giovedì 13 agosto 2009

Tar e ora di religione, "Una ferita alla cultura ed alla laicità" (Dalla Torre). "La gravissima disinformazione della stampa" (Giannino)


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La sentenza del Tar e l'insegnamento della religione cattolica: rassegna stampa

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Stato e Chiesa: la buona volontà azzittisca i faziosi (Il Sole 24Ore)

Nell'inno al relativismo Rusconi dice una grande verità: la cultura laic(ist)a è debole (ecco perchè cerca di imbavagliare la Chiesa)

30 vescovi e 180 sacerdoti concelebreranno col Papa durante la visita a Viterbo

Card. Ratzinger: "Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana. E per questo tutto ciò che è fatto dall'uomo, all'interno della Chiesa, deve riconoscersi nel suo puro carattere di servizio e ritrarsi davanti a ciò che più conta e che è l'essenziale...Nella Chiesa l'atmosfera diventa angusta e soffocante se i portatori del ministero dimenticano che il Sacramento non è una spartizione di potere, ma è invece espropriazione di me stesso in favore di Colui, nella persona del quale io devo parlare ed agire" (Intervento al Meeting di Rimini, 1990)

Bagnoregio si prepara ad accogliere Papa Benedetto XVI con una serie di iniziative (Viterbo Oggi)

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A VITERBO E BAGNOREGIO (6 SETTEMBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

L'ultima sentenza politicamente corretta: scrutini vietati agli insegnati di religione (Doninelli)

Il Papa: il dramma di Dio che trepida per salvare l'umanità. L'omelia di San Bernardo di Chiaravalle (Izzo)

San Paolo nell'«Itinerarium» di Bonaventura anche alla luce della tesi di dottorato di Joseph Ratzinger (Osservatore Romano)

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La difesa dell'ambiente alla luce della Caritas in veritate (Osservatore Romano)

David Rosen, Giovanni Maria Vian e Anna Foa commentano la polemica sul Papa: Molto rumore per Nulla (Faccioli Pintozzi)

Sofri e quella laica paura di Benedetto XVI (LIberal)

Il Papa: "Quando Dio decise di farsi uomo nel suo Figlio, aveva bisogno del «sì» libero di una sua creatura. Dio non agisce contro la nostra libertà...Maria predilige i presbiteri per due ragioni: perché sono più simili a Gesù, amore supremo del suo cuore, e perché anch’essi, come Lei, sono impegnati nella missione di proclamare, testimoniare e dare Cristo al mondo" (Catechesi, in gran parte "a braccio)

Nuovo attacco all’ora di religione ma non servirà a nulla. Presto i crediti saranno sostituiti dai voti numerici e quello in religione farà media

Il nichilismo d B-XVI. Criticare le parole di Papa Ratzinger è legittimo, ma bisogna leggerle bene (Il Foglio)

Chi ha paura del Papa? Il Male è il nichilismo (Paradisi)

Sofri critica Papa Ratzinger senza avere gli strumenti per farlo (Volontè)

Chi ci fa la morale? Come decidere cosa è bene o male per la società (Mattia Feltri)

Paolo VI ed il teologo Joseph Ratzinger in contatto dal Concilio (Tedeschi)

Perché se il Papa invita alla ricerca dell'infinito lo accusano di ignoranza e dogmatismo? (Costantino Esposito)

Una bellissima iniziativa per gli amici non-vedenti: rassegna stampa cattolica quotidiana

La Pontificia Commissione Ecclesia Dei ha prodotto due dvd per aiutare i preti a celebrare la Messa tridentina (Asca)

SVARIONI E OMISSIONI

UNA FERITA ALLA CULTURA. E ALLA LAICITÀ

GIUSEPPE DALLA TORRE

Un’affermazione ed un’omissio­ne: a tacer d’altro, basterebbero queste per rendere conto della non fondatezza di una sentenza che fa di­scutere, con la quale il Tar del Lazio ha affermato che i docenti di religio­ne cattolica non potrebbero parteci­pare 'a pieno titolo' agli scrutini e la frequenza al loro insegnamento non potrebbe influire sulla determina­zione del credito scolastico. Senten­za contro la quale il ministro Gelmi­ni ha annunciato ieri il ricorso al Con­siglio di Stato. L’affermazione innanzitutto. Secondo i giudici amministrativi l’insegnamen­to della religione cattolica comporte­rebbe 'una scelta di carattere religioso': di qui una serie di conseguenze nega­tive per la laicità dello Stato, per la li­bertà religiosa e per l’eguaglianza dei cittadini senza distinzione di religione. È un’affermazione che sorprende, per­ché ignora un’abbondante bibliografia in merito, nella quale è chiaramente di­mostrato che si tratta di un insegna­mento culturale e non confessionale. Ma soprattutto l’affermazione sor­prende perché i giudici sembrano i­gnorare la normativa vigente in mate­ria: basterebbe scorrere le disposizioni di programmi e di libri di testo per ren­dersene conto. Soprattutto è ignorato lo stesso art. 9 del Concordato che, pre­vedendo l’ora di religione cattolica nel­le scuole pubbliche, ne motiva la ra­gione in termini esclusivamente cultu­rali. Dunque non si tratta di un inse­gnamento catechetico, diretto cioè a sostenere un cammino di fede, ma di un insegnamento culturale di ciò che oggettivamente è il cristianesimo, così come trasmesso da quella tradizione cattolica che tanta parte ha avuto nel forgiare l’identità degli italiani e che an­cora marca tanto, della sua presenza, la nostra società. Non a caso si tratta di in­segnamento che, pur opzionale, è a­perto a tutti, anche ai non cattolici, an­che non credenti; è aperto in partico­lare a coloro che hanno interesse a co­noscere ciò che la Chiesa cattolica cre­de e professa, a prescindere da perso­nali scelte di fede. Ma quand’anche fosse un insegna­mento confessionale – cosa che, va ri­badito, non è – sarebbe per ciò stesso lesivo della libertà religiosa e della lai­cità dello Stato? Dove sarebbe lesa la libertà religiosa in presenza di un in­segnamento che chiunque può rifiu­tare? Dove verrebbe lesa la laicità del­lo Stato se questo è a servizio della so­cietà civile, in cui è la religione, e non viceversa? Sarebbe davvero laico uno Stato che disattendesse le richieste della società di avere nella scuola di tutti un insegnamento, opzionale, del­la religione? E che vi sia una consi­stente richiesta dell’insegnamento è nel fatto che novantuno studenti su cento scelgono ogni anno di frequen­tare l’ora di religione. E veniamo all’omissione. Posto che nella vigente normativa quello di reli­gione cattolica è insegnamento curri­colare – perché tenuto nell’orario sco­lastico, perché i programmi ed i libri di testo sono normativamente defini­ti, perché viene impartito da docenti di ruolo che hanno superato un pub­blico concorso – ne consegue che per gli studenti che abbiano liberamente scelto di inserire tale insegnamento nel proprio piano di studi vi sia non so­lo il dovere, ma anche il diritto di es­sere valutati; che essi abbiano il dirit­to di veder riconosciuti i crediti scola­stici maturati. La sentenza chiara­mente frustra tale diritto.
Tra le righe della decisione, ma non troppo, si avverte la preoccupazione della conformità costituzionale della normativa vigente in materia. Ma se ad altri spetta il giudizio di costitu­zionalità, rimane pur sempre che la Corte costituzionale si è pronunciata in merito per ben tre volte, confer­mando sempre la legittimità dell’ora di religione.

© Copyright Avvenire, 13 agosto 2009

ORA DI RELIGIONE CATTOLICA, LA GRAVISSIMA DISINFORMAZIONE DELLA STAMPA (Alberto Giannino)

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