domenica 21 giugno 2009
Papa Ratzinger in ginocchio da Padre Pio (Galeazzi)
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Ratzinger in ginocchio da Padre Pio
GIACOMO GALEAZZI
CITTA' DEL VATICANO
L’omaggio di Benedetto XVI come risarcimento per decenni di incomprensioni, ostilità, persecuzioni ecclesiastiche. Il Papa teologo che ha fatto per metà della vita il professore universitario e per l'altra metà il custode della Dottrina della Fede, si inginocchierà oggi davanti a San Pio da Pietrelcina, l'umile frate che dagli anni venti suscita devozione planetaria e che l'ex Sant'Uffizio ha a lungo indagato.
Il Pontefice pregherà davanti all'urna dove il corpo del cappuccino è esposto da un anno alla venerazione dei fedeli, con il volto ricoperto da una maschera di silicone che ne riproduce le sembianze.
Un gesto storico che sigilla simbolicamente una colossale controversia, fatta di miracoli contestati, soldi e ambiguità. Gelosie inconfessabili, ostilità di ambienti di Curia, ostracismi, 23 inchieste vaticane, dossier di accuse, rivelatesi poi false, dove non manca nessuno dei sette vizi capitali. E cioè «Padre Pio si permette di accarezzare giovani donne, fa pagare giornalisti per la propaganda a suo favore, si procura profumi costosi, stoffe di lusso, stivaletti di cuoio finissimi, ha preteso poltrone, letto a molle, pavimenti e finestre nuove, esige cibo speciale». Una montagna di sospetti, diffamazioni, registrazioni di conversazioni, ricatti.
In mezzo secolo si sono inginocchiati nel suo confessionale un milione e duecentomila penitenti, incluso, 62 anni fa, un giovane prete polacco, Karol Wojtyla, al quale Padre Pio avrebbe predetto: «Tu diventerai Papa, ma io vedo anche sangue e violenza su di te». Giovanni XXIII fu molto turbato da quanto gli riferirono i suoi ispettori («Nel frate regna il demonio dell’impurità», «la sua vita è un sensualismo mistico»). In vita hanno fatto di tutto per smascherarlo, per svelare il suo inganno. Da morto hanno persino cercato di farlo a pezzi. Letteralmente. Con la suprema battaglia combattuta tra nemici e amici a colpi di perizie, referti medici, parti del cadavere smembrate e contese da chiese e istituti religiosi per essere conservate come reliquie.
Ora Benedetto XVI, rigorosamente alieno da ogni cedimento devozionalistico, compie un passo significativo, a 10 anni dalla beatificazione e a sette dalla canonizzazione del 16 giugno 2002. Il Papa celebrerà la messa sul sagrato dell'avveniristica chiesa progettata da Renzo Piano e affrescata da padre Rupnik e al pomeriggio incontrerà prima gli ammalati e il personale dell'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza". poi il clero e giovani nel santuario. Secondo Ratzinger, «Padre Pio è stato anzitutto un uomo di Dio» e i Gruppi di Preghiera sono «quella parte della sua opera che bussa al cuore di Dio, come un esercito di intercessori e di riparatori, per ottenere le grazie necessarie alla Chiesa e al mondo». E proprio questi gruppi, nati nel 1942, sono ormai una delle testimonianze più concrete dell'eredità del frate campano (tremila sparsi nei cinque continenti).
«E' altamente significativo che Benedetto XVI riconosca la realtà di popolo legata a Padre Pio», osserva il teologo Gianni Gennari. Come dimostrano i cinquecento monumenti eretti in ogni angolo del pianeta, Padre Pio è il fenomeno religioso più impressionante dell’ultimo secolo. Eppure i dicasteri vaticani sono stati inondati per ottant’anni di «carte compromettenti» sul suo conto. Una vera e propria campagna di persecuzione, con avversari indomabili, tra i quali spiccavano per loquacità alcuni confratelli francescani, che ne raccontarono e scrissero tante sul suo conto da provocare limitazioni di ogni tipo ai suoi movimenti e alla sua libertà.
© Copyright La Stampa, 21 giugno 2009 consultabile online anche qui.
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