lunedì 10 agosto 2009

Vaticano, uomini e donne in pensione a 67 anni (Repubblica)


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Vaticano, uomini e donne in pensione a 67 anni

Repubblica — 09 agosto 2009 pagina 20 sezione: ECONOMIA

ROMA

Riforma delle pensioni: al di qua delle mura vaticane se ne parla da anni, all' ombra di San Pietro siamo già ai fatti. Il nuovo diritto del lavoro - applicabile ai dipendenti della Città del Vaticano - prevede che per chi entra in servizio dal 2010, uomo o donna che sia, l' età pensionabile salga a 67 anni. Dopo la parità (già prevista) arriva quindi l' innalzamento anagrafico: dogmi per lo Stato italiano, barriere già superate per chi lavora negli uffici del Papa.
Tant' è che ieri l' Osservatore Romano ha reso omaggio a Fra' Martino Mendez, 76 anni, per ventuno nell' equipe dell' ambulanzaa seguito del Ponteficee ancor oggi «colonna» dietro il bancone delle farmacie vaticane. La novità sull' età fa parte di una vera e proprio riforma del diritto del lavoro, prevista da un «Motu proprio» firmato da Benedetto XVI lo scorso 7 luglio e destinato a riordinare, dopo vent' anni, il funzionamento dell' Ufficio del Lavoro della Sede apostolica (Ulsa).
Il documento, in distribuzione fra i 4.600 lavoratori (laici, religiosi, ecclesiastici), prevede anche incentivi alla maternità e alle famiglie numerose. Massimo Bufacchi, direttore dell' Ulsam, lo giudica con orgoglio molto «avanti».
«La normativa vaticana - ha spiegato all' Osservatore romano - è andata oltre».
Non solo è allineata a molte tra le iniziative «adottate di recente in Italia» - dal bonusbebè, alla rivalutazione degli assegni per il nucleo familiare - ma prevede «permessi speciali retribuiti per quanti devono recarsi in paesi fuori d' Italia per svolgere pratiche di adozione».
Mancano, invece, come fra i laici, gli asili nido: «Ma l' interesse nei loro confronti - spiega Bufacchi - è modesto: le mamme che lavorano sanno come organizzarsi, con parenti o altre strutture più vicinea casa. Per questo nel quadro dei provvedimenti per la famiglia, è stato inserito il bonus per le scuole materne». Detto ciò quanto ad occupazione delle donne le cose, al di là delle mura vaticane, non vanno poi tanto meglio rispetto all' Italia: oltre il Portone di bronzo è femminile solo il 19 per cento del personale. E comunque anche fra i lavoratori della Santa sede esiste il precariato: «E' prevista la stipula di contratti a termine per rispondere ad esigenze specifiche o circoscritte - spiegano all' Ulsa - per quanto ne sappiamo, nel caso si trasformino in attività ordinarie svolte in modo soddisfacente, il rapporto diventa a tempo indeterminato». - (l.gr.)

© Copyright Repubblica, 9 agosto 2009 consultabile online anche qui.

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