lunedì 9 novembre 2009

Botticino, il dono di un saluto a sorpresa (Enrico Mirani)


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Botticino, il dono di un saluto a sorpresa

Dopo la meditazione nella parrocchiale sulle spoglie di San Tadini, il gradito fuoriprogramma coi fedeli «Io, edificato da Sant’Arcangelo» ha detto il Papa intrattenendosi brevemente con la gente sul sagrato

Bagno di folla per Benedetto XVI a Botticino Sera

Enrico Mirani

«Che emozione, che emozione». Le parole della religiosa mentre varca l’ingresso della chiesa esprimono il sentimento della comunità. Sono le 10.25, il Papa ha lasciato da pochi minuti Botticino Sera e i fedeli riempiono la basilica santuario per la Messa solenne. «Un’emozione enorme, straordinaria», ripetono anche il parroco don Raffaele Licini e il sindaco Mario Benetti, i soli botticinesi ad accompagnare Benedetto XVI in chiesa per la preghiera davanti alla teca con le reliquie di Sant’Arcangelo Tadini.

Una mattina unica

È una mattina unica per il paese e la sua gente. Profondo il senso della visita papale, prima tappa della giornata bresciana di Benedetto: l’omaggio alla memoria, alla santità e all’opera di un sacerdote diocesano, un parroco, un prete sociale come don Tadini.
«Cari fratelli e sorelle sono molto felice di essere qui, nella parrocchia di Sant’Arcangelo Tadini, che ho canonizzato poco tempo fa (il 26 aprile, ndr) e dal quale sono stato edificato». Il programma non prevede un suo intervento, dovrebbe essere una visita silenziosa ancorché intensa, ma il Pontefice non vuole lasciare i duemilacinquecento fedeli raccolti in piazza IV Novembre senza la sua parola. Dopo la sosta davanti all’altare dedicato a Sant’Arcangelo, si ferma all’ingresso della chiesa e parla al microfono, sovrastando il suono delle campane.
«Don Tadini - sottolinea Benedetto XVI - ha dato un dono all’umanità. Ci ha insegnato a lavorare per un mondo fraterno, ci invita a vivere non per se stessi, ma per gli altri». A pochi metri dal Pontefice c’è la testimonianza concreta di questo impegno, le religiose della Congregazione delle Suore Operaie, creata da Tadini nel 1900. Il Papa saluta la folla con un sorriso grande e dolce: «Grazie per l’accoglienza calorosa. Auguri e buona domenica».

Dieci minuti d’oro

La visita a Botticino Sera dura dieci minuti. Dalle 10.10 alle 10.20. Ma l’intensità e il valore di questi eventi non si misura ovviamente con la clessidra. Benedetto XVI arriva sulla papamobile, accompagnato dal segretario padre Georg Gaenswein e dal Vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari. Oltre quattro chilometri di strade botticinesi fra ali di folla festante, prima di imboccare via Carini e poi piazza IV Novembre. Sul sagrato ad accogliere il Papa ci sono il parroco e il sindaco, gli danno il benvenuto con rispetto e commozione. Caloroso l’abbraccio fra il Vescovo e don Raffaele: a sottolineare la comunione fra il presule e il suo sacerdote, la gioia condivisa per questa visita. Intorno, battono continuamente le mani le tantissime persone arrivate fin dalle 7.30 per prendere posto. L’attesa è cresciuta con il passare dei minuti, con gli annunci che indicavano l’avvicinarsi del Papa. «È arrivato alla rotonda»; «È davanti alla Banca»; «Eccolo...».

L’allegria e la gioia dei bambini

In prima fila dietro le transenne ci sono i bambini, sventolano le bandierine bianche e gialle del Vaticano. Il Papa scende, saluta ed entra nella basilica di Santa Maria Assunta con il Vescovo e, fra gli altri, il bresciano cardinale Giovan Battista Re. Resta cinque minuti nel santuario, pregando davanti alle reliquie di don Tadini. Riceve i doni della comunità, simboli locali raccolti in una cesta: fra l’altro un’incisione di Battista Tregambe, una targa in marmo, calze, bottiglie di vino; e poi un aquilone con un messaggio di pace degli Aquilonisti bresciani.
All’uscita, ecco la sorpresa: quelle parole per ricordare la santità dell’uomo che fu pastore di Botticino Sera dal 1885 alla morte, nel 1912. Frasi che arrivano al cuore dei fedeli. Poi il Papa scende i gradini del sagrato e si accosta ai bambini. Stringe mani, accarrezza teste e guance, regala sorrisi e saluti. Tutti vorrebbero toccarlo, dirgli qualcosa, affidargli un pensiero: ma Brescia attende e bisogna andare. La papamobile lascia la piazza, mentre Benedetto XVI saluta con ampi gesti delle braccia e risuonano le note della Banda «Giuseppe Forti».

Cose semplici e belle

«Il Papa ha detto cose semplici e belle» commenta il parroco don Raffaele, che mentre la sua gente entra in chiesa per la Messa si gusta sul sagrato una sigaretta distensiva. «Ci ha detto di seguire l’esempio di don Tadini, di volerci bene, di non dimenticare l’impegno sociale. Quello del Santo è un messaggio vecchio ma sempre nuovo». Il Papa, ha rivelato il parroco, ha fatto un regalo imprevisto alla parrocchia: «Un calice».
Una giornata indimenticabile anche per il sindaco Mario Benetti: «L’incontro con il Papa, la partecipazione della gente ci ripagano del grande lavoro compiuto per organizzare questo evento. Un grazie a tutti coloro che l’hanno reso possibile». Fra gli altri le centinaia di alpini, volontari della protezione civile e della parrocchia, coordinati da Giacomo Rossi, che hanno curato l’accoglienza lungo il percorso. Presenza e sacrificio nel nome di Sant’Arcangelo.

© Copyright Il Giornale di Brescia, 9 novembre 2009

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