martedì 20 gennaio 2009

Card. Tettamanzi: accogliamo con gioia e gratitudine la decisione del Papa di tenere a Milano il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie (R.V.)


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INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE (CITTA' DEL MESSICO): RACCOLTA DI ARTICOLI E DISCORSI

Il cardinale Tettamanzi: accogliamo con gioia e gratitudine la decisione del Papa di tenere a Milano il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie

“La famiglia, il lavoro e la festa”: è il tema del VII Incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà a Milano nel 2012. L’evento è stato annunciato da Benedetto XVI durante la Messa conclusiva della sesta edizione di questo appuntamento, svoltasi a Città del Messico dal 14 al 18 gennaio scorsi. Intervistato da Alessandro Gisotti, il cardinale arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, sottolinea le aspettative riposte in questo avvenimento:

R. - I sentimenti sono innanzitutto di grande gioia. Una gioia che si fa davvero gratitudine. Con questi sentimenti, viviamo le aspettative di arrivare preparati a questo 2012. Per la verità, siamo già su questa strada, nel senso che il triennio pastorale che stiamo concludendo quest’anno è tutto dedicato al tema della famiglia. Pensando alla ricchezza cristiana, umana, ecclesiale e civile che ci verrà donata da questo VII Incontro mondiale delle Famiglie, noi aspettiamo di essere in qualche modo confermati, ma soprattutto ulteriormente stimolati a proseguire il nostro impegno di pastorale familiare.

D. - Tema dell’incontro a Milano sarà “La famiglia, il lavoro e la festa”. Perché questa scelta?

R. - E’ una scelta fondamentale, proprio per la vita della famiglia - per la sua missione sia nella società che nella Chiesa - perché il lavoro è indubbiamente uno dei valori fondamentali della persona, non soltanto della persona in se stessa, ma colta nella sua dimensione relazionale. La dimensione sociale della famiglia trova il suo alimento precisamente nell’impegno quotidiano, nel lavoro - dove il lavoro non può essere visto semplicemente come un fattore economico per la sussistenza della famiglia, ma chiede di essere visto anzitutto come uno dei fattori essenziali e decisivi dell’opera educativa. D’altra parte, non si può parlare del lavoro in questa visione profondamente antropologica se non si pensa anche al necessario alternarsi tra lavoro e riposo. Quindi, il tema della festa diventa un elemento fondamentale per una realizzazione veramente umana e cristiana dello stesso momento lavorativo.

D. - Il Papa ha sottolineato, più volte, l’importanza di una testimonianza pubblica delle famiglie cristiane nella vita sociale. Come accogliere quest’invito?

R. - Bisogna rendersi conto che la rete sociale, in concreto, coincide con la rete delle famiglie. In questo senso, le famiglie non solo sono inserite in un contesto sociale, ma in questo contesto hanno un loro protagonismo particolare. Ciò richiede, da parte delle istituzioni, il riconoscimento non verbale, ma concreto, effettivo - attraverso l’apprezzamento e la promozione dei diritti e delle responsabilità fondamentali - di ogni famiglia e di tutte le famiglie insieme.

D. - Quali sono oggi le sfide più urgenti per la famiglia, in particolare in Italia?

R. - Penso che una grossa sfida per la nostra Italia sia la sfida della natalità. Un amore vero e fecondo si coglie innanzitutto nell’opera educativa. Allora, parlare così frequentemente dell’emergenza educativa deve diventare un impegno concreto. E poi, un amore vero non è un amore che rimane lì, in attesa di ricevere chissà che cosa: è un amore che diventa operativo, diventa generoso. In questo senso, è da rilanciare il protagonismo sia ecclesiale che civile della famiglia. La Chiesa di Milano si prepara, dunque, a vivere questo grande evento ecclesiale, mentre si raccolgono i frutti dell'Incontro mondiale delle Famiglie di Città del Messico. Un evento, ha detto il cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo della capitale messicana, che ha dato vita ad un programma di proposte per riscoprire la bellezza della famiglia, senza sterili polemiche.

All'Incontro di Città del Messico, ha partecipato anche Anna Friso responsabile, assieme al marito, dell'associazione "Famiglie Nuove" del Movimento dei Focolari e membro del dicastero vaticano per la Famiglia. La testimonianza è stata raccolta da Fabio Colagrande:

R. - Abbiamo maggiormente vissuto la festa, il momento della festa e delle testimonianze, e lì era rappresentato il mondo intero. Erano famiglie da tutti i continenti, che sono salite sul palco, che hanno testimoniato la loro fede, la gioia di essere cristiani.

D. - Qual è stata l’accoglienza della Chiesa locale alle famiglie di tutto il mondo?

R. - Meravigliosa. Abbiamo trovato una grande sensibilità e disponibilità verso ciascuna di queste famiglie, che hanno sicuramente percepito l’amore della Chiesa, l’essere un corpo, una comunità a livello mondiale. Un’esperienza grande.

D. - Qual è stata la cifra caratteristica di questo incontro di Città del Messico?

R. - Il Papa aveva detto: “Famiglia, diventa ciò che sei”. Ecco: qui abbiamo visto la famiglia nel suo essere formatrice di valori nella continuità di una trasmissione della fede ma anche attenta al nuovo. Mi sembra di aver visto la famiglia che, di fronte ad un mondo che cambia, è in grado di fare, è in grado di donare.

D. - Il Papa, in particolare, ha chiesto alle famiglie di tutto il mondo di saper dare una testimonianza pubblica del loro vissuto: un invito importante…

R. - E questo è ciò che anche noi famiglie vogliamo: da oggetto di pastorale che sono state per tantissimo tempo, adesso le famiglie hanno voglia - se si sentono pronte - a dare se stesse per la costruzione di una società nella quale i valori cristiani devono essere messi in luce e vissuti.

Nel messaggio per l'Incontro di Città del Messico, Benedetto XVI ha ripetuto che la famiglia ha il diritto ad essere riconosciuta nella propria identità. Un richiamo sul quale si sofferma Alberto Friso di "Famiglie Nuove", ancora al microfono di Fabio Colagrande:

R. - L'invito del Papa è risuonato profondamente, qui, con una risonanza particolare, perché ci trovavamo in una nazione dove la Chiesa ha incontrato, per vari decenni, difficoltà che però in questo momento sono andate in certo modo sciogliendosi, con la crescita culturale e sociale, per cui le autorità hanno accettato ben volentieri anche questo incontro e c’è stata una risposta della Chiesa che ha sottolineato come anche in questa libertà che è stata data alle coscienze, chi aveva questa sensibilità religiosa di svolgere questo evento, ha dimostrato una crescita di tutta la società. Quindi, si può dire che è iniziato un dialogo che si estenderà anche nel mondo, perché finora la famiglia non è stata sostenuta perché non era conosciuta.

D. – Il prossimo Incontro mondiale delle famiglie sarà in Italia, a Milano. “La famiglia, il lavoro e la festa”: questo è il tema …

R. – Veramente scenderemo su un concreto di estrema attualità, soprattutto nel nostro mondo occidentale, in cui c’è una divaricazione profonda tra compiti e funzioni naturali della famiglia e, invece, queste funzioni che sono in certo modo prodotto di una corsa che la nostra civiltà sta facendo. E quindi, mettere in luce come il lavoro deve essere in funzione della famiglia e la famiglia deve avere il tempo di rivolgersi a Dio, deve avere il tempo di santificare la festa e, nel santificare la festa, trova la gioia della festa, della festa naturale: come è stato qui, a Città del Messico!

(Montaggio a cura di Maria Brigini)

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