sabato 16 maggio 2009

Il lungo appello del Papa per la pace tra i popoli e tra le fedi, primo "ricordo" del pellegrinaggio appena concluso (Radio Vaticana)


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Il lungo appello del Papa per la pace tra i popoli e tra le fedi, primo "ricordo" del pellegrinaggio appena concluso

La fine di un pellegrinaggio ricco di avvenimenti e di particolare intensità spirituale, come quello compiuto da Benedetto XVI sui luoghi della salvezza cristiana, porta con sè un intreccio di immagini, parole, sentimenti che hanno bisogno di essere ordinati e compresi nella loro reale portata. Il nostro inviato in Terra Santa, Roberto Piermarini ripercorre gli istanti principali di una cronaca ancora fresca, ma densa di eventi destinati a restare nella memoria:

Cosa rimarrà di questo pellegrinaggio del Papa in Terra Santa?

L’invocazione alla pace a Nazareth con tutti i leader religiosi che si tengono per mano cantando “salam shalom” o l’emozione al Mausoleo dell’Olocausto a Gerusalemme? La preghiera al Muro del Pianto o la visita ai profughi palestinesi ai piedi del Muro di separazione? La commozione al Sepolcro e al Golgota o l’abbraccio al bimbo prematuro nell’ospedale di Betlemme?
Immagini che quando saranno consumate dal tempo, lasceranno il posto alle parole profetiche di questo Papa, che non si è risparmiato ai rischi di strumentalizzazioni, in una Terra dilaniata da odii e rancori tra israeliani e palestinesi.
Ed a loro ha riaffermato all’esistenza di due Stati che possano vivere in pace e sicurezza. Il Muro di separazione costruito da Israele contro il terrorismo è un segno di muri molto più profondi costruiti nel cuore degli uomini. Il Papa ha affermato che sono queste le barriere più difficili da rimuovere.

L’opinione pubblica israeliana ha atteso con ansia la sua visita al Mausoleo dell’Olocausto a Gerusalemme in ricordo dei sei milioni di ebrei barbaramente uccisi durante il nazismo.
Lì ha sostato in silenzio: “Un silenzio per ricordare - ha detto il Pontefice - un silenzio per sperare”.
Non ha parlato da “Papa tedesco” – come lo hanno definito alcune frange estremiste israeliane - ma da Pastore della Chiesa universale che rivolge un appello, a vigilare per “sradicare dal cuore dell’uomo qualsiasi cosa capace di portare a tragedie simili a questa”.
In questa Terra che “Dio scelse come patria”, Benedetto XVI ha invitato ebrei, cristiani e musulmani ad attingere alle ricchezze delle proprie tradizioni religiose, per prendere coscienza che i problemi di oggi in Terra Santa, non si risolveranno senza la conoscenza e la fiducia reciproca. E se vorranno convivere in serenità, anche i cristiani sono chiamati a superare divisioni e differenze, a non lasciare questa Terra - ha continuamente ripetuto loro - a rimanere un piccolo gregge che faccia presente il corpo vivo di Cristo.

In questo pellegrinaggio appena concluso, rimane il grido incessante di questo Papa che in ogni luogo, in ogni circostanza ha invocato la pace: pace che è dono di Dio, pace per tutti gli uomini che abitano questa Terra che affascina e addolora, ma che è benedetta e amata da Dio.

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