lunedì 5 gennaio 2009

Mons. Vecchi (curia di Bologna): "La preghiera sul Crescentone è una sfida alla nostra identità" (Bartolomei)


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FESTIVITA' NATALIZIE 2005-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

Su segnalazione della nostra Gemma leggiamo la reazione della curia di Bologna alla preghiera islamica in occasione della manifestazione contro Israele.
Mons. Vecchi e' un uomo diretto, onesto e limpido. Peccato che non ci siano piu' vescovi come lui nelle nostre diocesi
.
Da segnalare anche, sempre grazie a Gemma, l'opinione di Lerner:

http://www.gadlerner.it/2009/01/03/la-guerra-e-lislam-di-casa-nostra.html

R.

LA SFIDA

"La preghiera sul Crescentone è una sfida alla nostra identità"

Intervista al vescovo vicario monsignor Vecchi: "C'è una regìa, vogliono islamizzare l'Europa. hanno usato la piazza come strumento di pressione"

di Rita Bartolomei

COS’HA pensato quando ha visto la fotografia dei musulmani, a centinaia, chini a pregare sul Crescentone, davanti a San Petronio?

«Ho pensato che è un segnale su cui riflettere. Questa non è una preghiera e basta. E’ una sfida, più che alla basilica al nostro sistema democratico e culturale. Da quel che è successo a Bologna ma anche in altre città abbiamo avuto la conferma che c’è un progetto pilotato da lontano. Cosa prevede? L’islamizzazione dell’Europa. Se ne accorse il cardinal Oddi, tra i primi. E aveva buone fonti».

Monsignor Ernesto Vecchi ha appena ricevuto un messaggio sul telefonino. Auguri e affetto dal suo popolo: compie 73 anni. Un fedele lo ringrazia via sms per la «preziosa sintesi pastorale». E’ domenica pomeriggio, il vescovo ausiliare si prepara a celebrare la messa in San Pietro, la cattedrale.

Monsignore, la Costituzione garantisce la libertà di culto.

«Certo, l’articolo 8 riconosce quel diritto a tutte le religioni che accettano l’ordinamento giuridico italiano. Ma dev’essere letto assieme all’articolo 7».

«Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani», dice fra l’altro.

«Quella cattolica è la religione storica del popolo italiano. Ci sono certi professori che vogliono farmi lezione ma anch’io farei volentieri un esame a loro».

Per spiegare cosa?

«Che c’è una distinzione tra Stato e nazione. La nazione ha un’identità. La sua identità di fondo, le coordinate fondamentali, il popolo italiano le ha ricevute dal cattolicesimo».

Quindi lei dice: la preghiera sul Crescentone come una sfida alla nostra cultura.

«Nelle manifestazioni di sabato c’è stata una regìa, è chiaro. La piazza come strumento di pressione, questo ormai lo hanno imparato bene. La religione è stata usata, strumentalizzata. Sono pienamente d’accordo con don Righi. La questione palestinese è politica, non religiosa. Confondere i due piani non è corretto. E poi penso alla svastica, alla bandiera d’Israele bruciata. Mi meraviglia molto la preghiera contro qualcuno. Si prega per i fratelli, non per il male degli altri».

Bologna è reduce da una lunghissima polemica sul progetto di un minareto.

«Ma sabato i musulmani non hanno manifestato per quello, quello non c’entra».

Non ha pensato, come il vicesindaco di Milano: la piazza come una moschea.

«No, ho pensato che questo metodo di non distinguere i problemi religiosi da quelli politici porta altro caos, e il nostro Paese ne ha già abbastanza. C’è bisogno, invece, di recuperare la nostra identità per arrivare a un’integrazione vera, che non dev’essere un affastellamento di culture».

La giunta ha congelato la nuova moschea, la comunità musulmana aspetta il prossimo sindaco.

«Quel progetto secondo me dev’essere abbandonato per sempre, è prematuro. Per integrare davvero i musulmani, servono luoghi di preghiera nelle diverse comunità dove queste persone vivono. Certo che c’è il diritto di culto. Ma non è vero che costruire una moschea è come costruire una chiesa».

Qualcuno fa notare che tra i cattolici, ad esempio tra i politici, c’è stata una certa afasia.

«Parola giusta. Quando c’è qualche tema non negoziabile, o dicono qualcosa di storto o stanno zitti. A parte poche eccezioni. Ma essere cattolici laici non significa sostenere qualcosa di diverso dai propri vescovi, casomai qualcosa di sensato. Vorrei rassicurarli: ascoltare il magistero del vescovo non vuol dire compromettere la loro libertà».

L’ultima omelia di Caffarra è un grido contro la povertà.

«Il cardinale al Te Deum è stato molto chiaro. Ha chiesto alla città di mettersi in sinergia attorno a un problema reale, che si aggraverà ancora. Ha chiesto a Bologna di essere coesa. La Chiesa continuerà a fare quel che ha sempre fatto. Potenziandolo, però. La via più logica è quella delle parrocchie».

Torna l’idea di una colletta straordinaria.

«Preferisco chiamarla sensibilità straordinaria. Vedremo le forme. Giovedì c’è la prima riunione dei vicari pastorali. Penso che il cardinale affronterà il problema».

Lei c’era quando il vescovo Manfredini istituì il fondo speciale per i disoccupati.

«Era l’83, ero vicario pastorale a Borgo Panigale. Si raccoglievano le richieste delle famiglie, si distinguevano i bisogni reali da chi cercava di approfittarsene e si presentava una lista al direttore della Caritas».

Oggi si potrebbe riprendere quell’idea.

«Vedremo, lo deciderà il cardinale. Sicuramente la via maestra passa per le parrocchie e le associazioni ecclesiali: San Vincenzo, Acli, Mcl, Neocatecumanali o Comunione e Liberazione».

Bernardi, il presidente della Cdo si è già impegnato a sondare le ‘sue’ cinquecento imprese.

«Ho letto che si è sbilanciato. Bene, speriamo arrivino risorse straordinarie. La Chiesa non sta a guardare. Sensibilizza. La sua ricchezza è il rapporto umano con le persone».

© Copyright Il Resto del Carlino, 5 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

:-))

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Su www.chiesa è uscito un, come dire, acido intervento di Magister sull'atteggiamento della Chiesa nei confronti di Israele.
Ps. l'intervista di Galeazzi a Messori è sulla rassegna stampa della camaera.
Alessia

Luisa ha detto...

Qualcuno fa notare che tra i cattolici, ad esempio tra i politici, c’è stata una certa afasia.

«Parola giusta. Quando c’è qualche tema non negoziabile, o dicono qualcosa di storto o stanno zitti. A parte poche eccezioni. Ma essere cattolici laici non significa sostenere qualcosa di diverso dai propri vescovi, casomai qualcosa di sensato. Vorrei rassicurarli: ascoltare il magistero del vescovo non vuol dire compromettere la loro libertà».


Da incorniciare questa risposta ed aggiungerei anche all`indirizzo di certi vescovi e cardinali che ascoltare il Magistero del Papa non vuol dire compromettere la loro libertà!
Il silenzio di troppi vescovi e cardinali per non urtare il politicamente corretto mi irrita sovente.
Se i cattolici laici hanno perso il senso della propria identità, se tacciono, una qualche responsabilità l`ha anche chi ha passato il suo tempo e lo passa ancora a contestare il Magistero del Papa, a creare magisteri paralleli, a distanziarsi, a relativizzare, a stringere allenze improbabili ecc....creando così una grande confusione.

Anonimo ha detto...

Se i mussulmani sono così praticanti è inutile piangerci addosso e cercare dietrologie politiche, anche se ci fossero. Già adesso in alcuni paesi europei i fedeli mussulmani sono più numerosi di quelli cristiani e visto che continuano ad aumentare è chiaro che anche in Italia le moschee si moltiplicheranno. Inutile firmare contro le moschee e tergiversare. Occorre incoraggiare la pratica religiosa pubblica, tipo processioni, e chiudere gli outlet nelle feste.Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Per chiudere gli outlet alle feste basta non andarci. Io non ci vado, i miei soldi non li avranno di domenica! Bisognerebbe invitare tutti i credenti a fare lo stesso. Marco

euge ha detto...

Purtroppo, in tutto questo c'è una bella fetta di colpa di noi cristiani; a cominciare dai vescovi competenti per settori nelle città, ai parroci ubriachi di modernismo e di noi che siamo arrivati a vergognarci di pregare non solo nelle chiese ma, anche nelle nostre famiglie.
Abbiamo perso il senso della nostra cultura cristiana e della nostra fede. Sì la colpa è anche nostra perchè ci rifiutiamo di difendere le nostre radici cristiane che molti considerano non al passo con i tempi. Guardate, cercate e fatemi sapere se trovate un solo musulmano disposto per modernità e per progresso, salvo rari casi, disposto a rinunciare alla sua fede e all'ora di preghiera......... scommetto che non lo troverete mai. Invece domandate fra i cattolici quanti sono disposti a fregarsene della propria fede e della propria religione per comodità, per una presunta mancanza di tempo, oppure perchè giudicano la preghiera qualcosa di simile alla vecchiaia precoce!
Parliamoci chiaro siamo noi con la nostra paura, il nostro menefreghismo e la nostra smania di essere indipendenti da Dio ad aver creato tutto questo; ovviamente non da soli ma, aiutati da quella parte della chiesa cattolica che scambia il dialogo per permessivismo eccessivo, per di apparire politicamente corretta e per raccogliere l'applauso di certi giornali di cui dovrebbero infischiarsene.

Anonimo ha detto...

Un parroco radicaL CHIC ( votava PDUP ) di uno dei quartieri più danarosi di Bergamo, NON HA MESSO Gesù bambino nella culla perchè sostine, che noi non siamo in grado di accettare "i diversi".

Il gesto è in evidente polemica con il sindaco di Bergamo , radical chic pure lui, per delle ordinanze comunali atte a ripristinare un minimo di ordine in zone degradate.

Ora a Tettamanzi e a questo parroco di Bergamo, si starà bruciando il proverbiale cerino in mano.

Spero che si scottino le dita.