giovedì 21 maggio 2009

Tettamanzi, l’arcistar buonista che predica il dialogo dal salotto tv. Meraviglioso affondo di Luigi Mascheroni :-)


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Tettamanzi, l’arcistar buonista che predica il dialogo dal salotto tv

di Luigi Mascheroni

Uomo solitamente incline alla prudenza, più per innata predisposizione d’animo che per conformità di condotta alle virtù cardinali, da qualche tempo don Dionigi Tettamanzi ha alzato i toni delle sue omelie mediatiche, come è noto ben più seguite di quelle domenicali.
Ieri, dalle pagine del Corriere della sera, ha flagellato la «sua» città, la Milano della quale dal 2002 è arcivescovo, per volontà di Dio e consiglio del cardinal Re.
Don Dionigi, in ossequio al precetto gesuitico suaviter in modo fortiter in re, «in modo garbato, ma energico nella sostanza», con la dolcezza dell’eloquio che gli è propria ha fatto a pezzi l’anima (e la faccia) dell’ex capitale morale d’Italia: una città smarrita, frantumata, incattivita addirittura. Indifferente, impaurita, intollerante addirittura. Tettamanzi vede sì generosità nell’aiutare, ma si domanda «se esista ancora la borghesia di una volta». E se c’è ancora una città che sa accogliere, dialogare, «integrare».
Figlio di quella Brianza monzese pragmatica e realista che ha nell’etica del lavoro e nel senso del dovere i suoi più marcati confini morali, Dionigi Tettamanzi ha fatto della «mediazione», soprattutto sui temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione, una vocazione. Incontro, dialogo, confronto sono le sue litanie.
Già ghost writer di Papa Wojtyla per i temi morali, partecipe nei giorni del devastante G8 genovese alle proteste no global, comprensivo delle ragioni di Israele ma anche delle rivendicazioni palestinesi, fautore architettonicamente bipartisan di una chiesa e di una moschea in ogni quartiere, sua Eminenza in nome del prudentemente corretto si è forse guadagnato l’ecumene intellettuale e progressista, ma rischia di smarrire il gregge fedele e tradizionalista.
Quello che lo ascoltò invitare i suoi preti ad «andare nelle case degli islamici» ma non lo sentì alzare la voce davanti all’occupazione musulmana del sagrato del Duomo. A essere troppo buonisti...
Politicamente accorto per “vecchia” abitudine democristiana e mediaticamente parsimonioso per consiglio dei suoi addetti stampa, l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, uno a cui può capitare di dimenticare un discorso ma non una stretta di mano, ha ultimamente allungato la propria verso i signori dei salotti «buoni».
Il mese scorso l’«infedele» Gad Lerner, ieri mattina le «illuminate» stanze del Corriere e, in serata, l’oratorio di Fabio Fazio, in registrata su Raitre, tra Francesco Totti e Eros Ramazzotti. L’arcistar in prime time.
Dionigi Tettamanzi, rispetto ai suoi eccelsi predecessori alla guida della diocesi più grande e importante della cristianità (quella di Milano, dove l’islam è la seconda religione per numero ma la prima, in proporzione, per frequenza dei luoghi di culto), non è un teologo come Carlo Maria Martini, o un «intellettuale» come Giovanni Battista Montini. Piuttosto un pastore.
Dal carattere di ferro e dal cuore generoso ma che - secondo i maligni - ultimamente sta camminando su un sentiero lungo il quale le sue pecorelle fanno fatica a seguirlo.
A volte le considerazioni «sociali» delle alte gerarchie sono troppo lontane dal senso comune della gente.
E spesso capita che chi parli dal pulpito, o dai salotti tv, non sia perfettamente sintonizzato con i fedeli. I soliti maligni fanno notare che tra le cento righe di intervista concesse al Corriere e i 25 minuti di chiacchierata con Fazio, don Dionigi ha pronunciato venti volte le parole «dialogo» e «solidarietà», ma appena due il nome «Gesù».
Al cardinale Tettamanzi, da quando è arcivescovo di Milano, piace ricordare che il nome della città rimanda a Mediolanum, una terra che «sta nel mezzo»: un luogo dove si converge, ci si incontra, si dialoga. Cosa apprezzata dalla Lega per la citazione di sapore celtico, un po’ meno per l’allusione al confronto interculturale e interreligioso. Lo hanno chiamato «Vescovo di Kabul». Ma Tettamanzi, che sullo stemma episcopale porta il motto Gaudium et pax, saprà di sicuro perdonare.
Quando nel settembre del 2002, entrò in Duomo come arcivescovo di Milano, il cardinale Martini, consegnandogli il pastorale, gli disse: «Vedrai quanto pesa». Forse don Dionigi non immaginava così tanto.

© Copyright Il Giornale, 21 maggio 2009 consultabile online anche qui.

Ma chi ha scritto questa meraviglia?
Spero di scoprirlo presto perche' merita ogni riguardo :-)
L'autore ha descritto perfettamente il mio disagio espresso nel post sull'articolo di Valli.
Rispetto il mio arcivescovo ma a volte faccio fatica a seguirlo soprattutto quando cerca appoggio nei mass media e non nei fedeli. Nemmeno un fiato sull'occupazione del sagrato del Duomo e un intero documento che impedisce, di fatto, l'applicazione del motu proprio Summorum Pontifucum nella diocesi ambrosiana.
E' questa politica "mediatica" che non condivido in nulla e per nulla
.
R.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

è di luigi Mascheroni, Raffa.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie Alessia :-)

Anonimo ha detto...

come può un cristiano chiamare "meraviglioso" un articolo in cui si sbertuccia e si deride pubblicamente un vescovo io faccio fatica a capirlo

Raffaella ha detto...

Ma no...non c'e' alcuno sberleffo.
Mascheroni descrive il disagio dei fedeli ambrosiani.
R.

ilsanta ha detto...

Forse pecco di saccenza, ma credo che se Tettamanzi fosse Papa nessun cattolico si sarebbe permesso di scrivere un articolo del genere, magari a denti stretti, ma un elogio sull'operato del Papa ci sarebbe stato comunque.

Anonimo ha detto...

"dal 2002 è arcivescovo, per volontà di Dio e consiglio del cardinal Re".

Ma i vescovi non li nomina il Papa? oppure i vescovi che ci piacciono sono nominati dal Papa, quelli che non ci piacciono, vengono nominati da chissà quale oscura manovra di curia.
Evviva i sedevacantisti ambrosiani!

Raffaella ha detto...

Non credo che i giornali dimostrino molto rispetto per il Papa chiunque egli sia.
R.

Carla ha detto...

Cito da Wikipedia:
"(Il Card. Tettamanzi, al compimento) del settantacinquesimo anno di età, ha presentato a Papa Benedetto XVI, in base alle regole ecclesiali, le dimissioni dalla guida della diocesi milanese.Il 9 aprile 2009 è stato confermato dalla Santa Sede per altri due anni alla guida dell'Arcidiocesi."
Se Papa Benedetto lo ha confermato per altri due anni in una diocesi così importante, i cui problemi credo che lo stesso Pontefice conosca bene, si può ragionevolmente presumere che abbia fiducia in lui.

Anonimo ha detto...

dal 19 aprile 2005 i vescovi sono nominati dal papa,è vero.

ilsanta ha detto...

"Non credo che i giornali dimostrino molto rispetto per il Papa chiunque egli sia."

Chissà allora cos a si sarebbe scritto su questo blog...

Raffaella ha detto...

Questo blog non esisterebbe...
R.

Anonimo ha detto...

chissà se qualcuno risponderà a carla...

Anonimo ha detto...

anonimo,

tematica sollevata da Carla già discussa qui:
http://blog.messainlatino.it/2009/04/prorogata-la-scadenza-del-card.html

io propendo per la interpretazione data nei commenti da Quirinus...

Luigi

Raffaella ha detto...

Le decisioni del Santo Padre si rispettano anche quando se ne sarebbero preferite altre.
Si puo' criticare l'eccessivo amore fra un prelato ed i media, ma mai e poi mai si discute sulla scelta del Papa di scegliere un vescovo o di rimandare la nomina del suo successore.
Qui non siamo in Austria: Benedetto XVI si rispetta.
R.

Anonimo ha detto...

allora se si rispetta e si ammira tanto il papa, perchè non si cerca di capire anche le sue scelte prima di farsi prendere da antipatie personali? a cosa serve avere un esempio simile se non si cerca di seguire le sue orme?

Raffaella ha detto...

Non e' mia abitudine stare zitta quando vedo delle contraddizioni.
Vale per i vescovi, vale anche (e soprattutto!) per la curia romana.
Qui nessuno organizza manifestazioni contro questo o quel prelato (come e' stato fatto in Austria).
Semplicemente si discute...
R.

m.a. ha detto...

http://www.ilpadano.com/padano.php?newsID=1803

Anonimo ha detto...

Il grande card Biffi avrebbe dovuto succedere al card. Colombo 30 anni fa. Così non è stato ... purtroppo.
Alessia

SERAPHICUS ha detto...

Ecco cosa succede quando si sbatte un pochino un enorme nido di vespe. Interessante, e anche rivelatore. “Chi ha orecchie per intendere, intenda” (Mc 4, 9).

SERAPHICUS

Raffaella ha detto...

zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
:-))
R.

don gianluigi ha detto...

21 maggio 2009 12.09
ilsanta ha detto...
Forse pecco di saccenza, ma credo che se Tettamanzi fosse Papa nessun cattolico si sarebbe permesso di scrivere un articolo del genere, magari a denti stretti, ma un elogio sull'operato del Papa ci sarebbe stato comunque.
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È sempre interessante leggerti, caro ilsanta, perché sei la dimostrazione di è prevenuto ideologicamente. Come nessun cattolico si sarebbe permesso di scrivere un articolo del genere? ma se ne scrivono tutti i giorni di critiche al papa, i cattolici adulti, laici, preti e vescovi. Non hai letto la puntuale "puntualizzazione" dello splendido card. Martini e del suo fido don Verzé? NOn è forse una critica al magistero del papa? Certo, non è eclatante, loro sono specialisti nei colpi bassi!!

Anonimo ha detto...

Scusate la mia malizia, ma con arcivescovi così poco amati dai fedeli, come il gelido Martini e l'insulso Tettamanzi, Milano chiederà a gran voce di diventare ROMANA e getterà alle ortiche il suo essere AMBROSIANA!
Non pubblicherete il mio post, forse, ma è la dura verità.

Anonimo ha detto...

Tettamanzi vuol far vedere che è più bravo del papa?
Ha forse cercato di batterlo in volata sapendo che era in preparazione un'enciclica sull'argomento sociale?

Meneghino ha detto...

Riguardo all'ultimo commento anonimo, ripeto che per me il Tetta può anche correre come una Ferrari nel presentare prima il suo libro in televisione...... Non avrà mai il valore di una enciclica Papale. Forse. Evidentemente è mosso da quella sottile ma, tanto grande delusione di non essere lui il vestito di bianco.
Il Papa, riceve ogni giorno tonnellate di critiche sui giornali. Si può dire che è il loro argomento preferito quando ci sarebbe da criticare ed anche aspramente tanto altro. Riguardo a Mrtini e Verzè condivido in pieno la teoria dei colpi bassi. Sono degli specialisti in questo.

Anonimo ha detto...

il Santo Padre riceve critiche continuamente perchè non dice parole vuote e non parla del banale conformandosi all'uso attuale.
Chi è tanto elogiato ed ha tanto spazio con grancassa dovrebbe chiedersi se forse non non avvenga ciò perchè è "conforme a questo mondo" che lo usa come clava contro la Chiesa.

euge ha detto...

Analisi Perfetta nell'ultimo post firmato anonimo.

Evidentemente il fatto di essere osannato dai giornali dai media ed essere bastian contrario del Papa, fa sentire più " grandi e tronfi " nella propria saccenza. Mentre, la Verità si serve degli umili e dei semplici come Benedetto XVI.