sabato 16 maggio 2009

Il Papa ai giornalisti sul volo di ritorno dalla Terra Santa: in Medio Oriente esiste una volontà di pace che va incoraggiata (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI ai giornalisti sul volo di ritorno dalla Terra Santa: in Medio Oriente esiste una volontà di pace che va incoraggiata

Durante il volo di ritorno di ieri pomeriggio dal viaggio apostolico in Terra Santa, Benedetto XVI si è intrattenuto con i giornalisti per ringraziarli del lavoro svolto, soffermandosi sulle impressioni suscitate in lui dal pellegrinaggio nei luoghi di Gesù. Il Santo Padre ha sottolineato, in particolare, la necessità di alimentare il comune desiderio di pace: non dobbiamo nascondere le difficoltà - ha detto - ma incoraggiare di più alla riconciliazione.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:


Il Papa ricorda ai giornalisti alcune indelebili immagini del suo pellegrinaggio in Terra Santa: tra queste, “la commovente discesa nel punto più profondo della terra, al Giordano, simbolo della discesa di Cristo nei punti più profondi dell’esistenza umana”. Altri momenti rievocati dal Papa sono le visite al Santo Sepolcro e al Cenacolo, “dove il Signore ci ha donato l’Eucaristia, dove c’è stata la Pentecoste”. A queste immagini il Santo Padre accosta il significato del suo viaggio apostolico in Terra Santa:

“Sono venuto come pellegrino di pace. Il pellegrinaggio è un elemento essenziale di molte religioni. Lo è anche dell’islam, della religione ebraica, del cristianesimo. È anche l’immagine della nostra esistenza, che è un camminare in avanti, verso Dio e così verso la comunione dell’umanità. Sono venuto come pellegrino e spero che molti seguano queste tracce e così incoraggino l’unità dei popoli di questa Terra Santa e diventino a loro volta messaggeri di pace”.

Benedetto XVI ha quindi affermato che sono tre “le impressioni fondamentali” suscitate dal pellegrinaggio in Terra Santa:

“La prima è che ho trovato dappertutto, in tutti gli ambienti, musulmani, cristiani, ebrei, una decisa disponibilità al dialogo interreligioso, all’incontro, alla collaborazione tra le religioni. Ed è importante che tutti vedano questo, non solo come un’azione - diciamo – ispirata a motivi politici nella situazione data, ma come frutto dello stesso nucleo della fede, perché credere in un unico Dio che ha creato tutti noi, Padre di tutti noi, credere in questo Dio che ha creato l’umanità come una famiglia, credere che Dio è amore e vuole che l’amore sia la forza dominante nel mondo, implica questo incontro, questa necessità dell’incontro, del dialogo, della collaborazione come esigenza della fede stessa”.

Il Papa ha poi detto di aver trovato “un clima ecumenico molto incoraggiante”:

“Abbiamo avuto tanti incontri con il mondo ortodosso con grande cordialità; ho potuto anche parlare con un rappresentante della Chiesa anglicana e due rappresentanti luterani, e si vede che proprio questo clima della Terra Santa incoraggia anche l’ecumenismo”.

La terza impressione suscitata dal viaggio è quella della constatazione di “grandissime difficoltà” accanto ad “un profondo desiderio di pace da parte di tutti”:

“Le difficoltà sono più visibili e non dobbiamo nasconderle: ci sono, devono essere chiarite. Ma non è così visibile il desiderio comune della pace, della fraternità, e mi sembra dobbiamo parlare anche di questo, incoraggiare tutti in questa volontà per trovare le soluzioni certamente non facili a queste difficoltà”.

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