sabato 24 gennaio 2009

Cosa succede se Benedetto XVI “perdona” gli scismatici lefebvriani? Rispondono Baget Bozzo e Melloni (Burini)


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Su segnalazione della nostra preziosissima Gemma leggiamo (e poi commentiamo) questo articolo apparso ieri su "Il Foglio":

23 gennaio 2009

Cosa succede se Benedetto XVI “perdona” gli scismatici lefebvriani

di Marco Burini

Benedetto XVI starebbe per promulgare un decreto con cui revoca per i vescovi scismatici lefebvriani la scomunica latae sententiae, cioè scattata automaticamente il 30 giugno 1988 quando il vescovo francese Marcel Lefebvre, strenuo oppositore del Concilio Vaticano II, li ordinò disobbedendo al Papa.
Fonti autorevoli, direttamente coinvolte nell’operazione e contattate dal Foglio, invitano a diffidare delle anticipazioni apparse ieri mentre il Vaticano e, da Parigi, la Fraternità San Pio X finora non hanno confermato né smentito la notizia.
Se fosse vera, il teologo e politologo Gianni Baget Bozzo ne sarebbe contento. “Sarebbe la fine di uno scisma piccolo ma che ha avuto un ruolo importante nel postconcilio. Il Vaticano II resta un punto imprescindibile, ma questo passo dice che anche per i lefebvriani in qualche modo possono accettarlo. Soprattutto significa che il Papa sconfessa le interpretazioni rivoluzionarie del concilio.
I lefebvriani possono tornare nel seno della chiesa in nome della continuità nella tradizione: dietro il loro scisma c’erano ragioni vere, c’è una parte di verità che dev’essere accolta”.

Opposta la reazione di Alberto Melloni, storico della chiesa. “Ne sarei stupito, non ne vedo il bisogno. Sul piano dottrinale non c’è più discussione, almeno dopo il Summorum Pontificum (il motu proprio di Benedetto XVI che ha riaperto spazi per la liturgia tridentina, ndr). Quando un vescovo scismatico domanda di usare la forma straordinaria del rito, cioè il messale di san Pio V, riconosce implicitamente che c’è una forma ordinaria, il messale di Paolo VI, e quindi torna di fatto in comunione con Roma. Insomma, la via per il ritorno c’è già ed è a costo zero”. Melloni trova l’idea del decreto “unilaterale ed esagerata”, anche “inelegante” a ridosso del cinquantesimo anniversario dell’annuncio del concilio che fu dato da Papa Giovanni il 25 gennaio 1959, al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. E aggiunge: “L’unico nodo del Summorum Pontificum è l’Et pro Iudaeis, la preghiera del Venerdì Santo”.
Ed è noto che tra i vescovi lefebvriani ci sono feroci negazionisti. Il rischio che si apra un altro fronte polemico con la comunità ebraica è concreto.

© Copyright Il Foglio, 23 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

Rispondiamo a Melloni.
Leggo
:

Ne sarei stupito, non ne vedo il bisogno...

Quindi, secondo Melloni, non c'e' bisogno di un atto di misericordia del Papa. Non si vede con favore il ritorno di alcuni fratelli nel seno della Chiesa.
Complimenti! E sulla base di quale argomentazione il professor Melloni ritiene che alcuni meritino piu' di altri di essere accolti?


Sul piano dottrinale non c’è più discussione, almeno dopo il Summorum Pontificum...

Ora si valuta positivamente il motu proprio? Non dimentichiamoci, comunque, che il documento del Papa e' in larga parte disatteso vista l'opposizione di molti vescovi.
Forse sara' proprio la revoca della scomunica a dare un impulso all'applicazione del motu proprio.


Quando un vescovo scismatico domanda di usare la forma straordinaria del rito, cioè il messale di san Pio V, riconosce implicitamente che c’è una forma ordinaria, il messale di Paolo VI, e quindi torna di fatto in comunione con Roma.

Eh? E quando mai un vescovo ha avuto bisogno dell'autorizzazione per celebrare secondo il rito tridentino?
Il Concilio Vaticano II non ha mai abrogato il Messale antico.
Fra l'altro il Summorum Pontificum non prevede piu' nemmeno l'autorizzazione del vescovo diocesano (nonostante gli strali di molti...) ma l'accordo diretto fra fedeli e parroci.
Che poi questa norma sia disattesa e' tutta un'altra questione...


Melloni trova l’idea del decreto “unilaterale ed esagerata”, anche “inelegante” a ridosso del cinquantesimo anniversario dell’annuncio del concilio che fu dato da Papa Giovanni il 25 gennaio 1959, al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

E' esattamente questo il momento giusto! Dimostera' che la Chiesa non chiude le porte ai suoi fedeli e, soprattutto, dara' l'esempio concreto di che cosa sia il dialogo.
E' inutile cercare l'unita' con Ortodossi e Protestanti se siamo divisi all'interno della Chiesa Cattolica.
La giornata di oggi e' altamente simbolica ed e' un gesto misericordioso senza precedenti.


E aggiunge: “L’unico nodo del Summorum Pontificum è l’Et pro Iudaeis, la preghiera del Venerdì Santo”.

Falso problema! Non si capisce perche' tutti siano rimasti in silenzio per anni nonostante la preghiera non sia mai stata modificata e non si comprende come mai non ci siano analoghi malumori nei confronti di alcune espressioni contenuto nel Messale di Paolo VI.
R.

7 commenti:

mariateresa ha detto...

sono completamente d'accordo con te. Adesso anche il Summorum va bene.Che faccia tosta.

Anonimo ha detto...

Forse è difficile a spiegarsi, o forse da recepire. Il problema non è la Messa Antica. Il problema è l'interpretazione della teologia che essa sottende.
Troppi infatti già parlano di "atto di giustizia", mentre a quanto sembra, stando a quanto riportate è "atto di misericordia".
E la misericordia si usa nei confronti di chi ha commesso un errore. E l'errore è il non voler pienamente riconoscere il concilio. Il sito della fraternità e le dichiarazioni dei suoi membri ne sono l'esempio. Essi affermano che il problema non è l'autorità del Papa, quanto, "dei nodi dottrinali legati al Concilio".
E' serietà ammettere questo.

Raffaella ha detto...

Giustissimo! Per questo e' incomprensibile tutto questo accanimento verso il motu proprio.
R.

euge ha detto...

Cara mariateresa altro che faccia tosta!!!!!!!!!!! Non ho parole! Addirittura adesso si accetterebbe il Summorum Pontificum pur di non accettare questa forma di misericordia del Papa che a mio avviso ha solo lo scopo dell'unità nella chiesa insisto con il dire che l'ecumenismo passa anche per queste decisioni difficili........ l'ecumenismo quello vero!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ovvia Melloni, ridurre tutto il Motu proprio alla preghierina pro Judaeis è dire che tutti siamo idioti!!!
Le ricordo che chi legge le sue amenità ha fatto la 5 elementare e sa a che serve il cervello, non tutti pensano come lei che sia un soprammobile della testa.

Anonimo ha detto...

Caro anonimo, condivido in pieno la tua riflessione, ma desidero farti notare alcuni particolari semplici che se sei un ecclesiastico come me dovrai sicuramente sapere.
Hai presente Pietro e Paolo? Hai presenti le loro divergenze dottrinali? Hai presenti i loro due modi diversi di intendere la fede?
te fai una carrellata ti accorgi che i due grandi apostoli hanno modi diversi ed opposti di intendere certe cose, eppure...... sono il fondamento della Chiesa.
Non sviluppo la questione ma sono sicuro che hai compreso la mia obiezione espressa in maniera rapida e sintetica.

Anonimo ha detto...

Chissà perchè questi cattolici "progressisti" alla Melloni (e alla Martini) sono tanto ecumenici e aperti sulla carta ma quando li conosci di persona sono di una spocchia infinita....