sabato 21 novembre 2009
Papa-artisti: mai come oggi la bellezza può salvarci (Izzo)
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Il Papa: "La fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia a varcare la soglia e a contemplare con occhi affascinati e commossi la méta ultima e definitiva, il sole senza tramonto che illumina e fa bello il presente" (Discorso)
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INCONTRO DEL SANTO PADRE CON GLI ARTISTI: LO SPECIALE DEL BLOG
Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
PAPA-ARTISTI: MAI COME OGGI BELLEZZA PUO' SALVARCI
(AGI) - CdV, 21 nov.
(di Salvatore Izzo)
Quarantacinque anni fa nella Cappella Sisitina, Paolo VI assunse l'impegno di "ristabilire l'amicizia tra la Chiesa e gli artisti", auspicando "un'autentica rinascita dell'arte, nel contesto di un nuovo umanesimo".
Oggi Benedetto XVI, nello stesso luogo, ripete la medesima offerta e richiesta di amicizia che fu rinnovata gia' dieci anni fa da Giovanni Paolo II con con una Lettera straordinaria, letta oggi da Sergio Castellitto ai 260 artisti giunti da tutto il mondo per l'incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Cultura.
Molti di loro "forse anche lontani da esperienze religiose, ma desiderosi di mantenere viva una comunicazione con la Chiesa Cattolica e di non restringere gli orizzonti dell'esistenza alla mera materialita', ad una visione riduttiva e banalizzante".
A tutti il Papa rivolge un nuovo "cordiale, amichevole ed appassionato appello: "rappresentate il variegato mondo delle arti e, proprio per questo, attraverso di voi vorrei far giungere a tutti gli artisti il mio invito all'amicizia, al dialogo, alla collaborazione".
"La fede - assicura loro con grande enfasi - non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia a varcare la soglia e a contemplare con occhi affascinati e commossi la meta ultima e definitiva, il sole senza tramonto che illumina e fa bello il presente".
"Non abbiate paura - li esorta - di confrontarvi con la sorgente prima e ultima della bellezza, di dialogare con i credenti, con chi, come voi, si sente pellegrino nel mondo e nella storia verso la Bellezza infinita". Ed e' proprio il tema delle bellezza che Ratzinger affronta nel suo discorso, in questa giornata destinata a passare alla storia. "L'umanita' puo' vivere senza la scienza, puo' vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe piu' vivere", afferma citando una "ardita e paradossale" analisi di Dostoevskij, ma avverte: "la ricerca della bellezza di cui parlo, evidentemente, non consiste in alcuna fuga nell'irrazionale o nel mero estetismo".
"Troppo spesso - denuncia - la bellezza che viene propagandata e' illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento e, invece di far uscire gli uomini da se' e aprirli ad orizzonti di vera liberta' attirandoli verso l'alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor piu' schiavi, privi di speranza e di gioia. Si tratta di una seducente ma ipocrita bellezza, che ridesta la brama, la volonta' di potere, di possesso, di sopraffazione sull'altro e che si trasforma, ben presto, nel suo contrario, assumendo i volti dell'oscenita', della trasgressione o della provocazione fine a se stessa".
"Il momento attuale - denuncia il Papa tedesco - e' purtroppo segnato, oltre che da fenomeni negativi a livello sociale ed economico, anche da un affievolirsi della speranza, da una certa sfiducia nelle relazioni umane, per cui crescono i segni di rassegnazione, di aggressivita', di disperazione".
"Il mondo in cui viviamo - denuncia - rischia di cambiare il suo volto a causa dell'opera non sempre saggia dell'uomo il quale, anziche' coltivarne la bellezza, sfrutta senza coscienza le risorse del pianeta a vantaggio di pochi e non di rado ne sfregia le meraviglie naturali". "Che cosa - si chiede Ratzinger - puo' ridare entusiasmo e fiducia, che cosa puo' incoraggiare l'animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull'orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza?".
"Se accettiamo che la bellezza ci tocchi intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, allora - promette agli artisti - riscopriamo la gioia della visione, della capacita' di cogliere il senso profondo del nostro esistere, il Mistero di cui siamo parte e da cui possiamo attingere la pienezza, la felicita', la passione dell'impegno quotidiano". "Non e' casuale - spiega a una platea incantata oltre che dalle sue parole dalla straordinaria ambientazione della Sistina - il nostro ritrovarci proprio in questo luogo, prezioso per la sua architettura e per le sue simboliche dimensioni, ma ancora di piu' per gli affreschi che lo rendono inconfondibile" con i quali Michelangelo "lancia un forte grido profetico contro il male; contro ogni forma di ingiustizia".
"Qui - ricorda il Pontefice teologo - e' anche risuonato spesso il linguaggio universale della musica, grazie al genio di grandi musicisti, che hanno posto la loro arte al servizio della liturgia, aiutando l'anima ad elevarsi a Dio. Al tempo stesso, la Cappella Sistina e' uno scrigno singolare di memorie, giacche' costituisce lo scenario, solenne ed austero, di eventi che segnano la storia della Chiesa e dell'umanita'".
In Sistina il Collegio dei Cardinali elegge il Papa "e qui - confida oggi Ratzinger - ho vissuto anch'io, con trepidazione e assoluta fiducia nel Signore, il momento indimenticabile della mia elezione a Successore dell'apostolo Pietro". "Cari amici- esorta infine rivolto agli artisti - lasciamo che questi affreschi ci parlino oggi, attirandoci verso la meta ultima della storia umana. Il Giudizio Universale, che campeggia alle mie spalle, ricorda che la storia dell'umanita' e' movimento ed ascensione, e' inesausta tensione verso la pienezza, verso la felicita' ultima, verso un orizzonte che sempre eccede il presente mentre lo attraversa. Nella sua drammaticita', pero', questo affresco pone davanti ai nostri occhi anche il pericolo della caduta definitiva dell'uomo, minaccia che - conclude il Pontefice - incombe sull'umanita' quando si lascia sedurre dalle forze del male".
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1 commento:
In Sistina il Collegio dei Cardinali elegge il Papa "e qui - confida oggi Ratzinger - ho vissuto anch'io, con trepidazione e assoluta fiducia nel Signore, il momento indimenticabile della mia elezione a Successore dell'apostolo Pietro".
E tutti noi l'abbiamo vissuto con Lei!
- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -
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