giovedì 11 giugno 2009

Pio XII, le ragioni della storia. Un libro e un incontro su Papa Pacelli (Sir e Radio Vaticana)


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Un libro e un incontro su papa Pacelli

“La statura storica, umana ed ecclesiale di Pio XII è grandiosa e non riducibile al suo rapporto con Hitler e il nazismo. Le critiche di cui da un certo momento in poi è stato oggetto costituiscono un rigurgito di cattiva coscienza non solo di parte sovietica”. Lo ha detto il 10 giugno a Roma, durante la presentazione del volume edito da Marsilio “In difesa di Pio XII – Le ragioni della storia”, a cura di Giovanni Maria Vian (direttore de “L’Osservatore Romano”), il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Durante l’incontro presso l’Istituto Luigi Sturzo, alla presenza di alcuni degli autori del volume che raccoglie vari saggi su papa Pacelli, il card. Bertone ha sottolineato che “la sua figura, nonostante il grande numero di volumi e scritti che lo riguardano, deve ancora essere indagata pienamente e ciò oggi è possibile, per gli anni dal 1930 al 1939, perché su quella fase in cui resse la segreteria di Stato accanto a Pio XI sono completamente aperti da due anni gli archivi vaticani”. Purtroppo, ha aggiunto il cardinale, “su quel servizio nel quale si evidenzia una totale sintonia ed empatia con Pio XI, ricordato come grande Papa antifascista, e che lo avrebbe sostituito nel ruolo di segretario di Stato se non fosse stato soddisfatto del suo lavoro, nessun ricercatore è ancora venuto in Vaticano a consultare gli archivi”.

Polemica strumentale.

Il card. Tarcisio Bertone ha poi sottolineato che “la polemica sul cosiddetto silenzio di Pio XII, imputato di insensibilità o addirittura di connivenze di fronte alla Shoah, è strumentale” e che “studi rigorosi e documentati porteranno ulteriore chiarificazione sulla scelta da lui compiuta con un calcolo preciso, per salvare più vite umane possibile”. Questa tesi è stata pienamente ribadita anche da due relatori invitati alla presentazione del volume, lo storico e giornalista Paolo Mieli, e il matematico Giorgio Israel, entrambi ebrei. “Pio XII – ha detto Mieli – è un Papa complesso e importante, venti anni dei suoi valgono 200 nella storia della Chiesa e certe sue intuizioni sembrano scritte per l’Internet di oggi”. Mieli ha difeso le scelte di papa Pacelli circa l’aiuto agli ebrei, specialmente a Roma, aggiungendo: “Non ci sto a mettere i miei morti sul conto di una personalità che non ha responsabilità di nemmeno un solo morto, ma che anzi ne ha fatti salvare decine di migliaia aprendo loro le porte di chiese e conventi”. Ha poi ricordato che “tutte le più alte personalità del mondo ebraico dell’epoca gli resero omaggio per la sua alta opera umanitaria”.

“Cattiva coscienza” contro di lui.

Secondo Giorgio Israel, “Pio XII ha pagato il prezzo dell’anticomunismo in maniera pesante” e “la leggenda nera di cui è stato circondato da certa propaganda progressista fa parte di quelle polarizzazioni dei contrasti tra le figure di Papi di cui anche l’attuale è in qualche modo vittima. Le accuse a Benedetto XVI di essere un Papa reazionario fanno parte di quel political correct tuttora diffuso e mostrano che questo meccanismo di vittimizzazione è tuttora pienamente in opera”. Lo storico Roberto Pertici ha quindi notato che la “cattiva coscienza verso Pio XII è presente anche in campo anglosassone e non solo comunista. Il meccanismo culturale adottato da cerca cultura progressista è consistito nell’accomunare tutto il vecchio mondo coi fascismi. Così il giudizio sulla Chiesa è stato di una realtà ostile al progresso e perciò stesso reazionaria”. Mieli ha poi aggiunto che “il vero capo d’imputazione occulto a Pio XII è l’anticomunismo” e, “allora, mentre nei primi vent’anni dopo la guerra i giudizi sono stati unanimemente positivi e condivisi, nell’offensiva degli anni recenti contro di lui i conti non tornano. Chiunque si accinge a studiarlo con onestà intellettuale deve partire proprio dal fatto che i conti non tornano”. All’incontro di presentazione del volume erano presenti anche mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, e mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la vita. Entrambi hanno contribuito al volume con un saggio, il primo sul “mondo culturale” di papa Pacelli, e il secondo sui dibattiti teologici ed ecclesiologici della sua epoca. Mons. Fisichella ha commentato che “la sua visione di Chiesa ha anticipato quella communio che troverà piena definizione nella Lumen Gentium del Concilio Vaticano II”, come dire che si è trattato di un Papa tutt’altro che “antiquato”, come mostra anche “la sua apertura al laicato”.

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Il cardinale Bertone: Pio XII Papa antinazista il cui vero volto è stato oscurato dalla cattiva coscienza del blocco sovietico

Sulla figura di Pio XII è stata fatta nel secolo scorso una lettura parziale, focalizzata sul modo in cui il Pontefice si è posto di fronte al nazismo, scegliendo, in silenzio, di salvare migliaia di ebrei in conventi, monasteri e chiese. E’ quanto ha affermato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervenuto ieri a Roma alla presentazione del libro “In difesa di Pio XII. Le ragioni della storia”, un volume - edito da Marsilio - nel quale il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, ha raccolto i contributi su Papa Pacelli di studiosi e teologi. Aggiungendo che la Santa Sede sta lavorando per consentire l’accesso agli archivi della Seconda Guerra mondiale - anche per far conoscere meglio Pio XII - il cardinale Bertone ha lanciato un appello perché vengano aperti pure altri archivi e resi noti documenti e faldoni di quel periodo. Il servizio di Tiziana Campisi:

Un Papa che ha lasciato diverse Encicliche, che ha preparato il terreno per il Concilio Vaticano II e che da cardinale ha lavorato al fianco di Pio XI, considerato antifascista e antinazista. Pacelli, Papa Pio XII, è stato questo, ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, e i suoi presunti silenzi sulla Shoah non sono che una leggenda:

“Penso ci sia un rigurgito della cattiva coscienza dei russi dell'epoca e la cattiva coscienza anche delle potenze alleate - perché possiamo ben parlare anche dei silenzi delle potenze alleate. Non vogliamo fare né apologia né agiografia, ma dobbiamo collocare ogni Papa, e anche ogni giudizio, nel suo momento storico”.

Anche per Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera, autore di uno dei contributi contenuti nel libro curato dal direttore dell’Osservatore Romano, le convinzioni che si sono diffuse su Pio XII non concordano con i dati storici:

“Questo è stato un Pontefice antitotalitario: quando è finita la guerra, lui ha continuato ad essere antitotalitario fino a che è morto e quindi è stato anticomunista. Ed è quello il conto che gli viene continuamente ripresentato sotto mentite spoglie”.

E per far luce negli anni bui della storia non c’è che da studiarne le pagine nascoste, ha aggiunto il cardinale Bertone:

“Siamo alla ricerca di documenti, vogliamo approfondire i documenti. Tutti chiedono di aprire gli archivi vaticani durante il periodo della guerra, soprattutto dal 1939 al 1945. Io inviterei però tutti coloro che possiedono archivi, materiali, faldoni, che tutti aprano gli archivi e li mettano a disposizione dei ricercatori per una opportuna consultazione. Noi stiamo lavorando per preparare gli archivi e ci vorrà molto tempo. Noi abbiamo aperto gli archivi dal 1930 al 1939, il cardinale Pacelli è stato nominato segretario di Stato il 7 febbraio 1930. Quindi, sono nove anni di vita, di attività accanto a Pio XI che è considerato il grande Papa dell’antinazismo, dell’antifascismo. Con una vicinanza, una sinergia e una empatia abbiamo aperto questi archivi: nessun ricercatore di parte ebraica è venuto a consultare questi archivi. C’è molto materiale da studiare, da approfondire. Poi si continuerà negli archivi del tempo di guerra”.

Solo il rigore dello studio dei documenti, ha concluso il porporato, potrà svelare il vero volto di Pio XII.

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