domenica 9 agosto 2009

L'arcivescovo Amato all’Università cattolica americana “Notre Dame”: per ritrovare la sua anima, l’Europa deve dirsi cristiana (Radio Vaticana)


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L'arcivescovo Amato all’Università cattolica americana “Notre Dame”: per ritrovare la sua anima, l’Europa deve dirsi cristiana

Nell’economia come nella politica, l’Europa ha bisogno di ritrovare la sua anima cristiana: è l’esortazione dell’arcivescovo prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Angelo Amato, in una lezione tenuta all’università cattolica statunitense "Notre Dame", nello Stato dell’Indiana, pubblicata dall’Osservatore Romano. “Un’Europa cristiana – ha sottolineato il presule – rispetterebbe i diritti di tutti i cittadini, credenti e non credenti, cristiani e non cristiani”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“L'Europa se vuole ritrovare la sua anima, la sua identità, i suoi fondamenti e la verità delle cose deve dirsi cristiana”: è il pressante appello rivolto agli europei dall’arcivescovo Angelo Amato, che parlando agli studenti americani dell’Università “Notre Dame” si è soffermato sull’“apostasia dal cristianesimo”, che caratterizza oggi il Vecchio Continente.
“Nell'Europa contemporanea – ha rilevato il presule - l'emancipazione da Dio e la negazione della sua legge produce comportamenti pratici biasimevoli”. Ed ha aggiunto: “Come per l'economia e la politica, anche per la biomedicina e la biotecnologia, una ricerca sganciata dall'etica permette all'uomo di disporre impunemente della vita di altri esseri umani, soprattutto dei più deboli e indifesi”.

Una "biopolitica" “che non fa riferimento alla legge naturale – ha avvertito - può permettere, ad esempio, l'annientamento dei feti, la manipolazione degli embrioni considerati semplice materiale biologico, la clonazione, l'ibridazione, la contraccezione, l'eutanasia”. Ancora, ha constatato con rammarico, “la vita perde la sua inviolabilità e l'essere umano smarrisce la sua identità. Si intacca, poi, la stessa nozione di 'famiglia' come comunità composta dal padre, dalla madre e dai figli” e “si permette il ‘matrimonio’ non più solo tra uomo e donna e si ammette l'adozione di bambini anche da parte di coppie omosessuali”. Tuttavia, ha affermato mons. Amato, questo esperimento in corso oggi in Europa, “e cioè vivere come se Dio non esistesse - non sta dando i frutti promessi”. E ciò “anzitutto perché il secolarismo, che sta alla base dei diritti civili, non si autogiustifica senza un riferimento forte al bene e al vero. Il secolarismo resta senza fondamento. Mentre, il cristianesimo, con l'idea dell'uomo immagine di Dio, apporta alla società il valore incommensurabile della dignità personale, senza la quale non c'è né libertà, né uguaglianza, né solidarietà, né giustizia”.

Mons. Amato evidenzia che l’assenza di un riferimento a Dio e alle radici cristiane nella Costituzione europea ne “sfigura l’identità” e dimentica che, come insegna la storia del secolo scorso, “la libertà umana, sganciata da Dio e dalla sua legge, conduce ad un dogmatismo che, alla fine, umilia l’uomo, sopprimendone la libertà”. La Chiesa cattolica, ha ribadito, “non si appiattisce sull’agenda del secolarismo ideologico e politico, ma continuamente sollecita un atteggiamento di laicità positiva, che valorizzi l’apporto del cristianesimo”. L’Europa, è l’esortazione del presule, “deve ricordare che all’inizio e in tutto il corso della sua storia c’è il Vangelo”. “La tradizione cristiana dell’Europa – ha rammentato – ha amalgamato nella croce di Cristo la ratio dei Greci, il diritto delle genti dei Romani e le leggi di Mosè”. “Se vuole unificarsi, se vuole affermarsi come civiltà dei diritti umani fondamentali”, ha concluso mons. Amato, l’Europa deve dirsi cristiana.

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