giovedì 14 maggio 2009

Martedì mattina a Gerusalemme. I saluti di musulmani ed ebrei al Papa (Osservatore Romano)


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Martedì mattina a Gerusalemme

I saluti di musulmani ed ebrei al Papa

Gli incontri con alti esponenti musulmani ed ebrei hanno caratterizzato la mattinata trascorsa dal Papa a Gerusalemme martedì 12 maggio. La visita di Benedetto XVI ad alcuni luoghi simbolo delle tre grandi religioni monoteistiche - in particolare alla Cupola della roccia, al Muro occidentale e al Cenacolo - ha manifestato concretamente la sua volontà di promuovere e consolidare quel "dialogo trilaterale" del quale aveva sottolineato l'importanza fin dall'inizio del viaggio durante l'incontro con i giornalisti in volo verso Amman.
Sulla spianata delle moschee, Mohammed Nuseibeh, a nome dell'alto consiglio islamico e del consiglio del Waqf (beni religiosi islamici), ha dato al Pontefice il suo benvenuto, riconoscendo, tra l'altro, il "vincolo eterno e indissolubile che unisce tutti noi, cristiani e musulmani della Terra Santa. È un vincolo che è stato cementato nel corso di secoli di coesistenza che con il tempo diverrà sempre più forte".
L'esponente musulmano ha chiesto a Benedetto XVI "di fare il possibile per portare pace e giustizia nella nostra terra santa. Non è solo espediente politico chiedere il sostegno del resto del mondo per risolvere la questione palestinese, ma anche un obbligo morale". Al Papa, "grande sostenitore della pace", ha chiesto in modo particolare di continuare a "sostenere la giustizia" perché si arrivi a una "pace giusta" che porti finalmente stabilità nella regione.
Successivamente, dopo la sosta di preghiera al Muro occidentale, nel centro Hechal Shlomo il Pontefice ha ascoltato il saluto dei due gran rabbini di Gerusalemme, il sefardita Shlomo Amar e l'ashkenazi Yona Metzger.
In particolare Metzger ha ricordato le sofferenze del popolo ebraico, sottolineando che "se un incontro storico come questo, in cui il capo della più grande religione del mondo incontra a Gerusalemme il capo della religione ebraica, si fosse svolto molti anni fa, quanto sangue si sarebbe risparmiato e quanto odio insensato si sarebbe potuto evitare".
Il rabbino ha, quindi, espresso apprezzamento per la chiara affermazione del Papa che l'antisemitismo non è solo un peccato contro gli ebrei, ma anche contro Dio, e per "l'impegno cristiano a un'autentica fraternità fra i nostri popoli". È poi, a suo giudizio, un elemento positivo il fatto che "nella nostra generazione la lingua fra le religioni" sia divenuta più "benedicente" rispetto al passato. Si deve "continuare su questa via - ha assicurato - e insegnare ai responsabili di altre religioni che non è con il terrore che raggiungeranno i loro obiettivi, non è con l'uccisione di persone innocenti che rappresenteranno il proprio Dio. Dio è misericordioso e comanda a tutti noi di rispettare e amare ogni persona inclusi coloro che non seguono le nostre religioni".
Dal gran rabbino anche la proposta di creare un organismo internazionale delle Nazioni Unite che riunisca le religioni e risolva così conflitti e differenze di opinioni, "nella convinzione che un unico Dio ci ha creati tutti". Metzger ha concluso il suo discorso a Benedetto XVI auspicando che "insieme sapremo aggiungere amore, rispetto reciproco e pace al nostro mondo".

(©L'Osservatore Romano - 14 maggio 2009)

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