domenica 18 gennaio 2009

Il Vaticano tra Google e YouTube. Un canale speciale per il Papa (Bobbio)


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Il Vaticano tra Google e YouTube Un canale speciale per il Papa

Accordo tra la Santa Sede e il più importante motore di ricerca a livello mondiale Definitivo imprimatur ai nuovi media, 14 anni dopo la prima trasmissione via web

nostro servizio

Alberto Bobbio

Città del Vaticano

I gesuiti hanno appena promosso «Facebook», perché anche lì si può esprimere la fede, nonostante che qualcuno avesse messo in rete un falso profilo del segretario del Papa, monsignor Georg Gänswein, senza che lui ne sapesse nulla. Ha scritto padre Antonio Spadaro sulla Civiltà Cattolica: «In fondo incarna un'utopia, quella di stare sempre vicino alle persone a cui teniamo e di conoscerne altre che siano compatibili con noi».
È anche il senso del messaggio di Benedetto XVI per la prossima giornata per le comunicazioni sociali: «Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo e di amicizia». Verrà presentato la settimana prossima e alla conferenza stampa parteciperà anche Henrique de Castro, direttore «Media Solution», cioè le opportunità per i media, di Google, il più potente e importante motore di ricerca mondiale, con il quale la Santa Sede e precisamente la Radio Vaticana e il Centro televisivo vaticano hanno appena firmato un accordo per sbarcare su un canale speciale di YouTube, nel quale reperire filmati, foto, informazioni e materiali prodotti sul Papa e l'attività del Vaticano.
È l'imprimatur definitivo della Chiesa alle nuove tecnologie, esattamente 14 anni dopo la prima trasmissione diretta via web dalla Santa Sede: la benedizione «Urbi et orbi» di Natale da piazza san Pietro di Giovanni Paolo II. In pratica si tratta della televisione via web vaticana, affaccio sulla frontiera dei nuovi media, ulteriore strumento di comunicazione accanto all'Osservatore Romano e alla Radio Vaticana e al sito web www.vatican.va. Oggi Google offre circa 120 milioni di pagine di risultati con le parole chiave «Papa» e «Vaticano» e oltre un milione con la chiave «Joseph Ratzinger».
Al primo posto tra i siti più cliccati c'è la voce «Benedetto XVI» su Wikipedia, l'enciclopedia libera della rete, seguita dal sito «ratzinger.it», curato da un gruppo di «amici» del Papa, che mette in rete documenti, interventi a conferenze, interviste di Ratzinger dal 1982, con una selezione anche di quanto aveva detto e scritto prima di diventare prefetto della Congregazione per la Dottrina delle fede e Papa, per un totale di quasi due milioni e mezzo di pagine visitate.
Otto anni fa fu Giovanni Paolo II a distribuire esclusivamente via internet per la prima volta un suo documento, l'Esortazione post-sinodale «Ecclesia in Oceania».
Con Wojyla furono inviati anche per la prima volta sms con pensieri del Papa e l'esperienza è stata ripetuta l'anno scorso a Sidney con Benedetto XVI, il quale mandò ad ogni giovane che partecipava alla Gmg un messaggio al giorno. D'altra parte il web può essere considerato «l'agorà» del Terzo Millennio e ormai la Chiesa, le associazioni, i movimenti, le parrocchie, le diocesi, le congregazioni religiose sono presenti in forza in un aeropago, che se San Paolo dovesse predicare oggi utilizzerebbe senza alcuna paura. In Italia i siti cattolici sono passati dai 247 di dieci anni fa ad oltre 12 mila. E domani comincia a Roma un convegno dal titolo «Chiesa in rete 2.0», che la Cei dedica alla approfondimento delle opportunità pastorali di Internet.
Da alcuni anni i webmaster cattolici si sono riuniti un'associazione che si chiama Weca e molti vescovi, cardinali, parroci e conventi hanno profili su Facebook e postano filmati su YouTube. In questi giorni gira sulla rete un video delle carmelitane di clausura di San José de Ecija in Spagna nel quale le suore spiegano come occupare la mente «soltanto con Dio».
Su Facebook ci sono il cardinale di Napoli Crescenzo Sepe, gruppi di gesuiti, francescani, salesiani, profili di rettori di collegi e di conventi. Molti vescovi e sacerdoti «chattano» con i propri fedeli, partecipano a forum collettivi e hanno propri blog aperti alla discussione.

© Copyright Eco di Bergamo, 18 gennaio 2009

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ma perchè lasciare che i media vaticani e cattolici vadano in malora per far arrichire degli affarsiti?
No sarebbe meglio usare le risorse interne alla Chiesa che sono e sono molte sottoutilizzate???
Alla RV , su H20 etcc......
la verità è che si ha paura di sviluppare idee e professionalità interne....perchè poi usano la propria testa!

gemma ha detto...

mi pare di aver capito che con questa iniziativa la Santa Sede voglia proprio fare in modo che la maggior parte dei fedeli possano accedere direttamente "al Papa" senza intermediari. Tra gli intermediari penso possano rientrarci anche e soprattutto i blog, i primi a comparire cliccando su google

Anonimo ha detto...

Finora solo i blog hanno difeso Papa Benedetto XVI dagli attacchi interni e esterni alla chiesa.
L'iniziativa di google dovrà essere esplosiva e ribattere sempre punto per punto agli attacchi al Papa e non avere peli sulla lingua.
Se non sarà accattivante si spenderanno soldi inutilmente.
Saluti

Anonimo ha detto...

siamo a lunedì e ancora il sito del vaticano non ha pubblicato i discorsi di ieri e di sabato.
non c'è da stupirsi che ci sia bisogno di canali adeguati.

Anonimo ha detto...

Il vaticano ha tutti i mezzi per pubblicare in tempo utile le parole del papa .... se nkn lo fa è per scelta.......
poi gli intermediari...cioè i giornalisti servono e come...ma devono essere preparati.... e la Chiesa preferisce lamentarsi piuttosto che lasciare spazio a chi a qualcosa da dire...per questo poi trionfa la sciatteria sui media.....
Non è con google che si risolve il probelma della inesistenza editoriale del Vaticano .......

Raffaella ha detto...

Il Vaticano ha un problema di comunicazione grave.
Sarebbe stato importante avere in tempo reale la traduzione del discorso del Papa al concerto per il fratello, ma evidentemente e' mancata la volonta' di fare un piccolo sforzo...
R.