martedì 10 novembre 2009

Benedetto XVI celebra Paolo VI, Papa educatore (Mazza)


Vedi anche:

Anglo-Cattolici, vescovo inglese John Broadhurst: Roma ci offre ciò che la Chiesa d'Inghilterra ci ha rifiutato (Asca)

Anglo-Cattolici: nascono gli «Ordinariati personali» (Cardinale)

Anglicani, una nuova strada per il cammino ecumenico (Mazza)

Il Papa al card. Bagnasco: "La sfida educativa attraversa tutti i settori della Chiesa ed esige che siano affrontate con decisione le grandi questioni del tempo contemporaneo"

Anglicani: quattro passi due dei quali audaci (Accattoli)

Il gesto generoso di Benedetto XVI e le novità sul celibato (Rodari)

Il Papa a Brescia, Vian: Sotto il segno di Montini (Osservatore Romano)

Nella Chiesa diocesi speciali per accogliere gli Anglicani (Bobbio)

Card. Bagnasco: «Basta odio politico bisogna arrivare al disarmo». Il Papa: «Chi crede rifiuti la cultura del diritto alla morte» (Tornielli)

Con gli Anglicani, si apre "una nuova strada" per l'unità dei Cristiani (Zenit)

Mons. Mascher: «Il Papa felice per il calore di Brescia» (Massimo Tedeschi)

Il Papa e le parole pronunciate a Brescia sul celibato (Tornielli)

Prima reazione alla pubblicazione della "Anglicanorum Coetibus". Forward in Faith: ora dobbiamo lavorare insieme (Zenit)

Casa natale di Paolo VI, l’abbraccio dei Montini e la gioia delle salesiane e della folla di Concesio (Gallinari)

La lunga giornata del Papa a Brescia: Gli applausi scroscianti della comunità di Concesio (Della Moretta)

IL TESTO DELLA COSTITUZIONE APOSTOLICA "ANGLICANORUM COETIBUS" SUGLI ORDINARIATI PERSONALI PER ANGLICANI CHE ENTRANO NELLA CHIESA CATTOLICA

1989-2009: vent’anni fa la fine del Muro di Berlino (Messainlatino). Il Papa: evento fondamentale nella storia

Anglicani, finalmente la Costituzione. Con novità sul celibato (Tornielli)

Chiesa e media: un patto da riscrivere (Angela Ambrogetti)

Card. Bagnasco: i media disattenti alle denunce del Papa sull'Africa. Dai mezzi di comunicazione fraintendimenti troppo frequenti (Izzo)

Botticino, il dono di un saluto a sorpresa (Enrico Mirani)

Benedetto XVI, la parola forte di una voce mite (Massimo Lanzini)

Card. Bagnasco: sugli Anglicani scelta del Papa ragionevole (Izzo)

Le maggiori novità nella Costituzione Anglicanorum Coetibus (Cantuale Antonianum)

L'accoglienza di «Brescia fedele» (Osservatore Romano)

Paolo Rodari sulla Costituzione Apostolica "Anglicorum Coetibus": Si è aperta una diga

Assemblea Generale della Cei ad Assisi: prolusione del card. Bagnasco

Il gesto storico del Papa crea una tradizione anglicana all'interno della Chiesa Cattolica (Damian Thompson)

Benedetto XVI: «Paolo VI grande educatore dei giovani» (Dignola)

L'omaggio del Papa alle vittime di piazza della Loggia (Bobbio)

Anglicanorum coetibus: da Anglicani preti sposati caso per caso (Izzo)

Il Papa: «Paolo VI, maestro di vita e testimone di speranza» (Tedeschi)

Damian Thompson: gli ex vescovi anglicani sposati non saranno ordinati vescovi cattolici, ma, se diventano Ordinari...

Anglicanorum Coetibus: i preti non potranno "andare e tornare" da Chiesa anglicana

Benedetto XVI nel cuore di Brescia. Ottantamila i fedeli bresciani che hanno seguito la trasferta del Papa (Giornale di Brescia)

Giuseppe Camadini: fede, opere, educazione, il “modello” Paolo VI è ancora attuale (Sussidiario)

Il Papa entusiasma Brescia. Tifo da stadio nelle piazze (Massimo Tedeschi)

Le affinità fra Paolo e Benedetto: il Papa non è un manager o un monarca assoluto, ma il «vicario» di qualcun altro (Tornielli)

SENTENZA LAICISTA SULLO SFRATTO DEL CROCIFISSO DALLE AULE: SPECIALE

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A BRESCIA E CONCESIO (8 NOVEMBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG (Discorsi, omelie, notizie, articoli ed interviste)

Benedetto XVI celebra Paolo VI Papa educatore

DAL NOSTRO INVIATO A BRESCIA

SALVATORE MAZZA

Un giorno a Brescia nel ricordo del «gran­de Papa Paolo VI». Dell’uomo, del sa­cerdote, del vescovo, del Pontefice. Del suo amore «appassionato» per la Chiesa, «or­ganismo spirituale concreto», del rapporto che essa deve avere col mondo, prolungando «nel­lo spazio e nel tempo l’oblazione del Figlio di Dio», e che per questo invitava «a camminare “povera cioè libera, forte e amo­rosa verso Cristo”». Delle sue preoccupazioni, prima fra tutte quella della formazione delle giovani generazioni, alle quali, ancora oggi, occorre trasmette­re «qualcosa di valido, delle re­gole solide di comportamento, indicare alti obiettivi verso i qua­li orientare con decisione la pro­pria esistenza». Benedetto XVI, visitando dome­nica la terra natale di papa Montini – invitato in occasione del trentennale della scomparsa – non poteva forse scegliere una cifra più alta per celebrare la grandezza, e l’attualità, del suo predecessore. Un pellegrinaggio che la pioggia, caduta quasi ininterrottamente per tutto il gior­no, non è riuscita a sottrarre all’abbraccio del­la gente, sempre presente dalla prima tappa di Botticino Sera, per la sosta davanti all’urna di sant’Arcangelo Tadini, a Brescia città e fino a Concesio, paese natale di Montini, dove visi­terà prima del rientro a Roma la casa di Gio­vanni Battista Montini e la nuova sede dell’I­stituto Paolo VI. Un abbraccio iniziato all’esterno dell’aeropor­to militare di Ghedi, dove papa Ratzinger era giunto proveniente da Ciampino. Con lui sul­l’aereo, tra gli altri, il sottosegretario alla presi­denza del Consiglio Gianni Letta, che seguirà tutta la giornata bresciana dall’inizio alla fine. Accompagnato dal vescovo di Brescia, Luciano Monari, il Papa s’è mosso subito verso Bottici­no Sera, dove in un breve saluto improvvisato, dopo l’omaggio a Tadini, ai fedeli raccolti all’e­sterno della parrocchia in cui il santo lavorò per 26 anni, ha rivolto l’invito «ad amare Dio e a lavorare per un mondo fraterno nel quale o­gnuno vive non per sé ma per gli altri».
Da qui a Brescia, con una sosta in preghiera si­lenziosa davanti alla stele che, in piazza della Loggia, ricorda le otto vittime dell’attentato del 28 maggio 1974, prima di raggiungere la piaz­za antistante la cattedrale, oggi intitolata a Pao­lo VI, per celebrare la Messa. È stata, l’omelia della celebrazione, il primo dei discorsi «mon­tiniani » della giornata. Tutto giocato, come i tre successivi, su ampie citazioni di Paolo VI, a met­tere in risalto, oltre alla statura storica ed ec­clesiale del Pontefice scomparso il 6 agosto del 1978, la straordinaria attualità del suo magi­stero. Così, prendendo spunto dall’icona e­vangelica dell’«obolo della vedova», Benedet­to XVI ha voluto meditare sul mistero della Chiesa, che «è la continuazione di questo do­no, di questa sovrabbondanza che si esprime nella povertà, del tutto che si offre nel fram­mento. È il Corpo di Cristo che si dona intera­mente, Corpo spezzato e condiviso, in costan­te adesione alla volontà del suo Capo».
Una Chiesa, ha aggiunto il Papa, che durante la celebrazione ha avuto a fianco, tra gli altri, i cardinali Dionigi Tettamanzi e Giovanni Batti­sta Re, «che il servo di Dio Paolo VI ha amato di amore appassionato e ha cercato con tutte le sue forze di far comprendere e amare». E, qua­si in risposta a Monari che, nel salutarlo dal pal­co, gli aveva chiesto «ci faccia sentire l’ardore con cui dobbiamo vivere l’esaltante vocazione cristiana», Benedetto XVI ha ricordato come Montini «guardava a questa Chiesa come la sposa di tutta la vita, e a lei lasciava in punto di morte l’invito ad avere il senso dei bisogni ve­ri e profondi dell’umanità e a camminare 'po­vera cioè libera, forte e amorosa verso Cristo”». Povera e libera, ha sottolineato il Pontefice, co­me «dev’essere la comunità ecclesiale, per riu­scire a parlare all’umanità contemporanea».
Un compito, il dialogo, per il quale Paolo VI con­tava soprattutto sui giovani, alla cui formazio­ne, come in particolare sottolineato a Conce­sio, dedicò un’attenzione spe­ciale. Attenzione, ha detto Be­nedetto XVI richiamando la sfi­da dell’emergenza educativa, tanto più necessaria oggi, quan­do «si vanno diffondendo un’at­mosfera, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della perso­na, del significato della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita». Eppure, ha ag­giunto, «si avverte con forza una diffusa sete di certezze e di valori. Occorre allora trasmettere alle future generazioni qualcosa di valido, del­le regole solide di comportamento, indicare al­ti obiettivi verso i quali orientare con decisio­ne la propria esistenza».

© Copyright Avvenire, 10 novembre 2009

Nessun commento: