mercoledì 5 agosto 2009

Il Papa: la dittatura del relativismo mortifica la ragione (Izzo)


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Il Papa: l'uomo 'mendicante di significato e compimento' va alla continua ricerca di risposte esaustive alle domande di fondo che non cessa di porsi

Il Papa: "Il Santo Curato d’Ars riuscì a toccare il cuore della gente non in forza delle proprie doti umane, né facendo leva esclusivamente su un pur lodevole impegno della volontà; conquistò le anime, anche le più refrattarie, comunicando loro ciò che intimamente viveva, e cioè la sua amicizia con Cristo. Fu "innamorato" di Cristo, e il vero segreto del suo successo pastorale è stato l’amore che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto" (Catechesi)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: LA DITTATURA DEL RELATIVISMO MORTIFICA LA RAGIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 5 ago.

"All'epoca attuale si registra una sorta di 'dittatura del relativismo'". Lo ha denunciato il Papa nel discorso all'Udienza Generale di oggi, tenuta a Castelgandolfo.
Lo ha denunciato il Papa nel discorso all'Udienza Generale di oggi, tenuta a Castelgandolfo.
Per il Pontefice, "il relativismo contemporaneo mortifica la ragione, perche' di fatto arriva ad affermare che l'essere umano non puo' conoscere nulla con certezza al di la' del campo scientifico positivo".
La catechesi di oggi e' stata dedicata alla figura di san Giovanni Maria Vianney, che il Papa ha posto al centro dell'Anno Sacerdotale (indetto a 150 anni dalla morte del Curato d'Ars).
"Nella Francia postrivoluzionaria che sperimentava una sorta di 'dittatura del razionalismo' volta a cancellare la presenza stessa dei sacerdoti e della Chiesa nella societa', egli - ha ricordato Benedetto XVI visse prima un'eroica clandestinita' percorrendo chilometri nella notte per partecipare alla Santa Messa.
E da sacerdote si contraddistinse per una singolare e feconda creativita' pastorale, atta a mostrare che il razionalismo, allora imperante, era in realta' distante dal soddisfare gli autentici bisogni dell'uomo e quindi, in definitiva, non vivibile".
"Le sfide della societa' odierna - per il Papa - non sono meno impegnative, anzi forse, si sono fatte piu' complesse. Se allora c'era la 'dittatura del razionalismo, all'epoca attuale - ha sottolineato - si registra in molti ambienti una sorta di 'dittatura del relativismo'.
Entrambe appaiono risposte inadeguate alla giusta domanda dell'uomo di usare a pieno della propria ragione come elemento distintivo e costitutivo della propria identita'. Il razionalismo fu inadeguato perche' non tenne conto dei limiti umani e pretese di elevare la sola ragione a misura di tutte le cose, trasformandola in una dea; il relativismo contemporaneo mortifica la ragione, perche' di fatto arriva ad affermare che l'essere umano non puo' conoscere nulla con certezza al di la' del campo scientifico positivo. Oggi pero', come allora, l'uomo 'mendicante di significato e compimento' va alla continua ricerca di risposte esaustive alle domande di fondo che non cessa di porsi".
Il Pontefice teologo ha poi spiegato che proprio a "questa 'sete di verita'', che arde nel cuore di ogni uomo", i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II vollero rispondere "quando affermarono che spetta ai sacerdoti, 'quali educatori della fede', formare 'un'autentica comunita' cristiana' capace di aprire 'a tutti gli uomini la strada che conduce a Cristo' e di esercitare 'una vera azione materna' nei loro confronti, indicando o agevolando a che non crede 'il cammino che porta a Cristo e alla sua Chiesa', e costituendo per chi gia' crede 'stimolo, alimento e sostegno per la lotta spirituale'".
"L'insegnamento che a questo proposito continua a trasmetterci il Santo Curato d'Ars - ha poi concluso Ratzinger - e' che, alla base di tale impegno pastorale, il sacerdote deve porre un'intima unione personale con Cristo, da coltivare e accrescere giorno dopo giorno. Solo cosi' potra' toccare i cuori della gente ed aprirli all'Amore Misericordioso; solo cosi' potra' infondere entusiasmo e vitalita' spirituale alle comunita' che il Signore gli affida. Preghiamo perche' Dio faccia dono alla sua Chiesa di santi sacerdoti e cresca nei fedeli il desiderio di sostenere e coadiuvare il loro ministero".

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Papa Benedetto continua a ribadire questo concetto e spero che entri nella mente e nei cuori di qualcuno e che si possa vedere di nuovo qualche punto di riferimento.
Oggi si tene a mettere tutto in discussione e, non sapendo più quale e se ci sia una verità, si perdono la ragione e il senso della vita

massimo ha detto...

" D’altro canto nella cultura odierna, condizionata e dominata da un soggettivismo assoluto, si va affermando altresì una visione pessimistica della naturale conoscenza umana. L’uomo (così pensano in molti) non è in grado di approdare a nessuna verità, che non sia provvisoria e intrinsecamente relativa.
Quando si tratta delle questioni che contano - sulla nostra origine, sulla sorte ultima dell’uomo, su una qualche persuasiva ragione del nostro esistere - le certezze oggi vengono addirittura irrise e persino colpevolizzate. Le domande più serie, quando non sono censurate sul nascere dalle varie ideologie dominanti, sono consentite solo come premessa e impulso alla proliferazione dei dubbi. Ma così si estingue nell’uomo ogni necessaria fiducia: come possiamo rassegnarci ad aggrappare la nostra unica vita ai punti interrogativi che non hanno risposta? "(dal un omelia del Card.Biffi-aosta 2009 )
grazie,un grandissimo grazie a Benedetto XVI per questa catechesi di oggi e per queste ragionevoli parole,verissime parole.