mercoledì 5 agosto 2009

Mons. Ranjith: Non mi pento delle frasi forti sulla liturgia. Il presule aveva denunciato insubordinazione, arbitrii liturgici


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Vaticano/ Ranjith: Su messa in latino non mi pento di frasi forti

Presule aveva denunciato insubordinazione, arbitrii liturgici

Monsignor Malcom Ranjith non si pente.
Rimandato nel suo Sri Lanka come vescovo della capitale Colombo dopo tre anni alla congregazione vaticana per il Culto divino, Ranjith torna, in un'intervista ad 'Avvenire', sulle esternazioni pronunciate nel corso degli anni a favore della messa in latino che gli hanno valso la diffidenza di alcuni ambienti della Curia romana.
"Forse ho usato toni un po' forti - ammette - ma sinceramente non mi pento di quanto ho detto. La storia e il Signore mi giudicheranno".
"Ho cercato in questi pochi anni di assicurare che ci sia più dibattito e riflessione su quegli aspetti della liturgia che sfortunatamente sono stati messi ai margini ma che di fatto appartengono all'essenziale", afferma mons. Albert Malcom Ranjith Patabendige.
Nei tre anni al dicastero vaticano responsabile della liturgica il vescovo è stato interprete vocale delle istanze papali.
Fino a denunciare una "ribellione" a Benedetto XVI rispetto al Motu proprio da parte dei vescovi di tutto il mondo e a esplicitare la retta concezione della liturgia secondo il Vaticano di Ratzinger.
"Sono contrario ai balli e agli applausi nel corso delle messe, che non sono un circo né uno stadio", ha avuto a dire il vescovo srilankese.
"In quanto alle omelie, esse devono riguardare, come ha sottolineato il Papa, esclusivamente l'aspetto catechetico evitando sociologismi e chiacchiere inutili.
Ad esempio, spesso i sacerdoti la buttano sul politico perché non hanno preparato bene l'omelia, che invece deve essere scrupolosamente studiata".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe andare ad una messa nella cattedrale del presule per vedere come si celebra! Marco