venerdì 19 giugno 2009

Voci di regolarizzazione canonica provvisoria per i Lefebvriani (Messainlatino)


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Dal blog degli amici di Messainlatino:

Voci di regolarizzazione canonica provvisoria per i lefebvriani

Secondo Father Zuhlsdorf, ex membro della Commissione Ecclesia Dei, varie fonti vaticane da lui consultate dichiarano che il Superiore della Fraternità S. Pio X, mons. Bernard Fellay, sarebbe disposto ad accettare una qualche sorta di status canonico provvisorio.
Pare che poco dopo la revoca delle scomuniche, mons. Fellay abbia rifiutato di firmare un documento, propostogli da parte vaticana, che chiedeva la revoca anche delle sospensioni a divinis.
Questo perché la conseguente regolarizzazione canonica, per positiva ch'essa fosse, avrebbe implicato di attenersi d'ora innanzi alle direttive romane e, soprattutto, di non poter più prescindere totalmente dai vescovi delle diocesi ove la Fraternità è presente.
Prospettiva particolarmente preoccupante, come mostra, a posteriori, l'ottusa malevolenza dei vescovi tedeschi nelle ultime settimane.
E' per questi timori che la FSSPX vuole risolvere i problemi dottrinali prima di quelli canonici.
Tuttavia, dato il polverone che si sta levando, montato ad arte da certi episcopati, può diventare molto opportuno metter tutti a tacere regolarizzando in qualche modo, certo transitorio e ad hoc, la situazione canonica della Fraternità e delle sue ordinazioni.
A dire il vero, non si tratta di una novità. Già nel marzo scorso Mons. Fellay, in un'intervista alla rivista americana Angelus, la adombrava:

- Che tipo di soluzione canonica è attualmente proposta, se ce n'è una?

E' troppo presto per dirlo con precisione. Noi sappiamo che Roma lavora da tempo su questo progetto canonico e che una proposta ci sarà fatta a tempo opportuno.[..] Secondo il nostro programma, questo dovrebbe avvenire dopo la soluzione dei principali problemi da sciogliere nelle discussioni dottrinali.

- E' possibile che siano date alla Fraternità facoltà temporanee, mentre le discussioni dottrinali hanno intanto luogo, parallelamente?

Anche qui, a rischio di ripetermi, dirò che è troppo presto per dirlo. Noi pensiamo che entro qualche tempo avremo precisazioni su questo punto. Sarebbe certamente pericoloso ridurre la questione della Fraternità a un problema di diritto canonico.

Si tratterebbe di una soluzione, interinale e provvisoria (ma si sa che poche cose sono altrettanto durature di quelle provvisorie e ad experimentum): lasciare la Fraternità in uno stato di limbo giuridico, ma nondimeno riconoscere il carattere cattolico e la legittimazione ad amministrare tutti i sacramenti, togliendo ogni dubbio di sospensione a divinis dei suoi sacerdoti. Il riconoscimento comporterebbe anche il consolidamento e il riconoscimento de facto dello stato attuale (statuti, apostolati, comunità religiose connesse).
Tutta l’attività della Fraternità perderebbe ogni carattere illecito dal punto di vista del diritto canonico, pur restando la stessa di fatto indipendente e non ancora inquadrata in una struttura canonica.
Si tratta, beninteso, di una forzatura al diritto canonico, sicché per giustificarla si parlerebbe di concessione di "facoltà temporanee" (sacramentali e disciplinari). La soluzione non obbligherebbe le parti in questione: né la Fraternità, che potrebbe continuare ad emettere le sue "riserve dottrinali" verso il Concilio (evitando tra l’altro il rischio, almeno nell’immediato, di una scissione della sua ala più oltranzista e contraria ad accordi con Roma), né la Santa Sede, che potrebbe continuare a prendere le distanze dalla Fraternità, evitando così di esporre troppo il fianco agli alti lai dei progressisti.
La Fraternità resterebbe come è ora; ma liberata di ogni macchia di scomunica, di scisma, di illiceità, potrebbe con ben maggiore efficacia raggiungere fedeli finora restii proprio per quegli stigmi. E quindi rafforzarsi ulteriormente; il che, oltre a corrispondere ovviamente al desiderio dei lefebvriani, può essere quanto mai utile anche in funzione del disegno del Papa di una reinserzione di alcuni elementi tradizionali nell’ordinario tessuto ecclesiale (orrida espressione: ma avreste preferito "nel mainstream della Chiesa"?), in vista del più ampio, e improcrastinabile, disegno della riforma della riforma.

Dal blog degli amici di Messainlatino:

Aspettiamo e vediamo.
Preghiamo incessantemente per il raggiungimento della piena unita'.
Io ho qualche riserva su questo punto: accettare una regolamentazione provvisioria implicherebbe di conseguenza anche l'accettazione dell'autorita' del vescovo diocesano?
Se cosi' fosse, e lo dico sinceramente, dubito che i Lefebvriani firmerebbero l'accordo.
Certo se fosse garantita l'indipendenza delle strutture come nel caso dell'Amministrazione Apostolica...

R.

7 commenti:

enrico ha detto...

sarebbe troppo bello.
speriamo ci sia del vero.
di solito padre z. sa quello che dice.

Anonimo ha detto...

perche si concede ai lefebvriani ciò che non si concederebbe a nessun'altro?

Raffaella ha detto...

Esistono prelature personali ed amministrazioni apostoliche nonche' approvazioni provvisorie (che poi diventano definitive) di statuti.
O sbaglio?
R.

Anonimo ha detto...

allora scordiamoci l'obbedienza...

enrico ha detto...

i vescovi devono dare il buon esempio,non importa se diocesani o lefebvriani.
io rispetto e obbedisco al mio vescovo solo se è fedele al papa.
in caso contrario mi sento esentato da tale obbligo.

Anonimo ha detto...

Ma che vuol dire "regolarizzazione canonica provvisoria" ???
Può forse Cristo essere diviso in Sé ? NO ! infatti Cristo, che è veritiero e fedele alla volontà del Padre, è risorto! Ed è stato risuscitato dal Padre che è “Verax” (Verace) !
(Efesini 4:15) Al contrario, vivendo secondo la Verità nella Carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di LUI, che è il capo, Cristo, Lui di cui il Salmo (44)45:3-4 dice:
Sei Tu il più bello tra i figli dell’uomo, sulle Tue labbra è diffusa la grazia, così Ti ha benedetto Dio per sempre. Cingi il Tuo fianco delle Parole di Dio, o Forte avanza trionfante con gloria e fierezza: cavalca per la verità, la mitezza e la giustizia !
E il verso 4 del Salmo può anche essere tradotto:
Cavalca con successo a causa della verità e di un’ umile giustizia
(tutto il corpo dei Salmi si può leggere sia in greco che in ebraico con sfumature diverse).
Se quanto dice il Salmo è vero per Gesù, per noi è vero quanto è scritto in Efesini 6,14: State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia (e in Efesini 4,25 è scritto) Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché SIAMO MEMBRA GLI UNI DEGLI ALTRI.
Tutto ciò che divide la Chiesa (compresa la prelatura personale) è contro D-o perché contraddice le parole dell'Apostolo Paolo che scrive in 1Corinzi 3,7-17: Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere! Non c'è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro.
Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce!
Infatti, nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
Non sapete che siete Tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
Se uno distrugge il Tempio di Dio [il tempio dello Spirito: infatti Paolo dà per acquisito che la vita è eterna], Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Avendo letto queste parole dell'Apostolo Paolo, e il Salmo che parla di Gesù, posso affermare che il mio vescovo deve esser fedele alla PAROLA DI DIO, PRIMO FONDAMENTO DELLA CHIESA DI CRISTO.

Raffaella ha detto...

Siamo cattolici, non protestanti!

13Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". 14Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". 15Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". 16Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". 17E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".20 (Matteo 16, 13-20).

Il Papa e' la roccia su cui e' fondata la Chiesa, il Vicario di Cristo.
I vescovi devono essere in comunione con lui ed a lui devono ubbidienza filiale.
R.