domenica 25 gennaio 2009
Lefebvriani, infidi ranocchi dalla bocca larga attaccano il Papa coperti dall'anonimato. Complimenti!E' questo l'esempio da comari che date ai fedeli?
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Che cosa accadrebbe se il Papa o un vescovo parlassero di "contaminazione" dell'ebraismo? La Santa Sede ha deciso di tacere anche su questa offesa?
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Il blog fa sua la domanda di Salvatore Izzo: quale argomento migliore dell'antisemitisno per mettere in cattiva luce il gesto del Papa?
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Vian sulla remissione della scomunica ai Lefebvriani: Il Vaticano II e il gesto di pace del Papa (Osservatore Romano)
Concilio Vaticano II, la tribolazione della Chiesa (De Carli)
Remissione della scomunica latae sententiae ai vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X: la comunicazione ufficiale
Napolitano dal Papa: invito a pranzo con «segreto» (Tornielli)
E anche Oltretevere cresce il malumore: «Si nega l’operato di Wojtyla e Paolo VI»
CITTA’ DEL VATICANO - Il superiore dei lefebvriani, monsignor Fellay, ha subito espresso «gratitudine filiale» a Benedetto XVI per la revoca della scomunica. Il decreto papale, a suo dire, «sarà un bene per tutta la Chiesa». Fellay ha scritto in una nota: «La nostra Fraternità desidera poter aiutare sempre più il Papa a portare rimedio alla crisi senza precedenti che scuote attualmente il mondo cattolico e che Giovanni Paolo II aveva designato come stato di 'apostasia silenziosa'».
Di tutt’altra opinione sono autorevoli prelati di curia che, dietro anonimato, fanno presente che il rientro dei lefebvriani non sarà a costo zero.
Anche se il gesto è animato dalla volontà di arrivare all’unità, le conseguenze dell’ingresso degli ultra-tradizionalisti che «non credono al Vaticano II» e che si sono battuti per la riabilitazione della messa in latino secondo il rito antico, porterà «inevitabilmente qualche scompenso». Gli esperti di liturgia appaiono più che scettici e concordano. «Mi chiedo - fa sapere un prelato - a che prezzo avverrà il rientro. Temo che consoliderà quello che fino a due anni fa era solo un rito straordinario. L’ingresso dei lefebvriani non potrà che minare il cammino fatto dal Vaticano II. Inoltre è come disconoscere l’operato di Paolo VI e di Giovanni Paolo II». Papa Montini fece il possibile per comprendere il gesto di monsignor Lefebvre, mentre Papa Wojtyla, prima di arrivare alla decisione di scomunicarlo, promosse una specie di inchiesta interna presso l’episcopato, arrivando all’indulto del 1984. «Il gesto di Papa Ratzinger provocherà una certa destabilizzazione - aggiunge un cardinale -. Farà esplodere ancora di più la corsa all’antico rito creando ulteriori disagi a livello teologico e pastorale nelle parrocchie».
La cancellazione della scomunica è arrivata dopo una lunghissima trattativa tra la Santa Sede e monsignor Fellay. Quest’ultimo in una lettera a Benedetto XVI il 15 dicembre formulava la richiesta di rientrare nei ranghi. «Siamo fermamente determinati di mettere tutte le nostre forze al servizio della Chiesa (...). Noi accettiamo i suoi insegnamenti con animo filiale. Noi crediamo fermamente al Primato di Pietro e alle sue prerogative». Del Vaticano II, però, nessun esplicito riferimento. Forse non è un caso.
F.GIA.
© Copyright Il Messaggero, 25 gennaio 2009 consultabile online anche qui.
Ma che bravi ranocchietti! Vi vedo! Nascosti negli angoli bui dei corridoi del Vaticano, tutti intenti a bisbigliare, a barlottare, a spettegolare. Del resto e' sempre meglio che lavorare.
O sbaglio?
L'esempio che fornite a noi fedeli e' meraviglioso!
Comari in tonaca con fascia e zucchetto loquaci quando ci si puo' nascondere dietro al taccuino del giornalista di fiducia, zitti come mosche quando si tratta di dire cose intelligenti.
Credo che Cristo sara' orgoglioso di voi come lo siamo noi poveri fedeli.
Comunque dall'articolo apprendiamo che fra le rane c'e' un cardinale (lo sapevamo: le voci circolano!) e qualche esperto in liturgia (ma che strano!).
Ovviamente l'anonimato e' garantito anche perche' personcine di tale levatura non hanno le cosiddette (scusatemi!) per opporsi al Papa apertamente.
Anzi! Scommetto che le rane sono quelle che riescono a genuflettersi meglio di fronte al Santo Padre. Avete presente come sono le zampette dei simpatici animaletti dello stagno? Ecco!
Ha ragione Messori: il Papa e' un uomo buono.
Siete fortunati a non avere a che fare con una come me. A quest'ora sareste tutti fra la foce del Tevere ed il Mar Tirreno laddove e' piu' difficile che gli amici vengano a recuperarvi.
Forse pero' mi sbaglio. Si', perche' probabilmente sareste piu' utili in Iran.
O sbaglio?
Ma pensate davvero che il Papa non sappia chi siete? Pensate che non vi conosca dopo trent'anni passati in curia?
Poveri illusi!
Stavolta vi e' andata male: avete diffuso in anticipo la notizia della revoca della scomunica (lo scrive anche Valli in un editoriale di ieri) con il preciso intento di sabotare il lavoro di Papa Benedetto.
Bravi! Il giochino pero' vi e' scoppiato in faccia ed infatti siamo alle reazioni scomposte.
Attenzione: in questi casi e' facile fare passi falsi e farsi riconoscere.
Pensavo che una bella ramazza fosse il regalo piu' adatto per il compleanno del Papa. Che ne dite, cari amici?
Aprile e' troppo lontano? Eh si'!
E poi qualcuno si stupisce che le fiction sui Papi rappresentino sempre e comunque la curia come il classico covo di vipere.
C'e' da meravigliarsi?
Ecco che nella mia mente si fanno strada due immagini contrapposte: da un lato il Papa affacciato alla finestra con due bambini, sorridente ed umile piu' che mai, dall'altra le rane pettegole nascoste nei corridoi con i musi lunghi e la consapevolezza che non saranno mai all'altezza dell'uomo che lo Spirito ha scelto come Vicario di Cristo ne' per cultura ne' per integrita'.
Che tristezza! Quasi mi dispiace per questi ranocchietti!
Non deve essere una vita facile.
R.
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24 commenti:
sottoscrivo e controfirmo
posso sbagliarmi ma questo articolo mi sembra scopiazzato da uno simiile, molto, di Israeli su Time. Anche lì c'era un gran fisso di anonimi.
Che ambientino leale.
a parte i toni alti, cosa a questo punto inevitabile per tutti, forse sarebbe utile un pronunciamento ufficiale da parte del Santo Padre su questo provvedimento. Sentire certe cose direttamente dalla sua voce e attraverso le sue parole, forse potrebbe rassicurare e rasserenare qualche animo. Nessuno come lui stesso può riuscire nell'intento di spiegare ciò che anima i suoi provvedimenti.
Si', forse l'occasione ideale sara' l'omelia di questa sera a San Paolo.
Potrebbe essere utile anche un comunicato congiunto fra i Lefevbriani e la Santa Sede per chiarire i punti piu' controversi.
R.
“Il grido rauco di coloro che per la discordia si ergono l’uno contro l’altro, le chiacchiere incomprensibili, il rumore confuso dei clamori ininterrotti ha riempito ormai quasi tutta la Chiesa falsando, per eccesso o per difetto, la retta dottrina della fede…” San Basilio dottore della Chiesa
(De Spiritu Sancto, xxx, 77; PG 32, 213 A; SCh 17bis, pag. 524)
Grazie, Giovanni :-))
R.
Quoto e stra-quoto! Mi vergogno che nei palazzi vaticani ci siano personaggi del genere, e pazienza se al collo portano una croce tempestata di diamanti! E' grazie a essi e al loro operato se la Chiesa appare come appare a chi non ne fa parte...vergogna! Giù le mani da Joseph Ratzinger, il più grande timoniere che questa barca abbia avuto negli ultimi 30 anni (se volete scrivo anche la data!)
l'articolo di Valli fila.Penso sia proprio andata così.Io, nonso della stampa tedesca e il tedesco non lo leggo, ma ho notato che ci sono delle sinergie evidenti tra certi ambienti di Curia, certa stampa nostrana e certa stampa anglosassone. Su Timesonline ho a volte ritrovato degli articoli che erano la fotocopia di quelli di Politi, con tanto di citazione, come una specie di ventriloquio.Il giornalista mi sembra si chiami Owen.E' il Pinotto di Gianni Politi.
Anche a me piacerebbe che Bendetto parlasse, Gemma. Se lui fa un intervento è vero che ricomincia il polpettone.Forse spera che la cosa sfumi da sè.
aggiungo una cosa così copriamo tutte le lingue:anche su Golias dicono di avere direttamente informazioni da ambienti di curia.
E spesso è citato il cardinale anonimo.
Visto da che razza di serpi è circondato il nostro Pontefice????? Complimenti tutti miei ragazzi ( anzi non più ragazzi) che indossate indegnamente la talare con tanto di fascia cardinalizia...... Predicate bene e razzolate male e come potete pensare che i fedeli e chi è esterno alla chiesa possa avere di voi una visione cristiana?
CHE VERGOGNA!
La SPORCIZIA continua rigurgitare!
Raffaella, va beh che sei una donna, ma se fossi un uomo e se fossi papa... vedremmo partire tante eminenze ed eccellenze in missione... Mah, preghiamo anche per questi consacrati che Dio ha messo al fianco di BXVI perchè facciano il loro lavoro con umiltà e spirito di servizio! Marco
Nostro Signore conosce i nostri cuori e non e' un caso che i discepoli fossero uomini :-)
Non dimentichiamo pero' che sotto il patibolo rimasero solo le donne e San Giovanni.
Anche Pietro prese la via della fuga :-)
R.
Vi sembrerà strano ma leggendo quest'articolo mi sono sentito rincuorato.
Se infatti è questo il livello delle "rane" ciò non farà altro che rendere ancora più evidente la grandezza del Papa.
Del resto si sa... è più luminoso un fiammifero al buio che un incendio in una giornata di pieno sole.
ci sono esternazioni di vescovi iraniani, iraqeni o cinesi su questo argomento? Mi sbaglierò, ma, a differenza dei solerti occidentali, qualcosa mi dice che non ne sentano la necessità...e anche che l'anonimato, almeno quando si trovano a Roma, non faccia parte del loro modo di esercitare. Forse chi ha dimistichezza con l'anonimato sarebbe più utile da quelle parti, laddove a dichiararsi si rischia la vita, non il posto in curia.
Certo che se ci si scalmanasse per la persecuzione dei cristiani come lo si fa per questo provvedimento, forse si renderebbe un servizio migliore anche alla carità
Politi guida la restistenza, esponendosi con nome e cognome, privando però il vescovo francese dell'accento grave che gli spetta. Saluti, Eufemia
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La polemica
E Ratzinger riabilita il lefebvriano antisemita
MARCO POLITI
Non è una grazia, è una resa. Non è un gesto benigno del Papa a pecorelle smarrite e pentite la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani. È la rinuncia del Vaticano ratzingeriano a chiedere che tutti i fedeli cattolici si riconoscano nelle decisioni di un Concilio.Contraddizione stridente nel pontificato di chi, come Joseph Ratzinger - protagonista delle supreme assise ecclesiali quale esperto di fiducia del cardinale Frings - è stato uno dei più convinti ed accesi sostenitori della svolta conciliare.
Si potrà discutere quanto di rottura o continuità vi sia nel Vaticano II rispetto al grande fiume della storia della Chiesa.
Benedetto XVI, com´è noto, sostiene la seconda tesi. Ma è indiscusso che rispetto a tutte le novità del Concilio, rispetto al coraggioso «aggiornamento», intrapreso da Giovanni XXIII e Paolo VI e con loro dalla schiacciante maggioranza dei vescovi dell´orbe cattolico, mons. Lefebvre e i suoi seguaci hanno scatenato da subito una campagna violenta e sistematica contro ogni apertura: dal rispetto verso gli ebrei al rinnovamento liturgico, dal riconoscimento delle lingue nazionali nel rito della messa al dialogo ecumenico, all´attenzione per le «scintille di verità» presenti nelle altre religioni del mondo.
Marcel Lefebvre ha dato vita ad una contro-Chiesa fanatica, reazionaria, ossessiva nel rappresentarsi unica depositaria della fedeltà alla Verità e alla Tradizione. Imbevute di lefebvrismo, in Italia le squadracce di Civiltà Cristiana hanno fatto negli anni postconciliari irruzione in chiesa picchiando sacerdoti, affiggendo manifesti denigratori di Paolo VI mentre un bollettino intitolato Sì, sì, No, no diffondeva veleni sui vertici della Chiesa post-conciliare.
E´ singolare, ma anche rivelatore del clima in arrivo nel pontificato ratzingeriano, che l´Osservatore romano affermi con leggerezza che il Concilio II non vada «mitizzato». Non c´è bisogno di essere grandi storici per sapere che nel secondo millennio cristiano le assise di Trento e il Vaticano II sono tappe fondamentali e planetarie del rapporto tra Chiesa, fedeli e società. Lefebvre e i suoi seguaci hanno sempre e apertamente contestato, ripudiato, diffamato i punti cruciali del Concilio.
Ecco perché la cartina di tornasole di un´eventuale «riconciliazione» consisteva in ciò che avevano chiesto i cardinali del mondo, convocati a Roma da Benedetto XVI nel marzo 2006 per dare il loro parere. «Una leale adesione» al Concilio, era la condizione posta dal senato della Chiesa. Ratzinger l´ha sovranamente ignorato. La lettera dei lefebvriani a Benedetto XVI parla furbescamente di accettazione degli «insegnamenti della Chiesa cattolica romana» nonché del primato papale e delle sue prerogative. Nessuna menzione del Concilio. Il problema è che al Vaticano attuale va bene così.
La nuova era comincia con una bugia. Tra i vescovi graziati e ammessi nel consesso episcopale c´è anche Richard Williamson, araldo della rivelazione che le «camere a gas non sono mai esistite». La Shoah? Al massimo nei lager sono «morti dai due ai trecentomila ebrei». Il gesto papale di revoca della scomunica - scrive l´Osservatore Romano in prima pagina - non sarà offuscato da «inaccettabili opinioni negazioniste e atteggiamenti verso l´ebraismo di alcuni membri delle comunità (lefebvriane)». No, Williamson non è un esponente qualsiasi. Da oggi l´antisemita dichiarato e incrollabile Williamson è vescovo, è Pastore e Guida di verità per i fedeli, da accettare nei consessi dell´episcopato cattolico mondiale.
Brava Raffaella,condivido anch'io al 100%, quando non si hanno argomenti sensati si usano i metodi più vigliacchi. È così tra preti, è così tra vescovi e anche tra cardinali. ma il Papa ha 81 anni e un po' di esperienza se l'è fatta in Vaticano e in più ha un dono speciale dello Spirito Santo, che gli altri non hanno.
Raffaella, non ti ho mai vista così arrabbiata...!?
E hai ragione!
Certo una notizia come questa farebbe partire per la tangente chiunque!
Continuiamo a pregare perché questo grande Papa non fugga mai davanti ai lupi. Ma non è nella statura del suo carattere...
Non capisco sinceramente tutto questo clamore che fortunatamente ridondapoco sulla stampa nazionale, almeno non facciamo ridere la gente.
1. La scomunica ha un valore terapeutico, educativo non eterno. un Papa l'ha comminata, un altro l'ha tolta. Ha fatto il suo dovere di Padre e pastore.
2. Il famoso vescovo francese fu scomunicato "latae sententiae" per aver ordinato 4 vescovi, non per altri motivi.
Sinceramente non capisco tutta caciara fuori posto.
caro Malacoda, calma e gesso! ci siamo distratti un momento, è vero, pensavamo che questo Papa anziano fosse affaticato dalle celebrazioni natalizie, dalla stesura dell'enciclica sociale, dalla preparazione delle omelie che si ostina a voler scrivere da solo nonostante la disponibilità di volonterosi ghost-writers (alcuni persino reclutati e raccomandati da noi personalmente)... e, invece, guarda cos'è successo! Un disastro! Non possiamo negarlo, abbiamo incassato un brutto goal con questa faccenda dello scisma lefebvriano ricomposto. Non c'è cosa peggiore dell'unità dei cristiani, della fedeltà del gregge che riconosce la bontà del suo pastore e, forte di questa conoscenza e riconoscenza, accetta di seguirlo. E' un'unità che simboleggia e anticipa in modo fin troppo insopportabile su questa terra l'unione celeste delle anime nell'amore (rabbrividisco solo a scrivere questa parola) per il Nemico, e non a caso da secoli lavoriamo per scavare divisioni e tensioni sempre più profonde e insanabili secondo le istruzioni del nostro padrone, che, lo dice il nome stesso, è colui che divide (e dividendo impera). Ma non tutto è perduto: grazie al sapiente lavoro che abbiamo fatto in passato possiamo già contare su numerose reazioni indignate proprio all'interno dei cattolici, che ben confondono la semplicità dei fedeli, e la confusione, primo passo per la divisione, lo sappiamo, è nostra preziosissima alleata. Per il resto, animo, abbiamo già un nuovo fronte su cui concentrarci: mi dicono dai piani alti che a questo punto diventerà quanto mai essenziale sabotare qualsiasi riuscita di un incontro tra il Papa e il nuovo patriarca ortodosso. L'etichetta di "Papa di transizione" che abbiamo appiccicato fin dal principio a Joseph Ratzinger non regge più da qualche tempo, e meno che mai ora che, durante il suo pontificato, uno scisma è finito ed è stato fatto un primo passo verso l'ecumenismo (brrr). L'importante è che resti cosa isolata, e a questo scopo alcuni di noi fra i più esperti sono già in viaggio verso Econe per suscitare nuovi moti di superbia e di orgoglio in chi dovrebbe perfezionare la riunione con la Chiesa di Roma. Urge riuscire a far passare l'avvenimento, agli occhi del mondo, come un errore frutto di debolezza senile del Papa o di meditato revanscismo oscurantista.
Perché, se durante questo pontificato si dovesse realizzare anche un incontro con il nuovo patriarca russo, se si dovessero gettare le basi pure per la ricomposizione dello scisma d'Oriente, rischieremmo di non essere più credibili quando diffondiamo l'idea che con Benedetto XVI la Chiesa sta tornando ai tempi dei roghi e dell'inquisizione. Come potremmo proseguire nella nostra opera di persuasione dell'opinione pubblica quando venissimo continuamente smentiti da fatti sempre più eclatanti, che parlassero da soli? La Verità (altro brivido) brilla di luce propria, nipote mio.
Quindi, passi oggi la ricomposizione di uno scisma, tutto sommato, piccolo, ma d'ora in poi... occhio a oriente! Chè se dovessimo fallire anche là, non oso pensarci, si aprirebbero davvero brutti tempi per noi!
tuo pseudo-zio Berlicche
Meraviglioso :-))
Perchè non si discute "seriamente" nel merito, le critiche suscitate a questa revoca della scomunica? State solamente criticando il modo di fare di "certa" curia, ma nel merito non avete minimamente risposto alle motivazioni-paure-sgomento che suscita la riannessione di coloro che non solo non hanno accettato per 40 anni il Concilio Vat II e i suoi frutti, ma cosa più grave continuano a farlo. Alla prossima "scomunichiamo" chi si ostina a vivere secondo il Concilio Vat II?
Critichiamo chi critica nascondendosi dietro l'anonimato.
Lei come si chiama, per esempio?
R.
Mi chiamo Fabio e uso l'anonimato solo perchè non sono un assiduo frequentatore di blog e non ho alcuba registrazione ( e non mi pare il caso di farlo adesso). Vorrei comunque far notare a chi mi ha risposto che non sono neppure entrato più di tanto nel merito della discussione, ma semplicemente, cercando nei blog leggo volentieri quelli dove si espongono le "ragioni" di ciascuno, e su queste si discute. Non apprezzo una discussione che definisce ranocchi o altro chi la pensa diversamente... Per criticare i lefebvriani non mi sognerei nemmeno lontanamente di paragonarli ad animali più o meno simpatici. Ama il prossimo tuo come te stesso, per me, significa anche questo: avere RISPETTO e non offendere chi non condivide le mie idee (e io le sue). Saluti, Fabio.
Ciao Fabio, sei nuovo e quindi non sai che in tante occasioni abbiamo definito "rane dalla bocca larga" quei personaggi (soprattutto prelati di curia) che parlano con i giornalisti nascondendosi dietro l'anonimato.
Non e' una critica verso le persone ma verso l'atteggiamento.
Saluti
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