lunedì 19 ottobre 2009

Storie di speranza dall'Africa (Osservatore Romano)


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Il Papa: "Il Regno di Dio è già presente nel mondo come forza di amore, di libertà, di solidarietà, di rispetto della dignità di ogni uomo, e la Comunità ecclesiale sente premere nel cuore l’urgenza di lavorare, affinché la sovranità di Cristo si realizzi pienamente. Tutte le sue membra ed articolazioni cooperano a tale progetto, secondo i diversi stati di vita e i carismi" (Angelus)

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Da Ratisbona al Collège des Bernardins il rapporto tra fede e ragione (guardando a Oriente). Analisi di Adriano Dell'Asta

Belle news dal convegno a Roma sul motu proprio "Summorum Pontificum". Su Radio Maria Messa tridentina il 29 novembre alle 10.30 (Izzo)

Continuiamo a pregare per Caterina Socci. La mia speranza per Caterina

SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

Incontro con i padri sinodali promosso dal movimento dei Focolari

Storie di speranza dall'Africa

Roma, 19.
Segni di speranza dall'Africa. Squarci di vita toccati dal Vangelo che mostrano il volto nascosto di un continente. È quanto è stato offerto ieri pomeriggio nel corso dell'incontro promosso dal movimento dei Focolari - in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio - con i padri sinodali e con quanti - esperti e uditori - sono in questi giorni impegnati nei lavori del Sinodo dei vescovi per l'Africa.
Una carrellata di testimonianze che parte da Fontem, sperduta regione nella foresta camerunense. Terra del popolo bangwa, che diventa terra di pace. "Prefetti e magistrati - dice una donna bangwa, Mary Ategwa - notano una diminuzione dei processi in tribunale. Diminuiscono i divorzi. C'è più dialogo nelle famiglie. Le donne che vendono al mercato si rifiutano di imbrogliare i clienti. Tanti si sentono spinti a fare il primo passo verso la riconciliazione e l'amore fraterno". Si tratta - aggiunge - dei "frutti della nuova evangelizzazione di cui sono primi protagonisti proprio i re, detti fon, e i capi villaggio. È un'ondata di vita nuova che nasce da un solenne patto d'amore reciproco, fatto da Chiara Lubich nel 2000 a Fontem con due capi tribù. Un patto a cui avevano aderito le migliaia di persone presenti nella grande spianata davanti al palazzo reale. È l'impegno a sanare sempre ogni screzio e conflitto".
In nove anni quest'impegno evangelico ha raggiunto varie altre tribù del Paese. Tanto che - come afferma Maria Voce, la presidente dei Focolari, raccontando di un suo recente viaggio in terra africana - il fon di Fontem, Lucas Njufua, le esprime pubblicamente la gratitudine del suo popolo "non solo per l'ospedale, le scuole e le molte opere portate avanti dal movimento, ma soprattutto per questa corrente d'amore e d'unità che sta cambiando la sua gente".
Così, mentre al sinodo emerge la domanda di una più profonda inculturazione del Vangelo, una docente di Sacra Scrittura, Maria Magnolfi, parla dei frutti del centro per l'inculturazione nato nel 1992 a Nairobi. Si hanno - racconta - "occhi nuovi d'amore con cui accostarsi alle diverse culture africane, nuova consapevolezza delle proprie radici, maggiore incidenza nell'annuncio del Vangelo". E non ultima una profonda "inter-inculturazione tra le culture africane stesse ricche di diversità etniche".
La piaga della corruzione mina tante società africane. Ma non manca chi la combatte dal di dentro. Patience Mollé Lobé, prima donna camerunese ingegnere del genio civile a entrare in un ministero dei lavori pubblici, parla delle non poche difficoltà incontrate, ma superate, nell'impegno di non cedere alle pressioni. "Le imprese che erano convinte di dover comprare qualcuno per far andare avanti le loro pratiche, ora sanno che in qualche parte del Camerun si lavora senza corruzione". E non è sola: "Con gli altri amici che condividono questa spiritualità e che lavorano nell'amministrazione o in politica ci incoraggiamo. Crediamo fortemente che il nostro Paese andrà avanti solo con un cambiamento di mentalità. Ciò che frena è la paura di perdere il posto di lavoro, di non aver da mangiare per il domani. Ma le esperienze che Dio ci fa fare ci convincono che Dio guida la storia e che la sua Parola ha una potenza straordinaria in qualunque ambiente ci troviamo".
Da una coppia del Rwanda, i Gatsinga, genitori di otto figli, di cui quattro adottati, emergono quadri di vita quotidiana controcorrente. Spicca la nuova considerazione data, nella vita di famiglia, alla donna. Così come dal racconto di un giovane keniota, John Kimani, vengono in luce piccoli-grandi episodi: come la rinuncia a un posto di lavoro più vantaggioso per farlo occupare da un amico che vive nelle baraccopoli, atto che aprirà una catena di sviluppi positivi. O la capacità di perdonare e riannodare rapporti con chi l'ha derubato.
Più volte nell'aula sinodale è risuonata la domanda d'una più profonda formazione spirituale dei sacerdoti. Come racconta Innocent Thibaut, sacerdote burundese, seminaristi d'etnie diverse, durante la guerra hanno saputo affrontare anche il martirio, pur di non tradire gli amici. "Colpiti dagli effetti della spiritualità dell'unità, i vescovi del Kenya propongono di fare qualcosa per la formazione di sacerdoti. Nasce così un Centro di spiritualità nella cittadella dei Focolari nei pressi di Nairobi, aperta a sacerdoti e seminaristi di tutta l'Africa". Studio e riflessione, ma innanzitutto Vangelo vissuto nel lavoro manuale, nei contatti personali, nella comunione delle esperienze.
Infine, i temi della pace e della lotta all'aids. La pace è lotta interiore per conformarsi a Gesù. Ma è anche dialogo, ascolto, amicizia con i poveri che diventa metodo per la mediazione nei conflitti e nella prevenzione della pandemia. Lo testimoniano Mario Giro, della Comunità di Sant'Egidio, ricordando l'esperienza di pacificazione per il Mozambico, e Kpakilé Felemou, responsabile in Guinea del progetto Dream contro l'aids.
A conclusione dell'incontro, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, la celebrazione eucaristica "per la pace e la giustizia in Africa" presieduta dal cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio "Cor Unum", concelebrata da settanta vescovi e altrettanti sacerdoti, quasi tutti originari del continente africano.

(©L'Osservatore Romano - 19-20 ottobre 2009)

5 commenti:

gemma ha detto...

"osservazione romano"??? :-))

Raffaella ha detto...

Ricoveratemi :-)))
R.

gemma ha detto...

ma no, non c'è bisogno, vengo a curarti a casa :-))))

Raffaella ha detto...

Pic dolor?
:-))
R.

euge ha detto...

Raffaella posso sapere di che malattia stai soffrendo in questo momento?

E' una cosa di cui si può parlare?
Perchè francamente non ho capito un granchè o forse sì???????
:-)))))