lunedì 23 novembre 2009

Gli intellettuali dal Papa? Una triste farsa (Vittorio Sgarbi)


Vedi anche:

L'ennesima débâcle comunicativa della Santa Sede: il testo dell'Angelus introvabile, la foto con il cantante croato Marko Perkovic e tanto altro...

GLI ANNI DI BENEDETTO XVI (RAI VATICANO)

Incontro Papa-artisti: Ritorno a casa (Marcello Filotei)

Il Papa esalta il valore del bello (Valiante)

Le reazioni degli artisti dopo l'incontro con Benedetto XVI: dal Papa una carezza al mondo della cultura. Il parere di mons. Gianfranco Ravasi

Benedetto XVI all'Angelus: Cristo è un Re che domina con l'amore e la speranza, senza imporsi ma rispettando la libertà dell'uomo (Radio Vaticana)

Medio Oriente, il Papa: i Cattolici di Terra Santa non perdano la speranza (Izzo)

All'Angelus il Papa elogia le donne che consacrano la vita a Dio (Apcom)

Incontro Papa-artisti, Alessandro Zaccuri: «Io, quasi un intruso grato alle parole belle»

Intenso incontro di Benedetto XVI con oltre 260 esponenti del mondo della creatività (Muolo)

La Chiesa e l'arte: non teoria ma un'offerta di amicizia (Rondoni)

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Il Papa: il Regno di Cristo non si impone ma rispetta la libertà (Izzo)

Il Papa: Scegliere Cristo Re non garantisce il successo, ma pace e gioia fino al martirio (AsiaNews)

Il Papa: stare con Gesù non garantisce il successo ma la gioia (Izzo)

L'appassionato appello di papa Benedetto XVI ai 260 artisti italiani e stranieri riuniti nella Cappella Sistina (Fabrizio)

Il primate anglicano dal Papa. Il dialogo prosegue (Bobbio)

Incontro Papa-artisti: L'uomo riscattato dalla bellezza

Benedetto XVI: Artisti, siate testimoni di speranza per l’umanità (Petrucci)

Il Pontefice agli Artisti: «La fede non toglie nulla al vostro genio, lo nutre» (Tornielli)

Tornatore: «Dal Papa una carezza alla cultura» (Riccardi)

Riccardo Cocciante: "Dal Papa parole alte, condivisibili, necessarie per tutti, e che fanno tanto bene all'arte e alla Chiesa" (La Rocca)

Il Papa lancia la sfida all’arte spettacolo (Doninelli)

Incontro Papa-artisti: Un arrivederci che segna la storia tra arte e fede (Osservatore Romano)

Arcivescovo di Canterbury: nessun raid da parte di Roma

Colloqui cordiali fra il Papa e l'Arcivescovo di Canterbury (Apcom)

Incontro Papa-artisti, Vian: Un'alleanza nuova

Il regista Tornatore: "Il discorso del Papa? Una carezza alla cultura in un periodo in cui questa riceve solo schiaffi"

Anno Sacerdotale, le monache benedettine di Rosano: Un modo particolare di essere Chiesa. Il monastero Our Lady of the Blessed Sacrament in Sud Africa

Papa-artisti: mai come oggi la bellezza può salvarci (Izzo)

Il Papa: "La fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia a varcare la soglia e a contemplare con occhi affascinati e commossi la méta ultima e definitiva, il sole senza tramonto che illumina e fa bello il presente" (Discorso)

Gran Bretagna, Guai a chi diventa cattolico. L’incredibile caso di “Miss Brown” e di “Myriam” (Gianfranco Amato)

Gli ordinariati, le prelature e le circoscrizioni personali: qualche chiarimento. Intervista al Prof. Eduardo Baura a cura di Bruno Mastroianni

Prossimamente in libreria "Benedetto XVI oltre le mode del pensiero" di Francesco Antonio Grana. In anteprima la prefazione del card. Michele Giordano

INCONTRO DEL SANTO PADRE CON GLI ARTISTI: LO SPECIALE DEL BLOG

Gli intellettuali dal Papa? Una triste farsa

di Vittorio Sgarbi

E dunque il Papa ha convocato gli «artisti». Alcuni hanno raccontato o commentato con emozione l’esperienza, nessuno ha potuto parlare. Dalle cronache risulta che Sergio Castellitto è l’unico che si è manifestato per leggere parti della lettera agli artisti di Papa Wojtyla. Ma i presenti erano troppi o erano pochi; ed erano quelli che avrebbero dovuto esserci o quelli che la notorietà ha reso obbligatori? Fatico a capire come attori e cantanti, registi e comici, alcuni anche apprezzabili debbano essere stati privilegiati rispetto a quanti hanno lavorato per la Chiesa con devozione e con convinzione.
Un dibattito recente, alimentato anche da monsignor Gianfranco Ravasi, ha indicato i limiti e la inadeguatezza dell’architettura religiosa, ma questo non ha impedito di cooptare all’assise vaticana alcuni degli architetti responsabili di questo degrado, legittimandone le spudorate imprese.
È vero che la presenza di Mario Botta rendeva onore alla categoria per l’impegno con il quale si è applicato ad alcune chiese nel Ticino, ma si fatica a capire che cosa motivasse l’invito, oltre la controversa fama, a Vittorio Gregotti o a Zaha Hadid. Altrettanto inevitabili devono essere sembrate le presenze Yannis Kounellis, Arnaldo Pomodoro, Anish Kapoor, e anche di Nicola De Maria, Lucio Del Pezzo.
Ma, mi chiedo, a che titolo? Mi pare assai singolare che monsignor Ravasi ignori l’impegno di uno dei luoghi sommamente simbolici dell’arte cristiana, dove da anni si lavora per restituire unità di architettura e decorazione. Mi riferisco alla Cattedrale di Noto, restituita al suo disegno originario, e oggi cantiere di una vasta impresa di scultura e di pittura. Nel comitato che presiede alla simbolica impresa c’è un giovane vescovo, collega di Ravasi, monsignor Chenis. Con lui abbiamo selezionato e invitato alcuni artisti di diverse generazioni per compiere la difficile opera anche in relazione alle esigenze liturgiche. Si è richiamato l’allievo di Nicola Arduino che vide nascere nella bottega del maestro il soffitto distrutto nel crollo: Ottavio Mazzonis, classe 1921, pittore di straordinario magistero. A lui sono state chieste le pale per il transetto. A un giovane artista russo, Oleg Supereco, operoso in Italia e esperto nella tecnica dell’affresco, sono stati chiesti, ed eseguiti con la sobria misura di un «nazareno», i pennacchi con gli evangelisti e gli apostoli nella cupola. A un grande scultore moravo, Ivan Theimer, sono state chieste le porte laterali in bronzo. E a Filippo Dobrilla, toscano di ispirazione michelangiolesca, il San Giovanni per il battistero. Alle vetrate si è applicato l’abilissimo Francesco Mori, già ammirato nella riproduzione delle vetrate di Duccio di Boninsegna nel Duomo di Siena. Miracolosamente, leggo tra gli invitati il nome di Giuseppe Ducrot, autore dell’altare e del pulpito della chiesa di San Benedetto a Norcia e, a Noto, incaricato dello stesso impegno. Non mi risulta che in Italia vi sia un cantiere più prestigioso di quello di Noto, evidentemente sfuggito all’attenzione degli organizzatori dell’incontro con il Papa. E, pensando a quanto sia difficile testimoniare in forme o temi della fede cristiana, mi chiedo come si sia potuta ignorare la testimonianza costante, tenace, mistica di un grande artista come Giannetto Fieschi, oggi quasi novantenne, e in tutta la sua attività segnato dalla croce. In altra direzione, ma con analogo afflato mistico, si è mosso Valentino Vago, che non so se abbia ricevuto una chiamata. Dalle cronache, ma l’elenco dei presenti non è completo, non risulta traccia neanche del più ostinato contro ogni mistificazione e ipocrisia, dei pittori che si sono applicati ai soggetti religiosi: Mario Donizetti. Certo la sua eventuale assenza e la presenza, invece, di un artista lontanissimo dalla problematica religiosa come Lucio Del Pezzo, inducono a riflessioni sul metodo e sulle finalità dell’incontro. Se penso poi all’intensità dell’esperienza siciliana registro con qualche stupore (e spero sia attribuibile alla insufficienza delle cronache) l’assenza dei nomi di Piero Guccione, spirito mistico come pochi altri di Franco Sarnari e, tra i musicisti, di Franco Battiato. Sono certo invece dell’assenza non sopportabile, perché forse attribuibile alla mano del diavolo dei due più grandi artisti viventi, non so se non raggiunti, o non disponibili, ma certo spiriti religiosi come pochissimi altri, lo spagnolo Antonio Lopez Garcia e l’inglese Lucien Freud. Difficile immaginare un incontro con gli artisti a cui siano presenti Emilio Isgrò, Giuseppe Gallo, Gino Giannetti e siano assenti i due artisti più intensamente spirituali, e attenti alla condizione dell’uomo, tra peccato e grazia, come Lopez Garcia e Freud.

© Copyright Il Giornale, 23 novembre 2009 consultabile online anche qui.

6 commenti:

raffaele ha detto...

Ma chi ha dato a Sgarbi (noto egocentrico) il diritto di fare la "pagella" degli artisti? Di rassegni: il papa può fare a meno di lui.

Anonimo ha detto...

D'accordo con Raffaele

Anonimo ha detto...

Sgarbi dice delle cose vere...troppo vere!
Purtroppo i tempi di Leone X e di Alessandro VII sono finiti.
Siamo passati dal governo dei maggiordomi a quello degli scalchi...o forse peggio.
Papa Paolo VI di arte non capiva nulla ,idem Giovanni Paolo II ...papa Benedetto inverte la china disastrosa ...ma dopo cinquant'anni di sfascio bisogna bonificare la grande palude ...

Anonimo ha detto...

Sgarbi dice cose ben supportate dall'evidenza. Si entri nel merito e si provi a smentirlo. Forse, se a firmare fosse stato un altro personaggio noto per la sua ordinarietà, queste idee avrebbero avuto migliore accoglienza in certi ambienti.

Anonimo ha detto...

...erano i peccatori ad essere cercati da Cristo?... i discepoli dobrevvero testimoniare, pissibilmene lontano e altrove...
Dario.

Anonimo ha detto...

...erano i peccatori ad essere cercati da Cristo... i discepoli dobrevvero testimoniare, possibilmente lontano e altrove...
Dario.