martedì 10 novembre 2009
Anglo-Cattolici: nascono gli «Ordinariati personali» (Cardinale)
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Nascono gli «Ordinariati personali»
Questa struttura canonica «flessibile» consente agli ex anglicani di conservare la loro tradizione spirituale, liturgica e pastorale. Resta la regola del celibato ecclesiastico
DI GIANNI CARDINALE
Con la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus e con le annesse Norme complementari che sono state pubblicate ieri la Chiesa cattolica si arricchisce di una nuova struttura canonica per accogliere quei gruppi di fedeli e clero anglicano che desiderano essere in piena comunione con Roma.
Confermando quanto reso noto dalla conferenza stampa con cui il 20 ottobre era stato annunciato il provvedimento, la Santa Sede ha deciso di costituire degli Ordinariati personali, in modo che gli ormai ex anglicani possano conservare la loro tradizione spirituale, liturgica, pastorale, pur entrando a far parte della Chiesa cattolica.
Come ha spiegato padre Gianfranco Ghirlanda, rettore della Gregoriana e consultore della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf ), quella dell’Ordinariato personale è stata scelta perché «è una figura flessibile ». Non è completamente nuova, visto che già ci sono gli Ordinariati militari, con cui c’è qualche analogia ma anche alcune differenze. Mentre negli Ordinariati militari – spiega Ghirlanda – «c’è un esercizio della potestà cumulativa tra l’ordinario militare e i vescovi del luogo, invece nell’Ordinariato personale, per gli anglicani, non c’è questo esercizio cumulativo, ma i fedeli – sia laici che di istituti di vita consacrata e i chierici – formano praticamente il popolo di Dio di una circoscrizione ecclesiastica che è analoga ad una Chiesa particolare». I nuovi Ordinariati poi non saranno una ulteriore Chiesa particolare rituale, una sorta di chiesa uniate anglicana («avrebbe potuto creare problemi ecumenici», ha sottolineato Ghirlanda), ma faranno parte pienamente della Chiesa latina, come avviene ad esempio col rito ambrosiano. Gli Ordinariati poi, che potrebbero essere anche più di uno all’interno di un Paese, saranno guidati da un vescovo o da un sacerdote che faranno parte a pieno titolo delle conferenze episcopali (mentre i vescovi già anglicani che non diventeranno ordinari potranno parteciparvi senza diritto di voto, come gli emeriti). Così potranno essere nominati in questa carica anche i vescovi già anglicani che, essendo sposati, potranno essere accolti nella Chiesa cattolica solo come semplici sacerdoti (anche se potrà essere loro concesso il permesso di usare le insegne episcopali). Questi ultimi saranno quindi i primi coniugati a partecipare organicamente ad una conferenza episcopale. Da segnalare che i nuovi ordinariati verranno eretti – fatto unico – con competenza della Cdf, mentre gli ordinari verranno sì nominati dal Papa ma in base di una terna di nomi presentata dal
Consiglio di governo degli ordinariati che saranno quindi qualcosa di più del normale consiglio presbiterale e del collegio dei consultori delle normali diocesi. I fedeli laici potranno aderire ai nuovi ordinariati facendo domanda per iscritto. Potranno farlo gli ex anglicani ma anche chi arriva alla chiesa cattolica attraverso l’ordinariato stesso. I battezzati cattolici di norma non possono aderirvi a meno che non siano congiunti di una famiglia appartenente all’ordinariato.
Infine la questione del celibato. «Non è nuovo il fatto – ha spiegato Ghirlanda – che dei ministri anglicani coniugati desiderino essere ordinati nel grado del presbiterato nella Chiesa cattolica, e quindi rimangano nel matrimonio. La regola generale – aggiunge – rimarrà sempre il celibato ecclesiastico, ma si ammette che in base a criteri oggettivi che verranno determinati di volta in volta e anche in base alle necessità, l’ordinario di un Ordinariato possa chiedere al Santo Padre l’ordinazione di uomini sposati». Il che «costituisce tuttavia un’eccezione: la regola rimane il celibato». I vescovi comunque non potranno mai essere coniugati.
© Copyright Avvenire, 10 novembre 2009
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