mercoledì 5 agosto 2009

Sulle staminali nessun “nuovo caso Galileo”. Il vescovo Pagano richiamato all’ordine (Magister)


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Sulle staminali nessun “nuovo caso Galileo”. Il vescovo Pagano richiamato all’ordine

“L’Osservatore Romano” stampato oggi con la data del 5 agosto pubblica nelle pagine centrali un ampio e dottissimo saggio di don Roberto Colombo, professore di bioetica all’Università Cattolica di Milano e membro della pontifica accademia per la vita, sulle posizioni della Chiesa circa l’uso terapeutico delle cellule staminali.
L’articolo è di grande interesse in sé, perché difficilmente si trova un’analisi così ordinata, documentata e aggiornata sulla questione.

Ma nel titolo e in un passaggio finale c’è anche una punta polemica intravaticana che solo gli intenditori sanno cogliere.

Il titolo è questo: “Non è un nuovo caso Galileo”.

E sul finire Colombo scrive: “Dinnanzi allo spettro, talora paventato con riferimento alla questione della ricerca di cellule pluripotenti per uso terapeutico, di un nuovo conflitto tra Chiesa e uomini di scienza, simile a quello che coinvolse nel XVII secolo il fisico e astronomo pisano Galilei, occorre ricordare [...] che la posizione del magistero cattolico in merito allo sviluppo di terapie cellulari basate sull’impiego di cellule staminali è maturata in un sincero clima di ascolto e di dialogo tra biologi, medici, filosofi e teologi, non privo di un serrato confronto tra posizioni diverse e distanti, ma costruito attorno alla stima della ragione quale fondamento del giudizio, una stima preziosa che è comune alla scienza e alla fede”.

Il perché del titolo e della puntualizzazione è in una dichiarazione fatta lo scorso 3 luglio nella sala stampa vaticana dal vescovo Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, durante la presentazione ufficiale della nuova edizione dei documenti del processo contro Galileo Galilei.

Disse testualmente Pagano in quell’occasione: “Può insegnare qualcosa a noi oggi [il caso Galileo]? Certo, per esempio – ma questo lo dico da sacerdote, da persona privata – a stare molto attenti, quando ci si confronta con la sola Scrittura alla mano in questioni scientifiche, a non fare noi gli errori che furono fatti allora. Penso alle cellule staminali, penso ai problemi dell’eugenetica, penso ai problemi della ricerca scientifica in questi ambiti, che qualche volta ho l’impressione siano condannati con gli stessi preconcetti che valevano allora per la teoria copernicana. Bisognerebbe studiare di più, essere molto più prudenti”.

Pagano distribuì poi ai giornalisti una versione abbreviata e addomesticata di queste sue parole. Ma i registratori avevano fatto il loro lavoro inesorabile e l’indomani sui giornali apparve la notizia dell’attacco portato contro le autorità della Chiesa, in materia di staminali, non da uno scienziato laicista ma – sorpresa! – da un esponente vaticano autorevole, in una sede ufficiale.

Oggi naturalmente “L’Osservatore Romano” non fa parola di questo retroscena, così come allora Pagano non aveva fatto i nomi delle autorità gerarchiche da lui contestate, cioè i papi e il Sant’Uffizio.

Ma che l’articolo di Colombo sia una sonora lezione data a Pagano è fuori dubbio.

Lo scorso 10 luglio, un’altra polemica “ad intra” era anch’essa finita con una lezione – questa volta impartita dal Sant’Uffizio sempre tramite “L’Osservatore Romano” – a chi l’aveva suscitata: cioè all’arcivescovo Rino Fisichella, presidente della pontificia accademia per la vita, per un articolo in materia di aborto, e allo stesso giornale della Santa Sede che l’aveva pubblicato.

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Episodi sconcertarti come quello di Pagano NON devono piu' ripetersi!
Come abbiamo gia' detto piu' volte, e' tempo che la curia romana cessi di comportarsi come Epimeteo (colui che riflette...DOPO!) ed inizi ad agire come Prometeo (colui che riflette...PRIMA!).
La dottrina cattolica e' una e sentire prelati che mettono in discussione il Magistero e' scandaloso per i fedeli.
C'e' gia' tanta confusione e mi pare del tutto inutile aggiungere caos a caos.
Errori di comunicazione come questi, del tutto evitabili fra l'altro, fanno proprio cadere braccia e calzette...
L'episodio di Pagano e' ancora piu' grave per coloro che ricordano che al Papa furono sbarrate le porte della Sapienza proprio a causa di una frase su Galileo che certi docenti attribuirono (copiando da Wikipedia) erroneamente a Joseph Ratzinger mentre si trattava di una citazione di Paul Feyerabend.
Si legga qui.
Ben vengano le bacchettate anche se tardive rispetto alle gaffes commesse
.
R.

1 commento:

massimo ha detto...

c'è poco da dire,Raffaella,dopo quello che tu hai scritto....parole sante.