venerdì 7 agosto 2009

Diaz è il nuovo ambasciatore Usa della Santa Sede (Bevilacqua)


Vedi anche:

Card. Ratzinger: "Il libro di Giona e la sua prosecuzione neotestamentaria è la più decisa negazione del relativismo e dell’indifferenza che si possa immaginare" (2003)

Caritas in Veritate, Riccardo Cascioli: "Senza crescita della popolazione non si esce dalla crisi" (Zenit)

Caritas in Veritate, Roberto de Mattei: La metafisica a fondamento della dottrina sociale della Chiesa (Radici Cristiane)

Rileggere il pensiero di Lutero e capire perchè il teologo tedesco non fu un vero riformatore (Agnoli)

La prima udienza del Papa dopo il periodo di riposo in Valle d’Aosta

Card. Ratzinger: "Il Papa non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma piuttosto il custode dell’autentica Tradizione e perciò il primo garante dell’obbedienza. Non può fare ciò che vuole, e proprio per questo può opporsi a coloro che intendono fare ciò che vogliono. La legge cui deve attenersi non è l’agire ad libitum, ma l’obbedienza alla fede. Per cui, nei confronti della liturgia, ha il compito di un giardiniere e non di un tecnico che costruisce macchine nuove e butta quelle vecchie" (2004)

Preti per il nostro tempo secondo Papa Montini (Osservatore Romano)

«Caritas in veritate», Giandomenico Picco: Un'enciclica che va oltre Westfalia (Osservatore Romano)

Il vescovo di Cagliari proibisce il convegno sulla riforma del Santo Padre. Motivazione espressa? NESSUNA (Messainlatino)

Quel «piccolo infortunio» che ci ha restituito Joseph Ratzinger (Bruno Mastroianni)

Mons. Paglia: L’enciclica e la nuova utopia: ridare un’anima a economia e politica (Corriere)

Il Papa ed il Curato d'Ars: Un riscatto per la ragione mortificata (Botturi)

Il relativismo, diavolo moderno: il commento di Renato Farina alla catechesi del Santo Padre sul Curato d'Ars (Libero)

L’altro tedesco della Curia. Il rapporto con Ratzinger, l’ecumenismo: il cardinale Kasper racconta (Valli). E noi commentiamo...

Il trionfo del Papa: Benedetto XVI terzo nella classifica dei più amati in Germania (dove i Cattolici sono solo il 50 per cento)

Benedetto XVI: «Contro il relativismo, come nel 1789» (Guglielmo Malagodi)

«Cristiani massacrati dal l'islam: L`Europa adesso deve reagire». Durissimo atto d'accusa del ministro Ronchi (Caterina Maniaci)

Una diretta testimonianza della straordinaria memoria e della scioltezza fisica del Papa: Mens sana... in corpore Benedetto (Accattoli)

Curie e Curiali
Diaz è il nuovo ambasciatore Usa della Santa Sede


PRIMO PIANO

Di Andrea Bevilacqua

Finalmente è ufficiale.
Il Senato degli Stati Uniti ha dato l'altro ieri la propria approvazione alla nomina del teologo di origine cubana, Miguel Diaz, come ambasciatore Usa presso la Santa Sede. Diaz era stato nominato dal presidente Barack Obama un mese e mezzo fa, prima della sua visita a papa Benedetto XVI dello scorso 10 luglio. Incassata l'approvazione del Senato, Diaz si trasferirà in queste settimane a Roma dove, nei prossimi mesi, presenterà le proprie credenziali al Pontefice.
La strada di Diaz nella Città Eterna, nonostante quanto espresso in passato da alcuni prelati americani su Obama, è in discesa. E lo è per due motivi, entrambi non secondari.

Primo. La visita di Obama al Papa ha superato ogni più rosea aspettativa.
Sui temi etici, infatti, Obama ha mostrato al Pontefice volontà di ascolto e per ora la cosa è sufficiente. Una volontà d'ascolto ben testimoniata dal fuori programma che ha visto il presidente americano accettare dal Papa in dono il pamphlet della congregazione della Dottrina della Fede che spiega bene la posizione vaticana in merito ai temi bioetici: la «Dignitas personae». Ma anche il Vaticano ha mostrato verso Obama un'apertura non irrilevante. Forse la cosa farà sorridere i più, ma c'è un fuori programma ancora non conosciuto e verificatosi durante la visita di Obama al Papa che resta in qualche modo significativo. Ai cameraman delle tv americane presenti nell'appartamento papale per filmare i primissimi istanti dell'incontro tra Ratzinger e Obama, il Vaticano ha concesso, per la prima volta, di portare con sé dei microfoni in modo da poter registrare, a beneficio del popolo americano, ogni rumore di sottofondo: finanche, dunque, le prime parole scambiatesi dai due illustri personaggi. La cosa, forse piccola in sé, è stata letta in ambasciata d'America presso il Vaticano, come un segnale di benevolenza importante.

Il secondo motivo, per il quale la strada di Diaz a Roma è in discesa riguarda Mary Ann Glendon, ovvero l'ambasciatrice che ha preceduto Diaz.
Questa, capace di muoversi benissimo dentro il Vaticano anche a motivo degli incarichi ricoperti nel pontificato wojtyliano ben prima di approdare in ambasciata, pare sia disponibile a fare di tutto per agevolare il lavoro di Diaz. In particolare, ha appena stampato in italiano la sua ultima fatica: «Verso un mondo nuovo», che verrà presentato la prima volta a fine agosto, al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione.
Un lavoro che sarà molto utile a Diaz: la Glendon, infatti, vi racconta come dalle macerie della Seconda guerra mondiale, un manipolo di autorevoli storici, filosofi, diplomatici, giuristi provenienti da culture lontane (cattolica, protestante, islamica, ebraica, confuciana, atea, induista), grazie alla guida intelligente, appassionata e tenace di Eleanor Roosevelt, riuscì a distillare i valori comuni fondanti di un Pacifico consorzio umano, raccogliendoli in quel documento che può definirsi il primo Bill of Rights dell'intera umanità: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dall'Onu il 10 dicembre 1948. È anche da quella Dichiarazione che Diaz potrà scovare indicazioni utili per allineare, nel limite del possibile, le proprie convinzioni etiche a quelle della Santa Sede.

© Copyright Italia Oggi, 7 agosto 2009 consultabile online anche qui.

Nessun commento: