venerdì 20 novembre 2009

L'appello di Benedetto XVI in favore dei non udenti: la società non li discrimini, ma li aiuti a integrarsi difendendone i diritti (Radio Vaticana)


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L'appello di Benedetto XVI in favore dei non udenti: la società non li discrimini, ma li aiuti a integrarsi difendendone i diritti

La comunità internazionale faccia tutto il necessario perché le persone affette da sordità - specie nelle nazioni povere - non patiscano discriminazioni ma siano pienamente integrate nelle società in cui vivono.
E’ l’appello col quale Benedetto XVI ha concluso il suo discorso ai partecipanti alla Conferenza internazionale organizzata in Vaticano dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, sul tema “Effatà! La persona sorda nella vita della Chiesa”, in programma fino a domani. Il Papa ha difeso il lavoro delle associazioni impegnate nel settore, spesso vittime di pregiudizi, ed ha invitato a promuovere iniziative di solidarietà verso i non udenti. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La scena è commovente come tutte quelle in cui gli occhi di Gesù incrociano quelli di un malato. Un uomo sordo e muto, preso in disparte dalla folla della quale fa parte ma dalla quale è anche escluso, e poi quei gesti concreti, diretti - le dita negli orecchi, la saliva che tocca la lingua - e il sospiro che è, insieme, preghiera e prodigio: “Effatà! Apriti!”. Di fronte alle circa 400 persone riunite nella Sala Clementina, Benedetto XVI rievoca l’episodio del Vangelo sottolineando l’atteggiamento di Gesù, fatto di “vicinanza e comprensione” verso il sordomuto, di “interessamento concreto” e, soprattutto, di “profonda compassione”. La stessa - sostiene il Papa - che chiunque deve mostrare verso chi è affetto dalla menomazione della sordità, che riveste aspetti medici e psicologici, ma anche etici oltre che pastorali, ancor più evidenti nei Paesi in via di sviluppo, dove la “grave situazione”, rimarca il Pontefice, è indotta dalla carenza di ’“accesso alle cure sanitarie”:

“Faccio appello, quindi, alle autorità politiche e civili, nonché agli organismi internazionali, affinché offrano il necessario sostegno per promuovere, anche in quei Paesi, il dovuto rispetto della dignità e dei diritti delle persone non udenti, favorendo, con aiuti adeguati, la loro piena integrazione sociale”.

L’appello di Benedetto XVI è la punta di un discorso chiaro verso chi ricopre delle responsabilità e delicato nei riguardi dei non udenti. Nel primo caso, nota il Pontefice:

“L’esperienza non sempre attesta gesti di solerte accoglienza, di convinta solidarietà e di calorosa comunione verso le persone non udenti. Le numerose associazioni, nate per tutelare e promuovere i loro diritti, evidenziano l’esistenza di una mai sopita cultura segnata da pregiudizi e discriminazioni. Sono atteggiamenti deplorevoli e ingiustificabili, perché contrari al rispetto per la dignità della persona non udente e alla sua piena integrazione sociale”.

Questo accade perché, osserva, l’umanità è spesso affetta da “un’altra forma di sordità”, da cui “deve essere salvata” e che Cristo è venuto a sanare:

“E’ la sordità dello spirito, che alza barriere sempre più alte alla voce di Dio e del prossimo, specialmente al grido di aiuto degli ultimi e dei sofferenti, e rinchiude l’uomo in un profondo e rovinoso egoismo”.

Sull’esempio di Cristo invece, prosegue Benedetto XVI, la Chiesa è protagonista, “con amore e solidarietà”, di numerose “iniziative pastorali e sociali” verso le persone sorde. Un segno, ribadisce, di quel desiderio di Cristo “di vincere nell'uomo la solitudine e l'incomunicabilità create dall'egoismo, per dare volto ad una ‘nuova umanità’, l'umanità dell'ascolto e della parola, del dialogo, della comunicazione, della comunione con Dio:

“Cari fratelli e sorelle non udenti, voi non siete solo destinatari dell'annunzio del messaggio evangelico, ma ne siete, a pieno titolo, anche annunciatori, in forza del vostro Battesimo. Vivete quindi ogni giorno da testimoni del Signore negli ambienti della vostra esistenza, facendo conoscere Cristo e il suo Vangelo (…) Cari amici, vi ringrazio per questo incontro e affido tutti voi qui presenti alla materna protezione di Maria Madre dell'amore, Stella della speranza, Madonna del Silenzio”.

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