non funziona se non porta in sé un elemento etico». Dio e i grandi valori spirituali non possono esserle estranei: giustizia, sobrietà e solidarietà contro l’«avarizia come peccato, l’idolatria che sta contro il vero Dio». La crisi è un banco di prova. Ci vuole un «codice etico comune» e una visione del «bene comune» a lungo termine. Compiendo «una denuncia ragionevole e ragionata che non si fonda su grandi moralismi ma su ragioni concrete ». Parlare di «solidarietà globale», a esempio, significa che i Paesi poveri vanno sostenuti e soprattutto coinvolti nei processi decisionali.
© Copyright Corriere della sera, 14 giugno 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento