domenica 9 agosto 2009
Benedetto XVI all’Angelus: i lager nazisti e il nichilismo contemporaneo conseguenza della negazione di Dio (Radio Vaticana)
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Il Papa: "I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra quando l’uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte" (Angelus)
Il Papa: I lager sono la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti di un nichilismo contemporaneo
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Benedetto XVI all’Angelus: i lager nazisti e il nichilismo contemporaneo conseguenza della negazione di Dio. I martiri ci mostrano che l’amore vince la morte
L’eroismo dei martiri cristiani ci mostra che l’amore di Dio vince il male e la morte: così, Benedetto XVI all’Angelus domenicale, nel Palazzo Apostolico Castel Gandolfo. Il Papa ha offerto ai fedeli la sua riflessione su alcuni Santi che, come Edith Stein e San Massimiliano Kolbe, hanno testimoniato la fede a Cristo sino al martirio. Quindi, ha esortato gli uomini di oggi a non dimenticare Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti:
I lager nazisti, simboli estremi del male, come il nichilismo contemporaneo mostrano quali terribili rischi corre l’uomo quando dimentica Dio: è quanto sottolineato da Benedetto XVI all’Angelus, incentrato su alcune figure di Santi Martiri che la liturgia ricorda in questi giorni. In particolare, il Papa si è soffermato su Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, “nata nella fede ebraica e conquistata da Cristo in età adulta” e san Massimiliano Kolbe, “figlio della Polonia e di San Francesco d’Assisi”, grande apostolo della Vergine, entrambi uccisi nel lager di Auschwitz:
“I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra quando l’uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte”.
Purtroppo, ha rilevato il Papa, “questo triste fenomeno non è circoscritto ai lager”. Essi, ha affermato, “sono piuttosto la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti”:
“I santi, che abbiamo brevemente ricordato, ci fanno riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l’umanesimo ateo e l’umanesimo cristiano; un’antitesi che attraversa tutta quanta la storia, ma che alla fine del secondo millennio, con il nichilismo contemporaneo, è giunta ad un punto cruciale, come grandi letterati e pensatori hanno percepito, e come gli avvenimenti hanno ampiamente dimostrato”.
Ha quindi spiegato quanto sia radicale la differenza di prospettive tra un umanesimo cristiano e un umanesimo che rinnega Dio:
“Da una parte, ci sono filosofie e ideologie, ma sempre più anche modi di pensare e di agire, che esaltano la libertà quale unico principio dell’uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l’uomo in un dio, ma è un dio sbagliato, che fa dell’arbitrarietà il proprio sistema di comportamento. Dall’altra, abbiamo appunto i santi, che, praticando il Vangelo della carità, rendono ragione della loro speranza; essi mostrano il vero volto di Dio, che è Amore, e, al tempo stesso, il volto autentico dell’uomo, creato a immagine e somiglianza divina”.
Tutti i Santi, specialmente i martiri, ha detto il Papa, sono “testimoni di Dio che è amore”, di quella carità “che ama sino alla fine e non tiene conto del male ricevuto, ma lo combatte con il bene”:
“Da essi possiamo apprendere, specialmente noi sacerdoti, l’eroismo evangelico che ci spinge, senza nulla temere, a dare la vita per la salvezza delle anime. L’amore vince la morte!”
Ed ha invocato la Vergine Maria affinché aiuti tutti i fedeli, e soprattutto i sacerdoti, a seguire l’esempio dei Santi che hanno testimoniato la fede sino al martirio:
“È questo l’unico modo per offrire alle istanze umane e spirituali, che suscita la crisi profonda del mondo contemporaneo, una risposta credibile ed esaustiva : quella della carità nella verità”.
Tra i Santi che si festeggiano in questi giorni, il Pontefice non ha mancato di ricordare anche Santa Chiara d’Assisi, “ardente di amore divino nella quotidiana oblazione della preghiera e della vita comune”, San Ponziano Papa, Sant’Ippolito sacerdote e san Lorenzo diacono. Quindi, salutando i pellegrini di lingua francese ha chiesto di pregare per le vocazioni sacerdotali, mentre parlando ai fedeli polacchi ha espresso la sua vicinanza a quanti in questo mese di agosto vanno in pellegrinaggio a Częstochowa e agli altri Santuari mariani.
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