lunedì 9 novembre 2009
Chiesa e media: un patto da riscrivere (Angela Ambrogetti)
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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Chiesa e media: un patto da riscrivere
Angela Ambrogetti
A dispetto di come titoleranno i giornali la notizia non è nel fatto che i preti sposati anglicani possono essere ordinati nella Chiesa Cattolica.
Quella è infatti una “vecchia” norma che già Paolo VI scrisse in una sua enciclica poco famosa del 1967: Sacerdotalis Caelibatus. Benedetto XVI è stato quasi “costretto” a parlarne domenica a Brescia ricordando alcuni degli insegnamenti montiniani. Il problema è che questo pur semplice richiamo ad un documento del Magistero non era stato fatto in sede di presentazione della Costituzione apostolica. Forse immaginando che i giornalisti ricordassero il testo dell’enciclica. Ma così non è stato e gli equivoci si sono susseguiti.
Il ritmo decisamente eccessivo e frenetico di una informazione che mira solo allo scoop, al titolone, allo schiaffo in faccia al lettore mal si combina con la comunicazione di testi magisteriali. Per spiegarli bisogna leggerli, studiarli e avere la preparazione adeguata per coglierne la novità e le particolarità. Un lavoro che si fa sempre meno nelle redazioni pressati da richieste più o meno assurde di trovare sempre qualcosa di “ politico” in un fatto ecclesiale. Salvo poi, ovviamente, una volta individuata la politicità di una affermazione, lamentarsi della “indebita ingerenza”.
A Brescia domenica 8 novembre Benedetto XVI ha ripercorso l’insegnamento di Paolo VI, ha riletto frasi del papa che erano perfette per oggi. Non solo ricordando la necessità di una Chiesa “povera e libera”, ma rilanciando i temi del Concilio Vaticano II soprattutto per la relazione della Chiesa con il mondo esterno.
Sui giornali di questo non si è parlato. “Come non vedere che la questione della Chiesa, della sua necessità nel disegno di salvezza e del suo rapporto con il mondo, rimane anche oggi assolutamente centrale? Che, anzi, gli sviluppi della secolarizzazione e della globalizzazione l’hanno resa ancora più radicale, nel confronto con l’oblio di Dio, da una parte, e con le religioni non cristiane, dall’altra? La riflessione di Papa Montini sulla Chiesa è più che mai attuale; e più ancora è prezioso l’esempio del suo amore per lei, inscindibile da quello per Cristo.” Sono parole di Benedetto XVI pronunciate all’omelia della messa sul piazzale del duomo sotto la pioggia battente. Ma su alcuni siti invece è risaltata la notizia della breve preghiera davanti alla lapide che ricorda le vittime dell’attentato del 1974 come se fosse un fuori programma. Peccato che da almeno una settimana fosse pubblicato nel libretto informativo sulla visita a disposizione di tutti i vaticanisti.
E nessuno ha dato rilievo all’incontro del pomeriggio con la premiazione della Collana Sources Chrétiennes con il premio Paolo VI. Soprattutto ricordando che Joseph Ratzinger aveva scritto anche per quella collana, voluta da due gesuiti Henri De Lubac e Jean Daniélou ben prima del Concilio e che anticipava quel “ressourcement” che il Vaticano II avrebbe decretato. Eventi giganteschi per la storia del pensiero e della Chiesa relegati a margine della “notizia” che il sottosegretario Gianni Letta aveva accompagnato il papa in aereo a Brescia. Fatto certamente interessante per certo gossip politico, ma irrilevante per la Storia e la Chiesa.
Così la lettura della Costituzione apostolica che permette di ricucire lo scisma anglicano e segna una tappa storica nella vita della Chiesa Cattolica, sarà ridotta al permesso o meno per gli uomini sposati di essere ordinati.
Significativa in effetti è la scelta di organizzare questa “comunione visibile” senza dover abbandonare tradizioni e cultura anglicana. Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha fatto un parallelo con il Rito Ambrosiano che è comunque all’interno della Chiesa Latina.
La Anglicanorum coetibus potrebbe essere un modello anche per risolvere la questione dei lefevriani. Fatto di non secondaria importanza. Sarebbe il segno di un preciso progetto del pontificato di Ratzinger: aprire le porte alla ricchezza delle diversità in un’unica Chiesa cattolica.
Un fatto che interessa la gente, ma non i politici e tanto meno i giornali. Così forse della interessante e battagliera prolusione del cardinale Bagnasco lunedì 9 novembre, ad Assisi per la Assemblea Generale dei vescovi italiani, i media riporteranno solo la richiesta di obiezione di coscienza per l’uso della pillola abortiva e il rispetto del concordato per l’insegnamento della religione cattolica a scuola.
Eppure Bagnasco ha parlato della nuova colonizzazione in Africa, della figura dei sacerdoti e della loro adesione interiore a Cristo che non li farà cercare “evasioni” o “compensazioni” e della percezione della morte in una società che la vuole cancellare o demonizzare. I vescovi hanno preparato una nuova liturgia esequiale e la stampa parla solo di dove tenere le ceneri dopo la cremazione.
La Chiesa sceglie di entrare nel circo mediatico, sceglie di entrare in dialogo con i media ma non ne padroneggia le dinamiche che ogni giorno sfuggono un po’ di più al controllo dell’intelligenza e della ragione a favore della banalità. La vera “sfida educativa” va affrontata con la consapevolezza che oggi quando si usa la parola “cultura” per lo più si intende “culturismo”.
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