lunedì 11 maggio 2009
IL PAPA ALLO YAD VASHEM: “PERENNE CONDANNA CONTRO SPARGIMENTO DI SANGUE INNOCENTE”
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PAPA IN ISRAELE: YAD VASHEM, “PERENNE CONDANNA CONTRO SPARGIMENTO DI SANGUE INNOCENTE”
“La memoria dei milioni di ebrei uccisi nell’orrenda tragedia della Shoah” è stata oggi onorata da Benedetto XVI nella visita al mausoleo dello Yad Vashem, a Gerusalemme.
“Essi persero la propria vita, ma non perderanno mai i loro nomi: questi sono stabilmente incisi nei cuori dei loro cari, dei loro compagni di prigionia, e di quanti sono decisi a non permettere mai più che un simile orrore possa disonorare ancora l’umanità.
I loro nomi, in particolare e soprattutto, sono incisi in modo indelebile nella memoria di Dio Onnipotente – ha affermato il Papa - uno può derubare il vicino dei suoi possedimenti, delle occasioni favorevoli o della libertà. Si può intessere una insidiosa rete di bugie per convincere altri che certi gruppi non meritano rispetto. E tuttavia, per quanto ci si sforzi, non si può mai portar via il nome di un altro essere umano”.
“Possano i nomi di queste vittime non perire mai! Possano le loro sofferenze non essere mai negate, sminuite o dimenticate! E possa ogni persona di buona volontà vigilare per sradicare dal cuore dell’uomo qualsiasi cosa capace di portare a tragedie simili a questa!” ha aggiunto Benedetto XVI. “La Chiesa Cattolica prova profonda compassione per le vittime qui ricordate e si schiera accanto a quanti oggi sono soggetti a persecuzioni per causa della razza, del colore, della condizione di vita o della religione. Ribadisco l’impegno della Chiesa a pregare e ad operare senza stancarsi per assicurare che l’odio non regni mai più nel cuore degli uomini”. “Mentre siamo qui in silenzio – ha concluso - il loro grido echeggia ancora nei nostri cuori. È un grido che si leva contro ogni atto di ingiustizia e di violenza. È una perenne condanna contro lo spargimento di sangue innocente. È il grido di Abele che sale dalla terra verso l’Onnipotente. Sono profondamente grato a Dio e a voi per l’opportunità che mi è stata data di sostare qui in silenzio: un silenzio per ricordare, un silenzio per sperare”.
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