lunedì 12 gennaio 2009
Il promotore di giustizia Picardi: «Il Vaticano non giudica leggi italiane» (Mazza)
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«Il Vaticano non giudica leggi italiane»
Il promotore di giustizia Picardi: uno Stato sovrano tutela i suoi principi
DA ROMA SALVATORE MAZZA
Cercare non la soddisfazione, l’affermazione, l’esposizione personale, ma il bene comune, la difesa del più debole, il rispetto della verità e della dignità dell’individuo. È a questi principi, richiamati « anche dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano», che devono ispirarsi coloro che operano nella giustizia, che non può non fondarsi sul principio «dell’amore alla persona umana». Per questo, chi amministra la giustizia, non deve mai dimenticare che «la legge ha in sé la forza del diritto », ed è perciò capace di far «superare la barbarie del diritto della forza».
È quanto ha affermato ieri mattina il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che nella cappella del Palazzo del Governatorato ha presieduto la liturgia di apertura dell’anno giudiziario 2009 del Tribunale Vaticano. Per il porporato, gli amministratori «dell’umana giustizia» dovrebbero «avere consapevolezza di dover rispondere a una giustizia superiore » ; e, per questo, essere « sempre rispettosi della verità e attenti alla dignità dell’uomo». Il «sigillo dell’amore – ha aggiunto – qualifica ogni ordinamento, comportamento, decisione » . Un principio da « richiamare per evitare pericoli e danni alla solidarietà e alla società».
Ciò che infatti «deve muovere l’animo di chi opera nell’ambito della giustizia non è l’affermazione personale, la soddisfazione personale, la esposizione personale, ma la tutela del bene comune, la difesa dei deboli e la costruzione della giustizia ». Ancora a questo riguardo, conversando con i giornalisti al termine della messa, ha spiegato come l’auspicio che «il diritto trionfi sulla forza » rappresenta « un riferimento e richiamo che ritorna martellante ai nostri giorni; come ha detto Charles Peguy la democrazia è l’abito di chi fa dominare la forza del diritto che tutela il più debole e che riscatta dalla violenza e dal sopruso. Mentre la logica della forza distrugge » . Infatti, come insegnano i fatti di cronaca e le vicende internazionali di questi giorni, la «violenza bruta è sempre ingiustificata ». Quanto al personalismo dei giudici, Bertone ha precisato di essersi rivolto nella sua omelia « agli operatori di giustizia dei tribunali vaticani, ma il discorso vale per tutti. Si tratta di amare le persone per fare giustizia. Amore e giustizia sono un binomio che è importante anche per chi non crede».
Più tardi, nella sua relazione inaugurale dell’Anno giudiziario, il promotore di giustizia presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Nicola Picardi, ha liquidato come «basata su un falso presupposto» la recente polemica sollevatasi, con la nuova legge sulle fonti del diritto nell’ordinamento vaticano, circa i presunti 'automatismi' nel recepimento delle leggi italiane.
«La Città del Vaticano – ha detto – non ha mai preteso, né ieri né oggi, di esprimere valutazioni sulle normative di altri Stati», e «non è vero che la legge del ’29 avesse previsto una ricezione automatica della legislazione italiana: il Vaticano, quale Stato sovrano, ha utilizzato, fra le altre, la tecnica di produzione normativa del recepimento nel suo ambito di legislazioni altrui, purché coerenti ai propri principi e utili alle sue concrete esigenze».
Così, fin dall’inizio, « non furono recepite né applicate leggi fasciste quali ad esempio il Testo Unico di Pubblica Sicurezza e le Leggi Razziali, oltre ovviamente i codici Rocco, penale e procedura penale», ha ricordato Picardi sottolineando che il meccanismo giuridico di recepimento delle leggi era stato messo a punto da un grande giurista non cattolico, Federico Cammeo che « perse la cattedra a seguito delle leggi razziali e la cui moglie finirà in un campo di concentramento». Nelle oltre cento pagine della sua relazione, Picardi ha non solo ripercorso la storia degli 80 anni della giurisdizione vaticana, ma ha anche riproposto il cammino attraverso il quale dalla 'questione romana' si è giunti alla costituzione del nuovo Stato. Quanto allo stato attuale della giustizia vaticana, Picardi ha sottolineato in particolare l’importanza della nomina di un promotore di giustizia aggiunto e di un giudice aggiunto – per evitare « la nomina di giudici ad hoc per singoli processi, che non offrono la garanzia del giudice naturale – e l’importante inserimento della Gendarmeria Vaticana nella rete di Interpol.
© Copyright Avvenire, 11 gennaio 2009
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