domenica 11 gennaio 2009

Card. Antonelli sui divorziati: «La Chiesa non crei ghetti» (Vecchi)


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Antonelli sui divorziati: «La Chiesa non crei ghetti»

Il cardinale: riconoscimento economico alle madri casalinghe
Presentato il VI incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Città del Messico dal 14 al 18 gennaio


Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Invita a «non creare piccoli ghetti » nella Chiesa per «le cosiddette coppie irregolari: divorziati- risposati eccetera devono sentire che sono a casa loro, anche se non possono ricevere l'eucarestia la Chiesa non li esclude», e suggerisce «un certo riconoscimento economico » a beneficio delle madri casalinghe, «non si capisce perché l'accudire il proprio bimbo non sia considerato anche un lavoro produttivo, mentre lo è ed entra nel pil se lo fa una badante o una baby sitter». Dice questo e molto altro il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, mentre presenta il VI incontro mondiale delle Famiglie che si riunirà a Città del Messico dal 14 al 18 gennaio. Perché l'appuntamento mondiale che riunirà 30 cardinali, 200 vescovi e migliaia di delegati da 218 Paesi — Benedetto XVI ha inviato a rappresentarlo il segretario di Stato Tarcisio Bertone — spazierà dai grandi temi etici ai problemi concreti, quotidiani delle persone.
«Protagonista» è la famiglia fondata sul matrimonio, «essenziale sia per la trasmissione della fede sia per la società civile in quanto "laboratorio di convivenza", come diceva Giovanni Paolo II». Così il cardinale Antonelli chiede alla politica di rispondere alle richieste «che arrivano dalle famiglie stesse», da una «maggiore equità nel prelievo fiscale», in particolare «per le famiglie numerose: è assurdo che la società non tenga conto di chi mette al mondo figli», al «riconoscimento economico» per le madri che stanno a casa. «Un appello che va accolto con piacere ed attentamente ascoltato », fa sapere più tardi il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. Certo che gli aiuti alle famiglie in Italia non abbondano, osserva ancora il cardinale, «cambiano le maggioranze ma alcune richieste continuano purtroppo a restare inevase. Non so fino a che punto sia questione di volontà o di necessità economica, ma altri Paesi come la Francia fanno molto più di noi».
Dopodiché ci sono gli «irregolari ». Dalle coppie di fatto ai divorziati risposati. È un dato di fatto anche fra i credenti, «a volte c'è uno scarto tra il Vangelo e la dottrina della Chiesa da una parte e la prassi vissuta dall'altra». Così la Chiesa «ha il dovere di annunciare la verità anche quando gli uomini non vogliono darle ascolto, come dice San Paolo a Timoteo». Ma senza asprezze, sorride il cardinale Antonelli: «La vita cristiana è come una montagna che noi non possiamo né vogliamo abbassare: dobbiamo aiutare le persone a salire con il loro passo. Per questo la Chiesa accompagna tutti, non esclude, non lancia anatemi, anche se il primo atto di carità è indicare la cima e la montagna in tutta la sua grandezza».
L'incontro sarà quindi aperto anche ai divorziati risposati e ai loro figli. Tra l'altro parteciperanno «madri nubili e sole » del Messico. Dall'«Associazione famiglie separate cristiane » di Roma si dice che il cardinale sarebbe pronto a ricevere una loro delegazione il 23 gennaio. Il problema è doloroso e sentito. Chi ha divorziato e si è riposato non può fare la comunione.
Ma lo stesso Benedetto XVI, nel confermare la dottrina, aveva detto a giugno dell'anno scorso che «nel desiderio di comunione» e «nella partecipazione all'eucarestia» si trovano comunque «una forza e un'efficacia salvatrice».
Del resto l'allora cardinale Ratzinger, come prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, aveva firmato il 14 settembre '94 una lettera che respingeva le aperture di alcuni vescovi tedeschi, spiegando tuttavia che questi fedeli «non sono affatto esclusi» dalla Chiesa.
Per questo il cardinale Antonelli, ora, spiega: «Le diocesi organizzano talvolta incontri speciali per le coppie cosiddette irregolari. Certo sono utili, ma non bisogna creare dei piccoli ghetti: se i divorziati risposati, ad esempio, non possono ricevere l'eucarestia, segno della piena comunione con la Chiesa, possono però partecipare alla messa e ad altre attività della comunità cristiana, in modo da sperimentare seriamente la Chiesa come la loro casa». Considerazioni che valgono anche per le famiglie «regolari »: «Non devono disprezzare gli altri, ma creare reti di amicizia e solidarietà, perché Dio è amore».

© Copyright Corriere della sera, 10 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

Urge un "ripassino" sulle parole di Benedetto XVI a proposito dei divorziati risposati. Riporteremo tutto nel prossimo post.
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il card. Antonelli ha parecchio da far dimenticare ....
Alessia

Anonimo ha detto...

che vorresti dire non riesco a capire il significato della tua frase.
Potresti essere più chiara Grazie!