domenica 18 gennaio 2009

La musica porta nel mondo la bellezza di Dio: così, il Papa al termine del concerto nella Cappella Sistina in onore del fratello Georg (R.V.)


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Il Papa al fratello Georg: "Fin dall’inizio, molto presto, si è manifestata in te questa duplice vocazione: alla musica e al sacerdozio, una che abbracciava l’altra, e così tu sei stato guidato sui tuoi passi ed hai percorso il tuo cammino..." (Discorso in occasione del concerto in onore di Mons. Georg Ratzinger)

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La musica porta nel mondo la bellezza di Dio: così, il Papa al termine del concerto nella Cappella Sistina in onore del fratello Georg

“Il Signore ti doni ancora anni buoni in cui tu possa vivere la gioia di Dio e la gioia della musica”: è l’augurio che Benedetto XVI ha rivolto, ieri sera, al fratello Georg al termine di un Concerto nella Cappella Sistina in occasione del suo 85.mo genetliaco. L’evento in onore di mons. Georg Ratzinger, Maestro di Cappella emerito, è stato celebrato con un’esecuzione della Messa in do minore di Mozart da parte del Coro dei “Regensburger Domspatzen”. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto da mons. Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Regensburg. A margine del concerto, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, ha consegnato a mons. Georg Ratzinger, l'onorificenza della Gran Croce della Repubblica italiana. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Musica

Il servizio alla Chiesa e l’amore per la musica hanno sempre contraddistinto la vita di Joseph e Georg Ratzinger. Al termine del concerto, Benedetto XVI è tornato con la mente al lontano 1941 quando su iniziativa del fratello si recarono assieme al Festival di Salisburgo:

“Potemmo allora assistere ad alcuni splendidi concerti e, tra questi, nella Basilica abbaziale di San Pietro, all’esecuzione della Messa in do minore. Fu un momento indimenticabile, il vertice spirituale, direi, di quella nostra gita culturale”.

Anche se allora ero un ragazzino, ha proseguito a braccio in tedesco, “ho capito che avevamo vissuto qualcosa di diverso da un semplice concerto: quello era stata musica in preghiera”. In quella Messa di Mozart, ha detto ancora, “avevamo potuto sfiorare qualcosa della magnificenza e della bellezza di Dio stesso”. Benedetto XVI ha quindi ricordato le difficoltà degli anni giovanili del fratello:

(Inserto tedesco)

“Quando sei nato – ha rammentato – l’inflazione era appena finita e la gente, anche i nostri genitori, avevano perso tutti i loro risparmi. Poi è venuta la crisi economica mondiale, la dittatura nazista, la guerra, la prigionia”. Dopo il conflitto, ha ricordato il Papa, “con nuova speranza e gioia, in una Germania distrutta e dissanguata, abbiamo iniziato la nostra strada”. Ha così sottolineato la duplice vocazione del fratello Georg alla musica e al sacerdozio, “una che abbracciava l’altra”, ed ha messo l’accento sull’esperienza con i “Regensburger Domspatzen”. Un incarico, ha rilevato, in cui mons. Ratzinger ha potuto “servire sacerdotalmente la musica e trasmettere al mondo e all’umanità la gioia per l’esistenza di Dio tramite la bellezza della musica e del canto”. Quel coro, nato più di mille anni fa, ha ribadito, “portava nel mondo la gioia e la bellezza di Dio”. Il Santo Padre ha quindi augurato al fratello di poter ancora vivere anni contraddistinti dalla gioia di Dio e della musica. E, parlando nuovamente in italiano, ha messo l’accento sul valore spirituale della Messa di Mozart:

“Formulo l’auspicio che la splendida musica ascoltata, nel contesto unico della Cappella Sistina, contribuisca ad approfondire il nostro rapporto con Dio; serva a ravvivare nel nostro cuore la gioia che scaturisce dalla fede, perché ciascuno se ne faccia convinto testimone nel proprio quotidiano ambiente di vita”.

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1 commento:

euge ha detto...

Mi è molto dispiaciuto non poter assistere rieri pomeriggio, a questo concerto e soprattutto, ascoltare le parole di Sua Santità, che ha ricordato gli anni della sua gioventù trascorsi accanto al fratello. Vorrei soffermarmi su due aspetti che ancora una volta, dimostrano inequivocabilmente, la dolcezza e la sensibilità profonda dell'animo di BenedettoXVI.
Il primo che mi riguarda un pò da vicino è il significato della musica come mezzo di trasmissione della bellezza di DIO; la musica è un mezzo meraviglioso attraverso il quale si possono esprimere miriadi di sentimenti; dalla gioia, alla tristezza alla melanconia alla propria spiritualità. E' chiaro che, queste osservazioni le stesse che poi Sua Santità identifica con la bellezza di DIO, sono riflessioni di una persona con una sensibilità profonda e priva di qualsiasi doppiezza e durezza. Un aspetto questo, che facilmente e perfettamente si abbina, alla commozione con la quale Benedetto XVI, ha illustrato parlando con il cuore in mano, della sua gioventù vissuta accanto al fratello; fatta, di momenti bellissimi come l'esperienza del concerto di Salisburgo e di momenti orrendi e bui come la guerra ed il nazismo.
Tutto questo, ripeto per l'ennesima volta, deve farci riflettere sulla profonda sensibilità e dolcezza di questa persona che, molto spesso, viene accusata solo per una serie di volgari luoghi comuni, di durezza d'animo, di chiusura verso gli altri, di freddezza e di incomunicabilità.
Beh, cari signori, non è detto che tutti debbano manifestare i propri sentimenti ed il proprio modo di essere, facendo del teatro o studindo prima quel'è il lato più fotogenico o quali saranno le parole che studiate a tavolino riusciranno a colpiere il cuore della gente. Molto spesso, anzi quasi sempre, la commozione e l'emozione di una persona dal carattere riservato riesce ad aprire porte che per anni ( parlo per esperienza personale), sono rimaste chiuse; non solo alla bellezza di Dio ma, anche e soprattutto, alla fede in Lui.