domenica 11 gennaio 2009
Globalizzazione, il Papa si appella ai “fedeli laici” (Europa)
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Globalizzazione, il papa si appella ai “fedeli laici”
ROBERTO DI GIOVAN PAOLO
I nuovi appelli del papa sul Medio Oriente impongono una necessaria analisi sulle ragioni di questa crisi, ma anche sulle soluzioni per superarla.
Ritengo che sia, più a grandi linee, la grave crisi finanziaria ed economica, esplosa nel corso del 2008, che offra l’occasione a Benedetto XVI di riprendere ed approfondire le tematiche strutturali dell’insegnamento pontificio sulla guerra e sulla pace. Già nel suo messaggio per il primo gennaio, dal titolo quanto mai emblematico: “Combattere la povertà, costruire la pace”, il Pontefice affrontava questi temi.
Il riferimento alle encicliche sociali della Chiesa è palese e puntuale: Rerum novarum, Populorum progressio, Sollicitudo rei socialis, Centesimus annus, e, soprattutto, lo stretto rapporto esistente tra la lotta alla povertà e la solidarietà globale per prevenire le vere cause della guerra.
Rispetto all’insegnamento tradizionale dei pontefici, dopo la seconda guerra mondiale, si nota una particolare accentuazione delle tematiche della globalizzazione in rapporto allo sviluppo finanziario.
La grande spinta del commercio internazionale, dopo la seconda guerra mondiale, ha portato un forte sviluppo a molte nazioni, ma altre sono state velocemente marginalizzate, creando pericolose premesse per guerre e conflitti. I popoli coinvolti da questa disfatta sono soprattutto quelli che producono beni primari destinati alle esportazioni e, cioè, i paesi africani, prevalentemente, ma anche alcuni presenti nell’area mediorientale.
Il grande sviluppo della finanza, soprattutto in questi ultimi anni, ha messo in evidenza tutti i suoi limiti: quelli di pensare, non al bene comune, ma al profitto a breve e brevissimo termine. In questo modo la finanza perde la sua funzione principale, quella di sostenere a lungo termine la possibilità di investimenti e di sviluppo. La lotta alla povertà può essere adeguatamente perseguita solo ispirandosi al principio della solidarietà globale tra tutti i popoli che implica la revisione e l’attualizzazione costante delle strategie ispiratrici, poiché sia il liberismo di derivazione neocapitalistica sia il semplice assistenzialismo non sono sufficienti ad imprimere lo sviluppo all’interno di una società in crisi ed emarginata rispetto ai grandi flussi commerciali. È questo un tema che riprendo anche nel mio libro, scritto assieme a Piero Fabretti I papi, la Chiesa e la pace.
Il Pontefice ci ricorda che la globalizzazione si presenta e si presenterà sempre con grande ambivalenza e occorre e occorrerà grande saggezza per governarla.
È in fondo, un invito ai “fedeli laici”, a coloro che sono impegnati in politica e nel sociale, a prendere il destino dell’ uomo tra le proprie mani per cambiarlo e migliorarlo.
Non è un messaggio di poco impegno.
Vale per tutto il 2009 e per gli anni a venire.
© Copyright Europa, 10 gennaio 2009 consultabile online anche qui.
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