giovedì 18 giugno 2009

No Martini? No party! Risposta di Francesco Colafemmina all'arcivescovo emerito di Milano intervistato da Scalfari

Clicca qui per leggere il testo dell'articolo di Francesco Colafemmina per Fides et Forma in risposta all'ennesima intervista a Repubblica di Martini.
Grazie ad Alessia ed a FrancescO :-)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Passato il comunismo, i libertari (a parole) continuano a far danni. Ormai è rimasto solo il sesso e i suoi derivati da usare come arma da scasso.
Ma Scalfari fa il suo mestiere, mentre Martini, ritornato da Gerusalemme senza ridere e senza piangere, non sa cosa sia la penitenza. Saluti, Eufemia

sam ha detto...

Genesi 2,8-9 16-17 e 3,1-6

Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino, insieme all'albero della conoscenza del bene e del male.

Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiarne, perché, quando tu te ne mangiassi, dovrai certamente morire».

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.

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Eva nel dubbio, non si fidò di Dio e del Suo avvertimento paterno, non credette all'adempimento della Sua parola, mangiò il frutto avvelenato e, come Dio aveva avvisato, si condannò da se stessa alla morte portandosi dietro l'umanità intera.

Tutto il male contro l'uomo comincia da una sottile deformazione della parola di Dio: «E' vero che Dio ha detto...?»

sam ha detto...

MARTINI:
Ma c´è anche un altro argomento che un prossimo Concilio dovrebbe affrontare: quello del percorso penitenziale della propria vita. Vede, la confessione è un sacramento estremamente importante ma ormai esangue. Sono sempre meno le persone che lo praticano ma soprattutto il suo esercizio è diventato quasi meccanico: si confessa qualche peccato, si ottiene il perdono, si recita qualche preghiera e tutto finisce così. Nel nulla o poco più.
Bisogna ridare alla confessione una sostanza che sia veramente sacramentale, un percorso di pentimento e un programma di vita, un confronto costante con il proprio confessore, insomma una direzione spirituale.

IL CARDINAL RATZINGER:
L’”io” che dice “ti assolvo” non è quello di una creatura, ma è direttamente l’”Io” del Signore.
Mi sento sempre più a disagio quando sento definire con leggerezza “schematica”, “esteriore”, “anonima” la maniera un tempo diffusa di avvicinarsi al confessionale.
E mi suona sempre più amaro l’autoelogio di alcuni preti per i loro “colloqui penitenziali”, divenuti rari, ma “in compenso ben più personali”, come dicono.
A ben guardare, dietro la “schematicità” di certe confessioni di un tempo c’era anche la serietà dell’incontro tra due persone consapevoli di trovarsi davanti al mistero sconvolgente del perdono di Cristo che giunge attraverso le parole e il gesto di un uomo peccatore.


Martini ci dice cose sempre molto attraenti ed appetibili.
In fondo tutti noi vorremmo che qualcuno ci indicasse un percorso e ci desse un po' di cose da fare per entrare con le nostre gambe nel Regno dei Cieli.

Il Santo Padre invece ci obbliga sempre a chiederci quanto prendiamo seriamente Dio e la Sua grazia e a riconsiderare umilmente la nostra presenza e la nostra vita al cospetto del Signore.

La confessione che piace a Martini è modello fariseo (non sono così e cosà, faccio questo e quello), quella di Ratzinger modello pubblicano: "fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore."

Ovviamente, come ci dice il Vangelo Lc 18,14, la via che ci salva è quella che ci indica Ratzinger.

Anonimo ha detto...

Imperdibile Elefantino sul Foglio: No Martini. Rifleso della vanotà di Scalfari, ...
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie, Alessia, speriamo di trovarlo online gia' questa mattina :-))
R.

Anonimo ha detto...

E' la prima volta che scrivo un commento su questo blog, ho pensato di intervenire perché sopratutto un passaggio dell'intervista martiniana non mi "suona" bene.

Lo cito: "la chiesa apostolica si regge su due pilastri, il Papa e la sua comunione con i vescovi".

Non è corretto esprimersi così. Non è il papa che deve essere in comunione con i vescovi, ma al contrario i vescovi devono essere in comunione con lui.

...Così pure esistono legittimamente in seno alla comunione della Chiesa, le Chiese particolari, con proprie tradizioni, rimanendo però integro il primato della cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale di carità... (Lumen Gentium, 13)

...Affinché poi lo stesso episcopato fosse uno e indiviso, (Cristo) prepose agli altri apostoli il beato Pietro e in lui stabilì il PRINCIPIO e il FONDAMENTO perpetuo e visibile dell'UNITA' di fede e di COMUNIONE... (Lumen Gentium, 18)

E' il Papa garanzia di unità e comunione tra i vescovi! Non esiste comunione di vescovi senza il Papa, perciò è assurdo affermare che i pilastri della Chiesa sono il Papa e la SUA comunione con i Vescovi. Semmai è la comunione dei vescovi con Lui che garantisce l'unità della Chiesa.

Raffaella ha detto...

Benvenuto, caro Anonimo :-)
Non posso che concordare!
Grazie per avere citato anche la Lumen Gentium.
R.

Bastardlurker ha detto...

Il Cardinale Martini è sicuramente più in comunione con SS Benedetto XVI dei vescovi lefebrviani e soci.

E pensare di risollevare le sorti della Chiesa cattolica con il "tradizionalismo" è solo una pia illusione.

Anonimo ha detto...

Effetto di questi articoli/interviste del card. Martini = latte alle ginocchia

Tutto quello che vorrei dire, meglio di come lo direi io:

http://bernardo.splinder.com/post/8010236

Saluti, Paolo