mercoledì 19 agosto 2009

Il Papa: la nuova evangelizzazione cominci nei seminari (Izzo)


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Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: NUOVA EVANGELIZZAZIONE COMINCI NEI SEMINARI

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 19 ago.

Benedetto XVI chiede un rinnovato impegno nella formazione dei sacerdoti nei seminari.
E' questo, ha spiegato oggi all'Udienza Generale, ''l'autentico punto di partenza e anche il punto nodale per una nuova evangelizzazione che non sia solo uno slogan attraente''.
In proposito, parlamdo ai fedeli raccolti nel cortile della sua residenza estiva, il Papa ha citato l'esortazione apostolica ''Pastor dabo vobis'', firmata nel 1992 da Giovanni Paolo II per raccogliere quanto emerso dal Sinodo, ma anche la figura di San Giovanni Eudes (1601-1680), ''padre, dottore e apostolo del culto liturgico dei sacri Cuore di Gesu' e Maria'' e fondatore di una congregazione religiosa destinata alla formazione del clero diocesano, vissuto, ha ricordato il Pontefice in anni difficili, nei quale ''la Guerra dei 30 anni andava devastando le anime'' e ''la crisi della Riforma era crisi della formazione al sacerdozio.
Il Concilio di Trento aveva emanato le norme per i seminari, ma l'applicazione tardava sia in Germania che in Francia e lo zelo apostolico di questo sacerdote lo spinse a voler rispondere al problema dell'inadeguatezza del clero fondando una congregazione dedita alla formazione e impegnandosi nella diffusione della devozione al cuore cuore sacerdotale di Cristo e a quello materno di Maria''.
''Ai sacerdoti - ha spiegato Benedetto XVI - diceva: 'donatevi a Gesu' per entrare nell'immensita' del suo grande cuore, nel quale e' compreso anche quello di Maria'. Pio XI - ha aggiunto - proclamo' santi insieme il Curato d'Ars e Giovanni Eudes che hanno sperimentato nella vita la verita' del Vangelo, che chiede di annunciare Cristo ma prima ancora di 'stare' con Lui''.
Nel suo breve discorso, Papa Ratzinger ha collegato l'esigenza di tornare a dare il giusto rilievo ai seminari, seguendo le indicazioni di San Giovanni Eudes, con l'Anno Sacerdotale che si ispira a San Giovanni Maria Vianney e dal quale ci si attende anche una maggiora attenzione al tema della formazione dei sacerdoti. Affacciato dal balcone del Palazzo Apostolico, il Pontefice, che appariva sorridente e rilassato, ha poi impartito ai fedeli la sua benedizione con il braccio desto ancora ingessato.
Proprio in questi giorni e' intervenuto sul tema dei seminari il segretario della Congregazione dell'Educazione Cattolica, mons. Jean Louis Bruges, annunciando l'imminente pubblicazione di nuove istruzioni in materia in occasione dell'Anno Sacerdotale.
Lo stesso arcivescovo francese aveva descritto in un intervento dello scorso giugno l'esistenza di una contrapposizione tra i seminaristi, oggi sempre piu' numerosi, che chiedono una formazione ispirata alla Tradizione, i quali, aveva osservato, ''con un certo disprezzo vengono qualificati talvolta come identitari'', e gli educatori che continuano ad aggrapparsi ''a criteri d'ammissione e di selezione che risalgono ai loro tempi, ma non corrispondono piu' alle aspirazioni dei giovani'' e aveva citato il caso di un seminario francese nel quale le adorazioni del Santissimo Sacramento erano state bandite da una buona ventina d'anni, perche' giudicate troppo devozionali: ''i nuovi seminaristi hanno dovuto battersi per parecchi anni perche' fossero ripristinate, mentre alcuni docenti hanno preferito dare le dimissioni davanti a cio' che giudicavano come un 'ritorno al passato'; cedendo alle richieste dei piu' giovani, avevano l'impressione di rinnegare cio' per cui si erano battuti per tutta la vita''.
Sulla stessa linea si pone la forte denuncia fatta nei giorni scorsi in un'intervista da mons. Domenico Bartolucci, maestro perpetuo emerito della Cappella Sistina, per il quale ''una retorica stolta fece passare l'immagine che il seminario rovinasse il prete, che i seminaristi, lontani dal mondo, rimanessero chiusi in se' e distanti dalla gente. Tutte fantasticherie per dissipare una ricchezza formativa plurisecolare e per poi rimpiazzarla con il nulla''. Oggi, ha osservato Bartolucci, ''le giovani generazioni di sacerdoti sono, forse, migliori di quelle che li hanno preceduti, non hanno i furori ideologici mutuati da un modernismo iconoclasta, sono pieni di buoni sentimenti, ma mancano di formazione. Vuol dire - ha concluso l'autorevole prelato - che ci vogliono i seminari: quelle strutture che la sapienza della Chiesa aveva finemente cesellato nei secoli''.

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