sabato 28 marzo 2009

Celli pensa di lanciare Papa Ratzinger nella Rete, ma non servirà (Bevilacqua)


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Curie e Curiali Celli pensa di lanciare Papa Ratzinger nella Rete, ma non servirà

PRIMO PIANO

Di Andrea Bevilacqua

Si sta dando da fare parecchio, monsignor Claudio Maria Celli, per emergere in questo momento di crisi comunicativa della Santa Sede. Il presidente del pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, infatti, sta facendo di tutto per dare al dicastero che dirige quel quid che ne permetta di giustificarne l'esistenza. Anche se, a ben vedere, i suoi sforzi rischiano di produrre un effetto contrario.In settimane difficili dopo l'autogol comunicativo a seguito della revoca della scomunica ai lefebvriani, infatti, l'agitazione di Celli rischia di irritare coloro che nella Santa Sede vorrebbero vedere un apparato comunicativo più reattivo laddove conta e non dove è superfluo.
Non solo: pare che se davvero a padre Federico Lombardi, l'attuale portavoce papale, verrà chiesto nei prossimi mesi di lasciare la guida della sala stampa vaticana, non è al pontificio consiglio diretto da Celli che verranno dati maggiori poteri in ambito comunicativo.
Semplicemente, si cercherà di affidare il carrozzone a un comunicatore capace e che lavori in autonomia, esclusivamente sotto la direzione del Papa e del segretario di Stato Tarcisio Bertone.
L'ultima di Celli è la pubblicazione di nuovo documento. In un momento in cui servirebbero fatti e meno parole, Celli lancia l'idea di un testo (uscirà a ottobre) di riflessione sul rapporto esistente tra il Vaticano, Internet e la cultura digitale: «Considerando gli sviluppi in atto», ha affermato il presidente del pontificio consiglio, «i vescovi hanno iniziato a riflettere su un nuovo documento. Le nuove tecnologie hanno indotto nuovi atteggiamenti, nuove sensibilità e per questo sono necessarie alcune linee guida per una pastorale che tenga conto delle nuove realtà». Non solo, pochi giorni fa, Celli ha convocato circa 75 vescovi e vari sacerdoti in rappresentanza di 82 paesi per analizzare le sfide e le possibilità che pongono all'evangelizzazione i nuovi mezzi di comunicazione sociale. L'idea è stata quella di cogliere l'evoluzione che Internet ha sperimentato negli ultimi anni: dalle pagine web ai blog, ai social network (Facebook, YouTube, Fliker, Twitter).
Durante l'incontro Celli ha ricordato anche un'iniziativa che, a suo dire, pare sia stata presa direttamente da Benedetto XVI: quella di essere presente con un canale ufficiale su YouTube. Siccome vari cardinali sono già presenti su Facebook, Celli si sta addirittura chiedendo se non sia arrivato il momento anche del Papa di entrare nella comunità virtuale. La risposta di monsignor Celli è stata però prudente: non è previsto in brevissimo tempo.
A ben vedere le iniziative del pontificio consiglio non fanno male a nessuno. Semplicemente rischiano di non servire.
E, infatti, non sono pochi i prelati che oltre il Tevere si domandano che senso abbia mettere il Vaticano e il Papa su youtube quando la capacità di comunicazione della Santa Sede rasenta lo zero.

© Copyright Italia Oggi, 28 marzo 2009 consultabile online anche qui.

Concordo al duecento per cento!
R.

3 commenti:

A.R. ha detto...

Una presentazione alquanto pessimistica e abbastanza ingiusta nei confronti del Pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali. Non è suo compito fare da portavoce al Papa, ma promuovere, studiare e approfondire il rapporto Chiesa-comunicazione-media. Certo si vorrebbe che il primo a prendere sul serio le iniziative del Pont. Consiglio fosse il Vaticano stesso, ma non si può dare colpa a mons. Celli di muovere le acque e cercare di fare bene il suo lavoro. Per esempio credo che a lungo andare sarà meritorio il suo tentativo di censire e mettere "in rete" per future collaborazioni tutti i media che appartengono o sono gestiti dalla Chiesa e da organizzazioni ecclesiali. C'è tanto bene, anche nei media cattolici, ma poca coordinazione.

massimo ha detto...

io conto sul fatto che in vaticano ci si metta la mano sul cuore e si decida di affiancare il santo padre nel suo lavoro,aiutarlo,serve l'umiltà essere disponibili a obbedirgli a fare quello che Lui chiede.questo serve.e se mai un prelato o meglio un cardinale leggesse questo blog vorrei chiedergli come cattolico laico che non ha nessun potere:MONSIGNORI E CARDINALI AIUTATE IL PAPA NEL SUO MINISTERO,SENZA RISERVE,FATE QUELLO CHE VI CHIEDE.OBBEDIENZA !

euge ha detto...

Mi associo massimo!