sabato 17 gennaio 2009
Giornata per il dialogo con gli ebrei. Intervista con il cardinale Kasper (Radio Vaticana)
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Giornata per il dialogo con gli ebrei. Intervista con il cardinale Kasper
Si celebra oggi in Italia e in altri Paesi del mondo la Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei. Quest’anno, purtroppo, la Conferenza rabbinica italiana ha deciso di non partecipare all'evento, a causa delle controversie suscitate dalla riformulazione della preghiera del Venerdì Santo per gli ebrei, nel Messale del 1962, che invoca il riconoscimento di “Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini”. Ascoltiamo in proposito il commento del cardinale Walter Kasper, presidente della Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l’ebraismo, al microfono di Philippa Hitchen:
R. – Certamente è un segno preoccupante, ma devo dire che gli ebrei italiani non hanno un diretto dialogo con il Vaticano: hanno un dialogo con la Conferenza episcopale italiana e non con il Vaticano.
Il nostro dialogo a livello universale con gli ebrei, soprattutto negli Stati Uniti, in Canada, ma anche altrove nel mondo, e anche quello che abbiamo con il Gran Rabbinato a Gerusalemme, va molto bene e loro partecipano a queste giornate di dialogo.
Sono solo gli ebrei in Italia, che hanno una sensibilità particolare, che hanno interrotto il loro dialogo.
Ma noi speriamo che possano tornare ad un serio dialogo.
D. - Alcuni esponenti della comunirtà ebraica italiana dicono che la riformulazione della preghiera implica una presunzione di superiorità del cristianesimo...
R. - Loro protestano contro una cosiddetta "superiorità" del cristianesimo, ma devo dire che la parola “superiorità” non appartiene alla nostra terminologia. Noi diciamo che l’Antico Testamento, che abbiamo in comune, è compiuto dal Nuovo Testamento e da Gesù Cristo: ma questa è una posizione che abbiamo avuto sempre. Tutti sanno che sulla Cristologia siamo divisi. E’ essenziale che due partner, che hanno posizioni diverse, debbano rispettarsi su questi punti. Quindi, è importante avere un dialogo, ma anche più importante, in questo contesto, è avere una base comune e su questa base comune avere valori comuni che sono molto importanti per l'attuale società secolarizzata. Siamo chiamati con forza a dare una testimonianza comune per la famiglia, per i diritti umani, per la pace, per la giustizia e così via. Facciamo questo con gli ebrei dappertutto nel mondo. E io spero che anche gli ebrei italiani vogliano di nuovo condividere con noi questo impegno nel rispetto delle posizioni dell’altro.
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Molto istruttiva questa intervista soprattutto nella parte in cui il cardinale spiega che gli ebrei italiani hanno un rapporto diretto con la Cei e non con il Vaticano e, guarda caso, sono proprio gli italiani, e Milano e' nel nostro Paese, ad avere interrotto il dialogo.
Trovo che il Prof. Israel abbia colto esattamente nel segno.
R.
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